Governo italiano e Onu lanciano il Centro per il clima e lo sviluppo sostenibile dell’Africa

Da Silva (Fao): «L'agricoltura africana non potrà modernizzarsi se non lavoriamo con i giovani in zone rurali, dando loro delle opzioni diverse dalla migrazione»

[29 Gennaio 2019]

È stato inaugurato ieri a Roma il Centro per il clima e lo sviluppo sostenibile dell’Africa, fondato dal Governo italiano in collaborazione con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) e la Fao, ovvero l’organizzazione Onu per l’alimentazione e l’agricoltura. «L’agricoltura africana non potrà modernizzarsi se non lavoriamo con i giovani in zone rurali, dando loro delle opzioni diverse dalla migrazione – spiega il direttore generale della Fao, Graziano Da Silva – Le zone rurali hanno bisogno dei loro giovani per svilupparsi. Tuttavia nessun sviluppo potrà verificarsi se non facciamo fronte ai cambiamenti climatici e le sfide che gli stessi presentano».

Purtroppo però i dati raccolti negli ultimi anni anziché progressi mostrano una brusca inversione di rotta, con la fame nel mondo che è tornata ad aumentare sull’onda di conflitti e cambiamenti climatici; il risultato è che oggi l’Africa subsahariana è la regione con la più alta prevalenza di denutrizione e con una produzione agricola di molto inferiore rispetto ad altre regioni. Per questo «se non intensifichiamo le nostre azioni nel Sahel – continua Da Silva – non riusciremo ad adempiere agli impegni presi con l’Agenda per lo sviluppo sostenibile e l’obiettivo “fame zero” non sarà raggiunto entro il 2030».

In questo contesto, il governo italiano ha istituito un fondo fiduciario in supporto al Centro. Si tratta di un piccolo ma positivo passo: tra i primi compiti, quello di sostenere le iniziative promosse dal Segretario generale delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile nella regione del Sahel. «Uno dei progetti che ho in animo – commenta il ministro italiano dell’Ambiente, Sergio Costa – è la salvaguardia della fascia più aggredita dalla desertificazione e dal cambiamento climatico, la fascia del Sahel, che attraversa oltre 10 paesi africani. Stiamo preparando una progettazione significativa in questa fascia, che è anche quella che fa emergere il problema della migrazione in una percentuale particolarmente alta, perché è in una fase di desertificazione molto intensa».