Nasa: un milione di Km2 di ghiaccio marino estivo in più

Ghiacciai artici, Nasa vs Esa: chi ha ragione? Entrambi. Chi ha torto? Gli ecoscettici

Esa: «Spessore minimo record del ghiaccio»

[12 Settembre 2013]

Boom di ghiacciai artici? E’ bastata una estate artica un po’ più fresca delle ultime per far gridare gli ecoscettici e titolare a qualche giornale italiano al nuovo raffreddamento globale. In effetti, secondo i dati resi noti dalla Nasa, quest’anno il ghiaccio marino estivo dell’Artico è stato circa un milione di Km2 ed il 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2012, quando il ghiaccio marino artico arrivò al  record negativo assoluto (,34 milioni di Km2), da quando vengono fatte le misurazioni, cioè circa la metà della dimensione media della calotta polare marina el periodo 1979-2010. Ma ecoscettici e Corriere della Sera sembrano essersi dimenticati di quello che diceva solo il 26 agosto Walt Meier, un glaciologo dello stesso Goddard Space Flight Center della Nasa che ha fornito i dati che secondo loro fornirebbero le prove della fine del global warming: «Anche quest’anno finirà con l’essere la  sesta o settima misurazione più bassa. Ciò che conta è che le 10 estensioni più basse registrate sono avvenuti nel corso degli ultimi 10 anni. La tendenza a lungo termine è fortemente verso il basso». Eppure sui giornali anglosassoni impazza la discussione sul fatto se i cali dell’estensioni dei ghiacci marini artici siano ciclici ed addirittura si scrive che siamo di fronte ad un nuovo periodo freddo e che i calcoli fatti dagli scienziati di tutto il mondo sono “difettosi”.

La discussione ignora completamente un fatto incontrovertibile: il 21 agosto 2013 l’estensione del ghiaccio marino artico era di 5,83 milioni di Km2 e nel 1996 il ghiaccio estivo copriva 8,2 milioni di Km2 84 chilometri quadrati del Mar Glaciale Artico. Come aveva già spiegato Meyer, il record negativo del 2012 dipendeva da condizioni meteorologiche eccezionali: «Le tempeste dello scorso anno sono arrivate su una superficie di acqua aperta ed hanno mischiato i pezzi più piccoli di ghiaccio con l’acqua relativamente calda, quindi si scioglievano molto rapidamente. Quest’anno, le tempeste hanno colpito in una zona di ghiaccio più consolidata. Le tempeste di quest’anno sono stati più tipici temporali estivi, è stato l’anno scorso ad essere insolito».

Per sostenere la tesi della fine o della bufala del global warming si ignorano non solo i dati dell’Agenzia spaziale europea (Esa), ma quelli della stessa Nasa che solo una ventina di giorni fa evidenziava: «La calotta di ghiaccio del mare artico si è notevolmente assottigliato negli ultimi 10 anni e ora è molto vulnerabile allo scioglimento. La copertura di ghiaccio pluriennale, costituita da spessi ghiacci che sono sopravvissuti ad almeno due estati, è diminuita ad un ritmo ancora più veloce del ghiaccio sottile più giovane».

Una cosa molto preoccupante e che viene confermata  dati inviati a terra dal satellite Cryosat 2, lanciato dall’Esa per misurare proprio lo spessore dei ghiacci ai Poli, e presentati al Living Planet Symposium in corso a Edimburgo. L’Esa smonta in una frase i gridolini di gioia degli ecoscettici: «Se quindi, per la prima volta negli ultimi anni, l’estate 2013 non segnerà la minima estensione dei ghiacci artici, detiene il nuovo primato negativo dell’assottigliamento minimo».

Secondo l’Esa, «I nuovi dati sull’Artico indicano che i ghiacci perenni si stanno assottigliando e sono probabilmente destinati a sparire entro uno o due decenni. Infatti, quello che emerge chiaramente è  che, se si mettono insieme i dati sull’estensione dei ghiacci marini e  quelli sul loro spessore, viene confermato quello che dice il responsabile della missione dell’Esa, Tommaso Parrinello:«Tra il 2020 e il 2030 in estate l’Artico potrebbe molto probabilmente essere libero dai ghiacci e in inverno resterebbe solo il ghiaccio annuale. ’Il satellite Cyosat 2 ha misurato lo spessore dei ghiacci nell’Artico nel 2011, nel 2012 e nel 2013 e notiamo distintamente la riduzione del loro spessore. ’Al momento la nostra è solo un’osservazione qualitativa e stiamo elaborando i dati numerici», che dovrebbero essere pronti entro fine anno.

Parlando al Living Planet Symposium, Andrew Shepherd,  dell’università di Leeds, ha ribadito che «CryoSat continua a fornire una chiara evidenza della diminuzione del ghiaccio nel Mare Artico. Dalle misurazioni del satellite si può vedere che alcune parti del pack di ghiaccio del ghiaccio si sono diradate più velocemente di altre, ma c’è stata una diminuzione del volume invernale ed estivo del ghiaccio nel corso degli ultimi tre anni. Il volume del ghiaccio marino, alla fine dello scorso inverno era inferiore di 15.000 km3 ed è stato inferiore rispetto a qualsiasi altro anno andando verso l’estate, il che indica una minore crescita invernale del solito». Quindi, nonostante il milione di Km2 in più rispetto al 2012, nel 2013  il  ghiaccio marino più sottile a inizio estate potrebbe significare che il volume effettivo di ghiaccio può aver raggiunto il suo nuovo minimo storico. Quindi, grazie a condizioni meteorologiche favorevoli, il ghiaccio marino è più esteso ma ce n’è in realtà di meno.

Rachel Tilling, dell’University College di Londra, che sta lavorando sui dati di CryoSat, chiude la polemica: «I readings  provenienti da CryoSat nel mese di ottobre, quando il ghiaccio comincia a ricongelare, confermeranno questo in entrambi i modi».

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