La Corte costituzionale tedesca boccia la legge sul clima. Gli ambientalisti: successo storico

I Grünen: «E’ tempo per un governo di protezione del clima!»

[30 Aprile 2021]

La Bundesverfassungsgericht, la Corte costituzionale federale tedesca, ha sentenziato che la Klimaschutzgesetz, la legge sulla protezione del clima approvata dal governo di Grosse Koalition  CDU/CSU – SPD nel  2019 è parzialmente incostituzionale. Le misure di protezione del clima decise finora non sono sufficienti per ridurre le emissioni a sufficienza per contrastare i pericoli della crisi climatica e questo violerebbe le libertà della generazione più giovane.  La relazione esplicativa della sentenza  precisa: «Praticamente qualsiasi libertà è potenzialmente influenzata da questi futuri obblighi di riduzione delle emissioni, perché quasi tutti gli ambiti della vita umana sono ancora legati all’emissione di gas serra e sono quindi minacciati da drastiche restrizioni dopo il 2030». E la Corte costituzionale tedesca conclude: «La tutela della libertà futura richiede anche l’avvio tempestivo del passaggio alla neutralità climatica. In particolare, ciò richiede che siano formulate in una fase iniziale misure trasparenti per l’ulteriore progettazione della riduzione dei gas serra, che forniscano un orientamento per i necessari processi di sviluppo e implementazione e diano loro un grado sufficiente di pressione di sviluppo e sicurezza della pianificazione».

Come spiega Greenpeace Deutschland, «La Corte costituzionale federale ha ampiamente accolto il ricorso costituzionale di 9 giovani per un futuro umano: la libertà e i diritti fondamentali sono già violati oggi da una protezione del clima inadeguata. Il legislatore deve migliorare la legge sulla protezione del clima entro la fine del prossimo anno».

Il totale i ricorsi alla Corte Costituzionale federale contro la legge sulla protezione del clima approvata dal governo federale tedesco nel 2019 erano  4 e i ricorrenti sono giovani e adulti provenienti dalla Germania e dall’estero. Sono sostenuti da Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschland (BUND), Solarenergie-Förderverein Deutschland, Deutschen Umwelthilfe (DUH), Greenpeace, Germanwatch  e Protect the Planet. Con i loro ricorsi costituzionali, i giovani hanno evidenziato i punti critici e le insufficienze della Klimaschutzgesetz, ritenendola non efficace nel proteggere i loro diritti fondamentali dalle conseguenze della crisi climatica e per adempiere agli obblighi dell’Accordo di Parigi sul clima. La sentenza della Bundesverfassungsgericht  era stata preceduta da una causa dinanzi al tribunale amministrativo di Berlino che ha fornito una base importante per la clamorosa sentenza costituzionale che arriva come un terremoto annunciato sulla politica tedesca nell’anno delle elezioni e dell’addio di Angela Merkel.

Esultano i Grünen: «Il verdetto dimostra che ora abbiamo bisogno di un programma di protezione del clima immediato» e la loro candidata alla cancelleria, Annalena Baerbock, aggiunge: «Questo è una sentenza storica. Il messaggio chiaro della Corte costituzionale federale è: una protezione climatica insufficiente minaccia la libertà di questa e delle generazioni future. Noi ei nostri figli abbiamo un diritto fondamentale al futuro. Questo è una sentenza che deve avere delle conseguenze. Il tempo delle scuse è finito».

Per i Grünen, che volano nei sondaggi, «La corte ha giustamente ritenuto che i diritti fondamentali da proteggere e il requisito costituzionale di proteggere le basi naturali della vita richiedono più che vaghi annunci legali di obiettivi futuri. Ora dobbiamo agire in modo coerente e specifico per tagliare più Co2. Altrimenti le generazioni future non avranno più un margine di manovra sufficiente. Questo significa che è necessario un programma di protezione del clima immediato: entro la metà di questo decennio, espandere le energie rinnovabili del doppio all’anno rispetto ad adesso, uscire dal carbone più velocemente, consentire solo automobili a emissioni zero dal 2030 e un prezzo di CO2 che premi gli investimenti in metodi di produzione climate neutral, il danno climatico, d’altro canto, sta diventando più costoso».

