Decine di morti e 80.000 senza tetto nelle inondazioni nel Sud-Kivu

Una tragedia di cui non parla nessuno che si aggiunge alle molte tragedie della Repubblica democratica del Congo

[22 Aprile 2020]

L’allarme è stato lanciato dal portavoce dell’United Nations High Commissioner for Refugees (Unhcr) Andrej Mahecic durante i una video-conferenza stampa, ma della tragedia in corso nel Sud-kivu, nella Repubblica democratica del Congo 8rdc , non ne parla quasi nessuno e gli stessi media congolesi gli riservano pochissimo spazio, d’altronde nella RDC è in corso la pandemia di Covid-19, continua quella di Ebola, migliaia di bambini sono morti per un’epidemia di morbillo e, mentre continuano a scorrazzare le bande armate locali, arrivano proprio in queste ore notizie di incursioni di militari ruandesi e burundesi nel nord-est del Paese.

L’Unhcr, che sta lavorando con le autorità locali e i suoi partner nel Sud-Kivu, sta portando assistenza umanitaria immediata a circa 80.000 persone che sono state colpite dalle gravi inondazioni che, tra giovedì e sabato scorso, hanno colpito la provincia e in particolare la città di Uvira e i villaggi nei dintorni, provocando l’allagamento di interi quartieri densamente popolati della città e nei centri vicini dove vivono molti profughi interni e rifugiati dai Paesi vicini.

L’Unhcr dice che le forti piogge hanno danneggiato più di 150.000 abitazioni e, mentre le autorità della Rdc e le agenzie umanitarie stanno procedendo a una completa valutazione della situazione, vengono segnalati quotidianamente danni sempre più numerosi in una provincia già duramente provata da anni di insicurezza, conflitti e rapina delle risorse.

All’Unhcr sottolineano che «La situazione in corso non mancherà di esacerbare i timori dei residenti che si preparano già a affrontare il nuovo nemico che si profila all’orizzonte: la pandemia di coronavirus».

Secondo le prime informazioni, oltre 25 persone hanno perso la vita nelle inondazione e 40 sono rimaste gravemente ferite, ma l’Unhcr sottolinea che numerose altre persone siano rimaste uccise dall’alluvione e, finora, non si sa quanti siano i dispersi. Un centro sanitario situato in uno dei quartieri più poveri di Uvira è stato completamente distrutto e le condotte idriche e le fogne di questa città sovrappopolata sono state fortemente danneggiate e in alcuni quartieri non esistono più. Il rischio di epidemie è altissimo. L’Unhcr sta procedendo con la massima urgenza a fornire gli articoli di prima necessità alla popolazione di Uvira, a partire dai teli di plastica per potersi costruire un riparo di fortuna, ma anche materassini, pentole e utensili da cucina e zanzariere. Nei prossimi giorni verranno distribuiti altri kit di emergenza per cercare di alleviare la sofferenza di chi è rimasto senza casa.

A coordinare i soccorsi insieme alle autorità locali c’è la Mission de l’Organisation des Nations Unies pour la stabilisation en République démocratique du Congo (Monusco), ma l’Unhcr è molto preoccupata per il gran numero di senzatetto causati dalle inondazioni e che ora sono esposti a infezioni e malattie e Mahecic avverte che «Sebbene nessun caso di Covid-19 abbia ancora colpito Uvira, il rischio di colera, endemico nella regione, è in aumento. Le autorità locali hanno messo a disposizione terreni in aree appropriate e i nostri team specializzati stanno lavorando con i nostri partner per costruire rifugi, latrine e strutture idriche e igieniche, per tenere lontano il colera e cogliere l’occasione per sensibilizzare e preparare la popolazione a Covid-19. Identifichiamo anche le persone e le comunità che sono particolarmente a rischio e hanno istituito cure psicosociali».

Le inondazioni hanno ulteriormente deteriorato la già impraticabile rete stradale del Sud Kivu e nei dintorni, distruggendo o danneggiando molti ponti e rendendo così più difficile raggiungere le persone colpite, compresi gli sfollati interni e i rifugiati. L’Unhcr spera di riprendere le operazioni di ricollocazione dei rifugiati burundesi appena arrivati e ​​che vivono in un centro di transito già sovraffollato che ha smesso le attività perché colpito dalle inondazioni.

Intanto, nel Sud-Kivu migliaia di persone continuano a spostarsi per sfuggire alle bande armate e nella Provincia vivono quasi un milione degli oltre 5 milioni di sfollati interni della Rdc. Il Sud Kivu ospita anche circa 50.000 rifugiati burundesi su un totale di 500.000 di loro in tutta la Rdc che sono fuggiti dalla dittatura del loro Paese e che ora potrebbero essere attaccati dagli uomini armati che hanno oltrepassato in questi giorni il confine tra i due Paesi.