La destra francese boicotta e offende Greta Thunberg: “guru dell’apocalisse” per adolescenti

Greenpeace France: «Greta all’Assemblée nationale: la maturità di fronte all’ipocrisia politica»

[24 Luglio 2019]

Greta Thunberg che era stata invitata da un gruppo trasversale di parlamentari a parlare all’Assemblée nationale insieme ad altri ragazzi del movimento climatico,  si è scagliata contro i politici francesi che legislatori francesi che hanno boicottato il suo intervento e che l’hanno derisa.

La 16enne attivista svedese si era rivolta ai parlamentari francesi con una sua frase ormai usuale: «Non devete ascoltare noi, dovete ascoltare la scienza».

Ma i neofascisti dell’ex Front Natonal, ribattezzato Rassemblement National (il principale alleato europeo della Lega ex nord), sostenuti da molti “moderati” repubblicani  avevano annunciato il boicottaggio del discorsi della  Thunberg al Parlamento francese. In testa a tutti c’era il candidato alla guida dei Repubblicani (gli ex gaullisti), che ha scritto su Twitter: «Non abbiamo bisogno di guru dell’apocalisse».

Altri parlamentari francesi avevano insultato pesantemente la giovane ambientalista già prima del suo discorso, definendola «profetessa in shorts» e la «Justin Bieber dell’ecologia».

Il deputato repubblicano Julien Aubert, terzo nei sondaggi per la leadership del suo Partito in declino, ha suggerito alla Thunberg di concorrere al «Premio Nobel per la paura» e, intervenendo a France 2, Jordan Bardella, un deputato del Rassemblement National, ha equiparato la campagna climatica del movimento nato dalle iniziative della Thunberg  a «Una dittatura di emozioni perpetue».

Tutto questo nel Paese dove è stato approvato l’Accordo di Parigi in un consenso che appariva quasi generale, forse perché allora la Francia non poteva mostrare la faccia vergognosa che ha mostrato ieri di fronte a tutto il mondo.

Europe Écologie Les Verts e quasi tutti (ma non tuti) i parlamentari La République En Marche, il Partito centrista del presidente francese Emmanuel Macron En Marche, hanno appoggiato e applaudito Greta e gli altri ragazzi/e intervenuti/e.

La Thunberg  non si è fatta intimidire ha risposto ai suoi critici e ribadito le sue richieste di azioni urgenti da parte dei governi per contenere le emissioni di carbonio. Parlando in inglese, Greta ha detto che «I ragazzi come me  sono diventati “i cattivi” per aver osato dire ai politici cose ​​spiacevoli sui cambiamenti climatici. Solo perché agiamo o perché citiamo questi numeri, questi fatti scientifici, riceviamo quantità inimmaginabili di odio e minacce. Siamo derisi e subiamo le bugie di membri del parlamento e di giornalisti.

La destra di qualsiasi tipo: estren ma, neo, neoliberista, neoconservatrice e sovranista non sembra poter perdonare alla Thunberg di aver scatenato un movimento giovanile per il clima e di aver incontrato il Papa, il segretario generale dell’Onu e di essersi rivolta al Parlamento europeo, facendo vergognare i politici per ciò che denuncia come sui cambiamenti climatici. Ma quello che è successo in Francia è qualcosa di nuovo: di solito Greta viene attaccata da campagne giornalistiche che cercano di mettere in dubbio la sua indipendenza e da troll su Twitter e Facebook, ma finora le critiche dei politici verso di lei erano state abbastanza prudenti.

Delphine Batho  di Europe Écologie Les Verts ha detto che le critiche verso la Thunberg a sono approssimative e ridicole e accusano: «Larrive e Aubert stanno giocando una partita interna di retroguardia nella battaglia contro i cambiamenti climatici».

Durissima Greenpeace France: «L’arrivo di Greta Thunberg all’Assemblée nationale a scatenato le parole in libertà di numerosi  negazionisti climatici e dei più refrattari alla lotta contro il cambiamento climatico- ma i tentativi di recuperare della maggioranza non possono mascherare l’inazione del governo in materia».

Clément Sénéchal, responsabile campagne climat di Greenpeace France, attacca. «La maturità della quale alcuni rinfacciano a Greta, la lucidità, è quindi quella che manca crudelmente all’esecutivo. Perché la maturità consiste nel dare coerenza alla propria condotta con le sue conoscenze, nel mettere d’accordo sapere e potere. Si tratta quindi di inazione pubblica, nonostante l’accumulo senza precedenti di dati scientifici e la proliferazione di avvertimenti di esperti sulla crisi climatica, il che è preoccupante e dovrebbe essere denunciato da tutti. Greta Thunberg è inquietante perché fa invecchiare tutto di un colpo la classe politica e, nelle sue osservazioni, sembra molto più adulta rispetto a molti parlamentari che sono in contatto permanente con le lobby industriali nei corridoi all’Assemblée nationale ma che hanno annunciano il boicottaggio contro di lei. Inoltre,  la coincidenza dell’arrivo di Greta Thunberg con il voto sul CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement col Canada, ndr) serve solo a evidenziare la totale mancanza di impegno del governo e del Presidente nella lotta ai cambiamenti climatici. E’ chiaro che oggi Greta Thunberg e i giovani mobilitati per il clima si stanno comportando molto di più da  adulti rispetto al governo francese, che preferisce mentire e restare nella  negazione dell’emergenza climatica, continuando, ad esempio, a  difendere accordi commerciali feroci, come il Mercosur o il CETA».

Per Greenpeace, «Il sostegno di Emmanuel Macron al CETA è in contraddizione con tutte le sue promesse di smettere di firmare testi internazionali che contraddicano l’Accordo di Parigi». L’organizzazione ambientalista invita i parlamentari a non firmare il testo, che è stato votato solennemente alla Camera e sottolinea che «Il governo si sta rifugiando dietro l’idea di “veto climatico”, mentre nulla del genere è contenuto nel testo dell’accordo. Il governo sta mentendo e quindi non rispetta il suo impegno a rispettare le raccomandazioni della commissione Schubert, che lui stesso aveva commissionato per mettere in atto misure di salvaguardia del clima. Questo accordo, attraverso i tribunali arbitrali, farà passare gli interessi dei settori industriali dannosi per il clima davanti all’azione pubblica e alle leggi favorevoli alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Su un argomento così serio, i parlamentari devono avere il coraggio di non seguire il governo e di pensare a questa generazione che i cambiamenti climatici priveranno del futuro».

Ma su questo, in un finto balletto di opposizione e voti favorevoli, Macron e la destra di ogni gradazione sembrano d’accordo e Greta va bene sia ai “moderati” per fare un po’ di greenwashing che per sfogare le pulsioni maschiliste e fascistoidi di un’estrema destra come sempre forte con i deboli e debole (e complice) con i forti.