Il Green climate fund finanzia i programmi per contrastare il cambiamento climatico in Cile, Kirghizistan e Nepal

Programmi congiunti con la Fao per 161 milioni di dollari a sostegno del sequestro di carbonio e della resilienza dei piccoli agricoltori

[15 Novembre 2019]

Il Consiglio direttivo del Green Climate Fund (GCF), la piattaforma globale che contrasta il cambiamento climatico investendo nello sviluppo di sistemi a low-carbon e resilienti al clima, ha approvato un finanziamento da 161 milioni di dollari per sostenere programmi di resilienza climatica a favore di 1,5 milioni di persone in Cile, Kirghizistan e Nepal.

La Fao, che nell’ambito del “Readiness Programme” del GCF, sostiene attivamente i paesi per migliorare la loro pianificazione e la loro capacità di investimenti legati al cambiamento climatico, aiutandoli nella progettazione e realizzazione dei programmi per costruire la resilienza e mitigare gli effetti del cambiamento climatico nei tre Paesi, e la sua vicedirettrice per il clima e le risorse naturali. Maria Helena Semedo, ha sottolineato che «La Fao e il GCF hanno stretto una solida alleanza strategica per promuovere cambiamenti trasformativi e aiutare i Paesi a costruire la resilienza per arginare gli effetti del cambiamento climatico. Affrontare il cambiamento climatico è un pilastro del lavoro della Fao e un’efficace azione per il clima in tutti i settori dell’agricoltura promuoverà mezzi di sussistenza più resilienti e ridurrà la povertà delle comunità rurali vulnerabili attraverso l’implementazione di interventi di mitigazione e adattamento, preservando al tempo stesso l’ambiente e la biodiversità».

Secondo il direttore esecutivo del GCF, Yannick Glemarec, «il Fund ha permesso di ridurre della metà i tempi necessari dall’approvazione del progetto all’esborso dei fondi necessari durante i primi 4 anni di operatività e la Fao ha svolto un ruolo essenziale, trasformando le idee in azioni innovative. Di fronte face alla speranza proveniente dalle richieste per il cambiamento climatico, il GCF si è impegnato a sostenere le iniziative miranti ad adattarsi al cambiamento climatico e ad attenuarne gli effetti, a farlo più velocemente e su una scala più grande».

Il GCF ha approvato la nuova proposta di finanziamento in base ai risultati del progetto REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation) da 63 milioni di dollari, realizzata dalla Fao e dal precedente governo di sinistra del Cile per ripristinare e conservare circa 25.000 ettari di foreste indigene in 5 regioni del Paese. La Fao dice che «Il progetto dovrebbe ridurre le emissioni di gas serra di 1,1 milioni di tonnellate di CO2, favorendo l’imboschimento di oltre 7.000 ettari e la gestione sostenibile e la conservazione di oltre 17.000 ettari di foreste».

La rappresentante della Fao in Cile, Eve Crowley, ha sottolineato che «Delle aree selezionate, oltre 4.000 ettari sono state colpite da incendi. Queste saranno ripristinate con specie sempreverdi – come la quercia – e specie autoctone cilene, come il faggio di Rauli e il faggio di Dombey (Coihue). I criteri di ripartizione dei benefici per l’allocazione delle risorse sottolineano il ruolo del genere, delle popolazioni indigene e delle popolazioni vulnerabili, per garantire impatti sociali e ambientali positivi. Oltre 57.000 persone parteciperanno al programma, che prevede attività di rimboschimento, bonifica e gestione sostenibile, compresi i membri delle comunità indigene».

Al Kirghizistan andranno finanziamenti per 30 milioni di dollari, che verranno integrati con altri 20 milioni di dollari per un programma che punta a invertire il degrado delle foreste e dei pascoli. Alla Fao spiegano che «E’ stato progettato per incrementare la copertura forestale e la produttività del territorio e sostenere la resilienza di oltre 430.000 persone».

