Guterres ai governi del G7: non solo Amazzonia, mobilitatevi per il summit Onu sul clima

Wwf: il G7 reagisce agli incendi in Amazzonia ma non affronta la crisi climatica

[27 Agosto 2019]

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres,  ha colto l’occasione del G7 “contro le ineguaglianze” che si è tenuto in Francia per chiedere ai Paesi più industrializzati di mobilitarsi a favore del summit sul clima che si terrà a New York il 23 settembre in apertura dell’Assemblea generale dell’Onu.

Il summit del G7 è stato dominato dai problemi degli incendi in Amazzonia, ma Guterres ha ricordato che «Viviamo una cfrisi climatica : Vediamo degli incendi in Siberia, Alaska, Canada, Groenlandia nel circolo polare artico (…) Vediamo oggi quel che succede in Amazzonia».

Guterres il 23 agosto aveva chiesto di proteggere la foresta amazzonica ricordando che  «Nel  contesto della crisi climatica mondiale, non possiamo permetterci di danneggiare ancora di più una grande fonte di ossigeno e di biodiversità».

A Biarritz, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Usa hanno deciso di inviare urgentemente un aiuto per 20 milioni di dollari per l’Amazzonia, subito respinto dal presidente neofascita brasiliano Jair Bolsonaro, e il presidente francese  Emmanuel Macron ha annunciato un’iniziativa del G7 per la foresta amazzonica che verrà lanciata proprio all’Assemblea generale dell’Onu a settembre, anche questa bollata da Bolsonaro come colonialista.

Al G7 Guterres ha ricordato alcuni fatto incontrovertibili: «Il mese di luglio è stato il mese più  caldo mai registrato e gli anni 2015 e 2019 stanno per diventare i 5 anni più caldi mai registrati. Secondo la World meteorogical organization, la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è oggi la più alta mai registrata nel corso del periodo della vita umana  e bisogna risalire a 3 o a 5 milioni di anni indietro per ritrovare delle situazioni simili e allora il livello del mare era ben più alto:  da 10 a 20 metri. In Groenlandia, la seconda più grande calotta glaciale del mondo sta fondendo in maniera spettacolare: 179 miliardi di tonnellate di ghiaccio si sono fuse a luglio».

Di fronte all’emergenza climatica, il capo dell’Onu ha chiesto agli Stati, a cominciare da quelli più ricchi e potenti di «Realizzare le promesse che hanno fatto nel quadro dell’Accordo di Parigi sul clima e di andare oltre gli impegni che hanno preso e che non hanno mantenuto. Oggi la scienza ci dice che bisogna assolutamente restringere a 1,5° C l’aumento delle temperature entro la fine del secolo e che per farlo bisogna raggiungere la carbon neutrality entro il 2050 e una riduzione delle emissioni di gas serra del 45% entro il  2030. E’ quindi assolutamente essenziale che i Paesi si impegnino ad aumentare quel che è stato promesso a Parigi, perché quel che è stato promesso a Parigi non basta e quel che è stato promesso a Parigi attualmente non è stato nemmeno attuato».

Guterres ha sottolineato che «Gli Stati devono dar prova di maggiore e prendersi un impegno più forte a favore del clima. Vediamo la società mobilitarsi, I giovani mobilitarsi e vogliamo che i Paesi vengano a New York e possano impegnarsi ad essere carbon neutral nel 2050, aumentando considerevolmente le loro ambizioni nelle  Nationally Determined Contributions , per l’azione climatica che dovrà essere riesaminata nel 2020».

Il segretario generale dell’Onu ha concluso chiedendo nuovamente di «Tassare il carbonio e non la gente, sopprimere le sovvenzioni ai combustibili fossili e non costruire più centrali a carbone  dopo il  2020. Abbiamo bisogno, soprattutto da parte dei Paesi appartenenti al G7, di dare un esempio positivo».

E’ più o meno quel che pensa anche il Wwf che, nonostante  i Paesi del G7 abbiano annunciato un primo pacchetto di aiuti per l’Amazzonia, sottolinea «L’importanza che i leader affrontino le cause che sono alla radice delle emergenze climatiche e ambientali con misure concrete a lungo termine anziché tentare di tappare i buchi. Oltre alle iniziative a lungo termine contro la deforestazione amazzonica, che le nazioni del G7 dovrebbero presentare il mese prossimo a New York, il Wwf invita i loro leader a mantenere, rafforzandoli, gli impegni sul clima, in quanto cruciali per la protezione dell’Amazzonia e delle altre risorse naturali del Pianeta».
Manuel Pulgar-Vidal, leader dell’iniziativa per il clima e l’energia del Wwf International ha evidenziato che «Vedere i leader reagire agli incendi boschivi senza precedenti in Amazzonia è incoraggiante, ma il G7 deve riconoscere che è necessario fare molto di più per l’Amazzonia e che questa tragedia è solo la punta dell’iceberg. Delude il fatto che i leader dei paesi G7 non abbiano colto l’occasione per mettere a punto misure concrete necessarie per affrontare le grandi emergenze naturali e climatiche di cui il pianeta sta soffrendo. Non siamo sulla buona strada per affrontare queste emergenze – l’impegno collettivo è insufficiente e lo slancio per rafforzare questo impegno vacilla. Questo è il deludente scenario scientifico e politico con cui si è concluso il vertice del G7».

Secondo il Panda: «I leader riuniti a Biarritz avevano la straordinaria opportunità di inviare al mondo, prima del vertice di settembre sulle azioni per il clima convocato dal Segretario generale delle Nazioni Unite a New York, un messaggio forte sulla necessità di essere più decisi nell’affrontare la crisi climatica: un’opportunità che, purtroppo non è stata colta. Le nazioni del G7 possono svolgere un ruolo cruciale nella lotta alla deforestazione che ha causato incendi boschivi devastanti in tutto il mondo. Il loro compito è quello di adottare azioni e sviluppare politiche che eliminino la deforestazione causata dall’importazione di materie prime, definendo accordi commerciali che mettano al bando la deforestazione».

Nel 2020 in Cina si terrà da 15esima Conferenza delle parti della Convention on biological diversity  che, ricorda il Wwf, «Costituisce  una delle serie di importanti incontri intergovernativi sull’ambiente dei prossimi mesi, tra cui il Climate Summit (vertice sul clima), il forum politico ad alto livello voluto dal Segretario generale dell’Onu e la stessa Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre nonché le due Conferenze delle Parti, la CoP25 e la CoP26 della Convenzione sul Clima che avranno luogo rispettivamente  a dicembre 2019 e 2020, dove i leader globali decideranno il futuro del pianeta.
Pulgar-Vidal conclude: «Non possiamo perdere altro tempo. Il mondo è alla ricerca di leader che possano dare una svolta alle politiche globali ambientali e il G7 ha l’opportunità, prima del 2020, di raccogliere collettivamente e individualmente questa sfida agendo in modo decisivo per salvare la natura e affrontare la crisi climatica con azioni efficaci, basate sulla conoscenza scientifica esistente: noi del Wwf li esortiamo a farlo».