La parola dell’anno è climate strike

Nell’anno di Greta Thunberg le parole più usate oscillano tra catastrofe e speranza, apparenza e impegno

[7 Novembre 2019]

Collins Dictionaries ha individuato la parola (in lingua inglese) dell’anno e spiega così la sua scelta: «Sono tempi strani che inducono ansia, ma ci sono ragioni per essere allegri. Questo è ciò che la lingua inglese sembra dirci nel 2019». Dopo aver setacciato siti Web, giornali, riviste, social media e conversazioni quotidiane, i lessicografi del Collins hanno rilevato «Un aumento delle parole legate al disordine ambientale e digitale, nonché di quelle collegate al combattimento». La stessa Word of the Year, “climate strike” – sciopero climatico, incarna una risposta positiva a una grave crisi, mentre la parola arrivata seconda, Deepfake ci parla di video contraffatti, della finzione che diventa realtà in un modo dove la disinformazione la fa da padrona. La terza parola, “Hopepunk”, un genere ottimista di narrazione in contrasto con la fantascienza e la fantasy catastrofista e dark, sembra dirci che bisogna essere ottimisti anche in periodi bui come quelli che stiamo vivendo. Quarta, come nell’oscillazione del pendolo di una società globale confusa, è “Influencer” una parola sempre più usata per identificare le nuove star dei consumi e di YouTube e Facebook  che stanno scalzando quelle di Hollywood. Con la quinta parola in classifica, “Rewilding” si torna a parlare di ambiente, o meglio di ripristino e cura di un’ambiente dal quale scompare la fauna selvatica che un tempo svolgeva un ruolo vitale nelle campagne: dagli insetti ai piccoli mammiferi. Dalla top 5 è scomparsa la parola dell’anno 2018: “Brexit”.
Ecco perché Collins Dictionaries ha scelto “Climate strike” come Word of the Year: «Questo è stato l’anno in cui Greta Thunberg è diventata una superstar, diffondendo il suo appello per l’azione climatica in tutto il mondo, sia attraverso apparizioni in incontri internazionali, sia diffondendo la tattica degli scioperi per attirare l’attenzione sulla sua causa. Per lei questo significava saltare le lezioni, sotto lo slogan skolstrejk för klimatet (in svedese “sciopero scolastico per il clima”). Per altri significava interrompere il lavoro – con circa 6 milioni di persone, giovani e meno giovani, che hanno partecipato al global climate strike di settembre. Il primo evento a essere chiamato “climate strike ” non aveva nulla a che fare con Greta: è avvenuto nel novembre 2015, all’esterno del vertice sul clima di Parigi, quando aveva solo 12 anni. Anche così, l’utilizzo di so di “climate strike” nel Collins’ database of language, il Collins Corpus, tra il 2018 e il 2019 è aumentato di 100 volte».