La lotta contro la crisi climatica si allontana

Ispra, il post-Covid è già qui: le emissioni italiane di gas serra stanno tornando a crescere

«Tale andamento conferma la necessità di modifiche strutturali, tecnologiche e comportamentali che riducano al minimo le emissioni»

[10 Giugno 2021]

Dopo l’Enea che ha segnalato un incremento nelle emissioni di gas serra italiane del +0,2% già nel primo trimestre 2021, adesso è direttamente l’Ispra a fornire le stime di crescita per l’anno in corso: «Nel 2021 le emissioni sul territorio nazionale sono previste superiori dello 0.3% rispetto al 2020 a fronte di un incremento previsto del Pil pari all’1.9%», dopo il crollo registrato a causa della pandemia nel 2020.

A partire dai dati attualmente disponibili, l’Istituto nazionale per la protezione e la ricerca ambientale prefigura dunque «un leggero incremento delle emissioni di gas serra come conseguenza della ripresa della mobilità e delle attività economiche», delineando dunque un disaccoppiamento relativo tra crescita economica e andamento dei gas serra.

Uno scenario che di per sé non darebbe soddisfazione dell’Accordo sul clima di Parigi, dato che le emissioni climalteranti dovrebbero scendere e molto in termini assoluti, non crescere sebbene più lentamente del Pil.

Peraltro, le previsioni economiche più aggiornate sembrano mostrare ben altre cifre del +1,9% impiegato dall’Ispra: solo pochi giorni fa l’Istat ha infatti prefigurato un aumento del Pil italiano pari al +4,7% nell’anno in corso, ovvero un incremento più che doppio.

Raddoppieranno dunque anche le emissioni di gas serra, rispetto a quanto ad oggi previsto da Ispra? Possibile. Soprattutto perché, come riconosce in primis l’Istituto, tale «andamento conferma la necessità di modifiche strutturali, tecnologiche e comportamentali che riducano al minimo le emissioni di gas serra nel medio e lungo periodo». Modifiche strutturali che finora evidentemente non ci sono state.

Eppure a rischio continua ad esserci non “solo” il clima, ma anche la nostra economia: il recente rapporto realizzato dallo Swiss Re Institute per Oxfam mostra chiaramente che senza azioni climatiche davvero ambiziose, le «economie delle nazioni del G7 potrebbero vedere una perdita media dell’8,5% annuo entro il 2050, equivalente a 4,8 trilioni di dollari». E all’Italia andrebbe ancora peggio, con perdite stimate nell’ordine dell’11,5% del Pil, il dato peggiore tra i Paesi analizzati.