In effetti la sentenza della Bundesverfassungsgerich sembra un assist elettorale per i Verdi tedeschi e i Grünen prendono la palla al balzo per assicurare che la attueranno con il nuovo governo federale che ambiscono a dirigere: «Orienteremo il nostro paese verso il rispetto dell’Accordo di Parigi sul clima e modificheremo di conseguenza la legge sulla protezione del clima. Questo include anche la definizione di obiettivi specifici di riduzione per l’intero periodo fino al raggiungimento della neutralità climatica in tutti i settori. In quanto persone politicamente responsabili, abbiamo il compito non solo di pensare a cicli a breve termine, ma di garantire i diritti fondamentali a lungo termine. È così che vogliamo agire».

E se la Germania, la locomotiva dell’Europa dovrà correre di più verso la climate neutrality, dovranno farlo anche gli altri Paesi Ue, Italia comprese, dove la Klimaschutzgesetz era per alcuni versi già qualcosa di fantascientifico.

L’avvocato Roda Verheyen che rappresenta i giovani ricorrenti, riassume bene la situazione: «La Corte costituzionale federale ha stabilito oggi un nuovo standard significativo a livello mondiale per la protezione del clima come diritto umano. Ha riconosciuto la situazione di estrema crisi nella protezione del clima e ha interpretato i diritti fondamentali in modo appropriato per la futura generazione. Il legislatore ha ora il mandato di determinare un percorso di riduzione coerente fino al raggiungimento della neutralità dei gas serra. Attendere e posticipare riduzioni radicali delle emissioni a più tardi non è costituzionale. La protezione del clima oggi deve garantire che le generazioni future abbiano ancora spazio».

Fridays for Future Deutschland  ricorda che «La crisi climatica sta già limitando i diritti delle persone in tutto il mondo, soprattutto nelle aree più colpite (MAPA = Most Affected People and Areas). Ora, è tanto più importante adottare finalmente misure efficaci e tempestive che tengano conto degli aspetti della giustizia. Questo per garantire che l’onere principale di affrontare le cause e le conseguenze della crisi climatica non ricada sulle spalle di coloro che hanno fatto il minimo per portarci in questa condizione».

Lo studio “ Wie Deutschland bis 2035 CO2-neutral werden kann” realizzato dal Wuppertal Instituts für Klima, Umwelt, Energie per Fridays For Future ha dimostrato che in Germania è possibile attuare una politica conforme agli 1.5° C. La sentenza della Corte costituzionale federale ora obbliga il governo federale a definire e attuare finalmente misure concrete sulla via verso la neutralità dei gas serra, invece di rimandarle sempre più in un lontano futuro. Inoltre, mostra ancora una volta in cosa consiste la politica climatica: vale a dire garantire i diritti fondamentali delle generazioni attuali e future.

Resta da vedere se il governo federale attuerà in futuro misure costituzionali per la giustizia climatica invece di continuare a compiere tentativi meno ambiziosi. La sentenza ha dimostrato che vale la pena esigere congiuntamente e costantemente un futuro in cui valga la pena vivere. Questo è il motivo per cui dobbiamo lottare insieme per garantire che la  fallimentare legge sulla protezione del clima sia ora sostituita da una vera protezione del clima

Sophie Backsen, una delle giovani denuncianti che è stata mossa a presentare la denuncia dagli impatti dei cambiamenti climatici sulla sua isola natale, Pellworm, è molto soddisfatta: «La decisione della Corte è un enorme successo per noi giovani che siamo già colpiti dalla crisi climatica: sono molto contentoa. E’ diventato chiaro che parti essenziali della Klimaschutzgesetz non sono compatibili con i nostri diritti fondamentali. Un’efficace protezione del clima deve iniziare ed essere implementata ora, non solo tra 10 anni. Questo è l’unico modo per assicurarmi il futuro sulla mia isola natale. La decisione mi dà il vento favorevole per continuare a combattere».

Luisa Neubauer, di Fridays for Future, che era tra i giovani che hanno presentato il ricorso, conclude: «Il governo non deve agire oggi in modo tale da gravarci ulteriormente domani. La protezione del clima non è bella da avere: la protezione del clima equo è un diritto fondamentale, ora è ufficiale. Un enorme successo, per tutti e soprattutto per noi giovani che da oltre due anni partecipiamo agli scioperi per il clima per il nostro futuro. Ora continueremo a lottare per una politica degli 1,5 gradi equa per tutte le generazioni».