Inquinamento dell’aria: alla Francia costa più di 100 miliardi di euro all’anno

Torna la richiesta di una vera fiscalità ecologica su carburanti e emissioni

[16 Luglio 2015]

Il rapporto “Pollution de l’air : le coût de l’inaction”  del Senato francese definisce l’inquinamento dell’aria una «aberrazione economica», visto che se si tiene conto dei costi per la sanità, il calo dei rendimenti agricoli e anche le procedure di infrazione europee il costo dell’inquinamento schizza alle stelle.

Secondo la commissione di inchiesta del Senato, l’inquinamento dell’aria costa alla Francia 101,3 miliardi all’anno e i senatori francesi propongono di aumentare le tasse sul diesel e sulle emissioni inquinanti. Insomma, più o meno le stesse misure, la carbon tax, bocciata a furor di popolo dopo la rivolta di camionisti.

e destra francese.

Il rapporto del Senato francese sottolinea che, anche se l’aria è meno inquinata di prima, l’inquinamento «Ha cambiato la sua natura» per diventare meno concentrato nelle aree industriali e più diffuso sul resto del territorio, diventando così una grossa preoccupazione dei francesi, che aumenta durante I picchi di inquinamento.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il particolato in Francia è ogni anno responsabile di 42.000 morti premature e la Commissione del Senato francese dice che il costo sanitario globale (cure di malattie, mortalità prematura, assenteismo sul lavoro, ecc.) rappresenta «Tra i 68 e i 97 miliardi di euro» e 3 miliardi riguardano il solo impatto sulla sicurezza sociale, mentre i costi non sanitari (calo dei raccolti agricoli, degrado degli edifici, spese per la prevenzione…) raggiungono i 4,3 miliardi di euro.

La relatrice Leïla Aïchi, di Europe Écologie Les Verts, evidenzia che «Il costo globale è ampiamente sottostimato, anche perché la Francia è in ritardo e manca di ricerche su questa problematica. Anche gli effetti di alcuni inquinanti sono mal conosciuti, in particolare “l’effetto  cocktail” in presenza di diversi inquinanti».

Intanto la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro la Francia per il mancato rispetto dei valori massimi  del particolato fine in alcune aree.

La Commissione del Senato chiede interventi sulle principali fonti dell’inquinamento dell’aria, prima di tutto i trasporti che rappresentano il 59 % delle emissioni di biossido di azoto e tra il 16 e il 19% delle emissioni di particolati fini. I senatori chiedono in particolare «Una vera fiscalità ecologica», come l’istituzione di una tassa sulle emissioni di azoto, di ossido di azoto e di particolato fine,  e prevedono di «Completare le norme esistenti, mal definite o che non coprono tutti i campi degli inquinanti conosciuti».

Il rapporto torna a chiedere l’allineamento progressivo, entro il 2020, della fiscalità sulla benzina e sul diesel per «uscire dall’ambiguità persistente dei poteri pubblici», così come la deduzione dell’Iva sulla benzina e l’elettricità utilizzate da veicoli ibridi ed elettrici.

La Aïchi  sottolinea che le proposte sono largamente condivise, visto che il rapporto è stato votato all’unanimità sia dalla maggioranza socialista che dalle diverse opposizioni.

Per l’agricoltura, la commissione ha raccomandato di studiare dettagliatamente la causa della mortalità superiore alla media tra gli agricoltori e di controllare meglio la dispersione di inquinanti. Inoltre chiede anche  di integrare l’impatto sulla qualità dell’aria nelle autorizzazioni per mettere sul mercato i prodotti fitosanitari  e di istituire progressivamente in tre anni l’etichettatura dei prodotti in funzione delle loro emissioni inquinanti volatili. In Francia tra il 2009 e il 2013 l’utilizzo dei prodotti fitosanitari è aumentato del 5%.

Nonostante l’accordo politico unanime, non mancano le critiche di diversi settori economici per l’impatto negativo sull’economia e il lavoro che avrebbero le misure proposte, ma Leïla Aïchi risponde che «Tenuto conto dei costi in gioco, considerare l’ambiente, la salute, come delle variabili di aggiustamento economico (…) non sembra pertinente. Bisogna fare in modo che queste difficoltà ambientali diventino un’opportunità economica» e il rapporto della Commissione fa notare che «Già oggi, il beneficio sanitario netto della lotta contro l’inquinamento si è innalzato fino a più di 11 miliardi di euro all’anno».