Fondo fiduciario di emergenza Ue contro le cause profonde della migrazione irregolare in Africa

Interventi nelle are più critiche: Sahel-Lago Ciad, Corno d’Africa e Africa del Nord

[12 Novembre 2015]

Il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, insieme ad alcuni capi di Stato europei, ha lanciato oggi a La Valletta, a Malta,  il Fondo fiduciario di emergenza dell’Unione europea per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa.

Il vertice di La Valletta è stato convocato dal Consiglio europeo nell’aprile 2015 per discutere le questioni migratorie con i Paesi africani e altri paesi chiave interessati. Il Fondo fiduciario per l’Africa era uno dei principali risultati attesi da questo vertice, insieme all’adozione di un Piano d’azione per intensificare la cooperazione in materia di migrazione, che include azioni concrete allo scopo di: Massimizzare i benefici della migrazione in termini di sviluppo e affrontarne le cause profonde; Organizzare meglio i canali legali della migrazione e della mobilità; Garantire la protezione internazionale ai migranti e ai richiedenti asilo; Intensificare la lotta contro le reti criminali dedite al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani, Rafforzare la cooperazione europea in materia di rimpatrio e riammissione.

Il Fondo fiduciario di emergenza è dotato di 1,8 miliardi di euro, provenienti dagli strumenti di finanziamento dell’Unione europea così come da contributi degli Stati membri dell’Ue e di altri donatori. Finora, 25 Stati membri dell’Unione europea e 2 donatori non dell’Ue (Norvegia e Svizzera) hanno annunciato un contributo totale di circa 81,2 milioni di euro. In una nota la Commissione Ue spiega che «Il Fondo fiduciario di emergenza costituisce una modalità innovativa dell’UE per rafforzare la sua risposta collettiva alle attuali sfide sul campo, ed è uno strumento complementare alla cooperazione allo sviluppo dell’Ue, già attiva nella regione, per assistere i Paesi africani più fragili e vulnerabili», anche ai cambiamenti climatici.  E’ n importante strumento per attuare efficacemente il Piano d’azione e andrà a beneficio della regione del Sahel e dell’area del lago Ciad, del Corno d’Africa e dell’Africa del nord – aree che, insieme, comprendono le principali rotte migratorie africane verso l’Europa. I paesi vicini in queste regioni possono anch’essi beneficiare dei progetti del Fondo fiduciario per far fronte ai flussi migratori regionali e alle sfide transfrontaliere collegate». Infatti il fondo Fiduciario interessa   Burkina Faso, Camerun, Ciad, Gambia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria e Senegal (Sahel e Lago Ciad); Gibuti, Eritrea, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Tanzania e Uganda (Corno d’Africa) Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto (Africa del Nord) e «I Paesi vicini ai Paesi ammissibili possono beneficiare, caso per caso, dei progetti a dimensione regionale del Fondo fiduciario per far fronte ai flussi migratori regionali e alle sfide transfrontaliere collegate»

Obiettivo del Fondo fiduciario è quello di «aiutare a promuovere la stabilità nelle regioni interessate e contribuire a una migliore gestione della migrazione. Più specificamente, il Fondo è volto ad affrontare le cause profonde della destabilizzazione, dei trasferimenti forzati e della migrazione irregolare promuovendo le prospettive economiche e le pari opportunità, la sicurezza e lo sviluppo».

In una nota la Commissione Ue spiega che «L’Agenda europea sulla migrazione intende evitare ulteriori perdite di vite umane in mare e potenziare la cooperazione generale con i principali paesi di transito e di origine. Intende inoltre affrontare le cause profonde della migrazione irregolare e dei trasferimenti forzati nei paesi di origine e di transito, in particolare rafforzando lo Stato di diritto, creando opportunità economiche e di istruzione e promuovendo una migliore governance, così come il rimpatrio, la riammissione e la reintegrazione effettivi e sostenibili dei migranti irregolari che non hanno i requisiti per la protezione. Ciò richiede un fermo impegno a sostenere lo sviluppo delle capacità dei paesi terzi nel settore della migrazione e della gestione delle frontiere e a favorire la stabilizzazione e lo sviluppo di queste regioni dell’Africa».

