L’inizio del 2020 è stato caratterizzato da un calo dell’80% nelle precipitazioni e una temperatura superiore di 1,87 °C rispetto alla media storica

Dopo la siccità, con la pioggia tornano le bombe d’acqua: non c’è tregua per le campagne italiane

Coldiretti: «Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma»

[2 Marzo 2020]

La siccità è stata la triste compagna degli agricoltori italiani dall’inizio dell’anno, un periodo che – nonostante il pieno inverno – è stato caratterizzato da un calo dell’80% nelle precipitazioni e una temperatura superiore di 1,87 °C rispetto alla media storica, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra relativi al mese di gennaio 2020. Adesso le piogge stanno tornando, ma il costante incremento di eventi climatici estremi non lascia ben sperare gli agricoltori.

Il cambiamento nelle condizioni meteorologiche ha portato la pioggia a partire dalle regioni nord occidentali per poi estendersi verso est e a tutto il centro Italia: secondo gli ultimi aggiornamenti del Centro meteo italiano il mese di marzo inizierà con maltempo diffuso su tutto il nostro paese, con «il vortice polare che inizierà a perdere i pezzi durante questo periodo con probabili irruzioni di aria molto fredda da nord verso sud».

«La pioggia però – sottolinea la Coldiretti – per portare benefici deve cadere in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti. A preoccupare è anche l’eventuale arrivo della grandine ed il brusco abbassamento delle temperature che rischia di compromettere le fioriture dei frutteti anticipate in tutta Italia dal clima anomalo».

Si tratta ormai di problematiche consolidate: anche nel corso dell’ultimo anno, come documenta Legambiente, sono stati 157 gli eventi climatici estremi rilevati in Italia, contro i 148 del 2018. Di fronte a questo trend è ormai indispensabile agire contemporaneamente su due fronti, quello dell’adattamento di fronte alla parte ormai inevitabile di cambiamenti climatici, e quello di un rapida riduzione nelle emissioni di gas serra: come confermato appena pochi giorni fa da una nuova ricerca internazionale, infatti, stabilizzare le concentrazioni di CO2 in atmosfera avrebbe – già nell’immediato – un effetto benefico sulle piogge nelle aree a clima mediterraneo.

Nel frattempo però rimangono gli impatti della crisi climatica in corso. «Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».