L’ex Repubblica sovietica del Kirghizistan non ha sbocco sul mare, ma ha alte montagne, ghiacciai e laghi. Oltre il 40% dei terreni agricoli è gravemente degradato e oltre l’85% della superficie totale del Paese è stato colpito dall’erosione a causa dell’inadeguata gestione dei pascoli e delle pratiche forestali. Dinara Rakhmanova, vice rappresentante della Fao in Kirghizistan, evidenzia che «Il progetto mira ad «Aumentare il sequestro di carbonio attraverso il risanamento delle foreste e dei pascoli, sostenuto da riforme istituzionali e da investimenti per la crescita del verde con il sostegno del settore privato. La combinazione di topografia montuosa e clima piuttosto secco limita l’abbondanza di risorse naturali in Kirghizistan, ulteriormente sotto la pressione degli effetti negativi del cambiamento climatico. Ora puntiamo a fornire incentivi alle comunità per preservare ed espandere le aree boschive, migliorare gli alpeggi e diversificare la loro produzione per aumentare la resilienza al clima. Per garantire la sostenibilità dei miglioramenti delle risorse naturali e del relativo sequestro di carbonio, il programma mira inoltre a ridurre la dipendenza delle comunità rurali dai pascoli e dalle risorse forestali e a migliorare i loro mezzi di sussistenza, aiutandole a diversificare i loro proventi».

In Nepal il Green Climate Fund ha stanziato circa 40 milioni di dollari per un programma che aiuterà quasi un milione di persone a contrastare il degrado forestale, le inondazioni e l’erosione del suolo nella regione collinare della Churia, ai piedi dell’Himalaya, strategica ai fini della sicurezza alimentare del Nepal, ma dove decenni di uso non sostenibile delle risorse naturali hanno causato degrado forestale, inondazioni ed erosione del suolo. Il ministero delle foreste e dell’ambiente del Nepal ha aggiunto altri 8 milioni di dollari, per un totale di oltre 47 milioni di dollari.

Somsak Pipoppinyo, rappresentante della Fao in Nepal, sottolinea che «Questo primo programma approvato dal GCF per il Nepal sarà realizzato nell’arco di 7 anni con l’assistenza tecnica fornita dalla Fao.  Contribuirà a incrementare le capacità di pianificazione e sviluppo all’interno dei nuovi governi provinciali decentrati, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi della strategia REDD+ nazionale. Questo importante contributo GCF al lavoro della FAO in collaborazione con il governo del Nepal a tutti i livelli di federalizzazione, vale a dire centrale, provinciale e municipale, andrà a beneficio di oltre 200.000 famiglie nelle colline della Churia, aiutandole a incrementare la loro resilienza ai cambiamenti ambientali e al mutevole ambiente in cui vivono.Negli anni a venire li aiuterà inoltre ad adattarsi e a mitigare gli effetti del clima e dei fenomeni meteorologici estremi».

Kailash Pokharel del ministero delle finanze nepalese ha detto che la regione di Churia «E’ una priorità nazionale fondamentale per la politica nepalese in materia di sicurezza alimentare e cambiamenti climatici. Ci impegniamo a garantire che il progetto apporti cambiamenti trasformativi alle comunità di base e migliori la resilienza climatica».

Progettato per contribuire direttamente al Nationally determined contribution del Nepal alle riduzione delle emissioni di gas serra previste dalla’ United Nations framework convention on climate change (Unfccc), gran parte del lavoro del progetto si concentrerà sullo sviluppo di infrastrutture per permettere di abbandonare pratiche di gestione delle risorse naturali non sicure e dannose per l’ambiente e la sua sostenibilità a lungo termine dipenderà dalla costruzione di capacità sia individuali che istituzionali, a tutti i livelli.

Ben Vickers, responsabile tecnico della Fao, conclude. «Per coordinare le azioni, il progetto opererà sia con il governo che con le comunità. Prevediamo che queste azioni produrranno quasi mezzo milione di tonnellate di CO2 di riduzioni medie annue delle emissioni».