Possono essere finanziati dal Fondo fiduciario: Progetti che istituiscono programmi economici che creano opportunità di lavoro, in particolare per i giovani e le donne, con un’attenzione particolare alla formazione professionale e alla creazione di micro e piccole imprese. Le azioni potrebbero contribuire in particolare a sostenere la reintegrazione dei rimpatriati nelle rispettive comunità. Progetti che sostengono i servizi di base per le popolazioni locali, quali la sicurezza alimentare e nutrizionale, la sanità, l’istruzione e la protezione sociale, ma anche la sostenibilità ambientale. Progetti che migliorano la gestione della migrazione, compresi il contenimento e la prevenzione della migrazione irregolare, riammissioni e rimpatri effettivi, protezione internazionale e asilo, migrazione e mobilità legale, e rafforzamento delle sinergie fra la migrazione e lo sviluppo. Progetti intesi a migliorare la governance globale, in particolare promuovendo la prevenzione dei conflitti e rafforzando lo Stato di diritto mediante lo sviluppo di capacità a sostegno della sicurezza e dello sviluppo e dell’applicazione della legge, compresa la gestione delle frontiere e gli aspetti relativi alla migrazione. Le azioni potrebbero anche contribuire a prevenire e contrastare la radicalizzazione e l’estremismo.

Juncker ha detto che «Grazie alla cooperazione allo sviluppo, che porta avanti da anni, l’Unione europea contribuisce considerevolmente alla lotta contro le cause profonde della povertà e dell’immigrazione. Oggi compiamo un altro passo avanti. Il Fondo fiduciario d’emergenza per l’Africa, istituito in tempi record, mostra una volta di più l’impegno dell’Ue a rispondere rapidamente alle grandi sfide da affrontare nella regione. Il successo di questo impegno dipende anche dalla collaborazione con altri Paesi europei e i nostri paesi partner in Africa nel lottare contro le cause profonde della migrazione irregolare e nel promuovere prospettive economiche e pari opportunità, sicurezza e sviluppo. Perché il Fondo fiduciario per l’Africa e la nostra risposta siano credibili, auspico che più Stati membri vi contribuiscano, e che si raggiungano gli 1,8 miliardi di euro proposti dall’Ue».

La prima riunione del Consiglio strategico del Fondo fiduciario di emergenza dell’Unione europea avrà luogo già oggi a La Valletta per garantire il rapido avvio delle attività. Il Consiglio d’amministrazione del Fondo fiduciario è presieduto dalla Commissione europea ed è composto dai rappresentanti degli Stati membri e degli altri donatori. Sono stati invitati a partecipare anche i Paesi partner e le organizzazioni regionali. Il Comitato esecutivo, composto dai rappresentanti della Commissione europea e degli Stati membri donatori, seleziona poi i progetti appropriati. I paesi partner e le loro organizzazioni regionali pertinenti saranno invitati a partecipare a entrambi i livelli della governance del Fondo fiduciario. Uno dei principi del Fondo è «avviare il dialogo politico con i partner africani per elaborare interventi strategici ed efficaci. A tal fine, per garantire la titolarità locale, le autorità nazionali e locali verranno consultate in anticipo per le priorità e i progetti presentati al Consiglio strategico e al Comitato esecutivo. Tutti i partner saranno anche debitamente coinvolti nel processo di identificazione, formulazione e attuazione, e potranno esprimere le proprie vedute in sede di Consiglio e di Comitato esecutivo».

Il Fondo fiduciario mette in comune contributi provenienti da vari strumenti finanziari della Commissione europea a carico del bilancio dell’Ue, comprese considerevoli risorse nuove. Si tratta di nuovi finanziamenti provenienti dalla riserva dell’11° Fondo europeo di sviluppo (FES), integrati da alcuni fondi dei programmi indicativi regionali per l’Africa occidentale, centrale e orientale, insieme a contributi dei programmi indicativi nazionali per il Corno d’Africa. Per affrontare le crisi che colpiscono le regioni in questione ulteriori finanziamenti vengono attinti anche da strumenti finanziari quali lo Strumento di cooperazione allo sviluppo (SCS) e lo Strumento europeo di vicinato (SEV). Gli strumenti gestiti dalla Commissione apportano un totale di 1,8 miliardi di euro, cui si aggiungono nuovi fondi degli Stati membri dell’UE e di altri donatori.

Il Fondo fiduciario dell’Ue andrà a completare gli esistenti aiuti allo sviluppo dell’Ue e degli Stati membri a favore dell’Africa, che ammontano a più di 20 miliardi di euro all’anno e che servono a sostenere una crescita economica inclusiva e sostenibile. Nel complesso, l’aiuto dell’UE risponderà alle aspirazioni delle popolazioni delle regioni in questione, affrontando sia le motivazioni che le spingono a emigrare volontariamente per ragioni economiche che le cause profonde delle migrazioni e dei trasferimenti forzati.