La Regione Toscana si impegna a dichiarare emergenza climatica, è la prima in Italia

I cambiamenti climatici sono già qui: nell’ultimo anno i dati mostrano un’anomalia di temperatura media pari a +1,0°C rispetto al periodo 1981-2010. Fattori: «La politica deve assumersi la propria responsabilità»

[12 Giugno 2019]

L’Italia nei giorni scorsi ha avuto la sua occasione di dichiarare emergenza climatica, seguendo le orme di quanto già fatto da Gran Bretagna e Irlanda, ma i senatori delle forze di maggioranza – M5S e Lega – hanno deciso di bocciare le mozioni avanzate dalle opposizioni nel merito, e l’opportunità per il momento è svanita. Purtroppo però negare l’evidenza non basta: l’ultimo anno è stato il più caldo da oltre due secoli per il nostro Paese, dove l’aumento della temperatura corre già oggi più velocemente di quanto non accada alla media globale. E la Toscana non sfugge certo alla regola: i dati del Lamma, il consorzio nato tra Regione e Cnr, mostrano come il 2018 sia stato caratterizzato da un’anomalia di temperatura media, rispetto al periodo 1981-2010,  pari a +1,0°C, oltre a registrare fenomeni meteorologici estremi come bombe d’acqua, venti fino a 170 km/h e onde di 7 metri. Per questo il Consiglio regionale ha scelto di prendere formalmente atto dei cambiamenti climatici in corso.

L’Aula ha infatti approvato ieri una mozione presentata da Sì-Toscana a sinistra – il testo approvato accoglie anche gli emendamenti proposti dal Partito democratico, concordati con Sì – attraverso la quale la Regione Toscana è chiamata a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale. «La politica deve assumersi la propria responsabilità», dichiara al proposito Tommaso Fattori di Sì-Toscana a sinistra, e serve «un cambio di passo» dinanzi alla «principale emergenza di tipo planetario che dobbiamo fronteggiare: noi riteniamo che la dichiarazione dello stato di emergenza sia il primo passo nella direzione giusta». La Regione Toscana, così facendo, sarebbe «la prima in Italia».

Nel dettaglio, la mozione impegna la Giunta regionale a “dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale in Toscana, quale assunzione di consapevolezza e responsabilità politica, coordinando e rafforzando ulteriormente le politiche, azioni e iniziative volte al contrasto del cambiamento climatico, da considerare una priorità trasversale ai propri piani e programmi, alle politiche economiche e agli accordi da perseguire”; ad attivarsi, come disposto dall’emendamento Pd, “affinché il governo riveda la sua posizione e dichiari lo stato di emergenza ambientale e climatica del Paese, riconoscendo così l’esigenza di porre in essere tutte le azioni necessarie e non rinviabili volte a non compromettere il futuro delle nuove generazioni”.

La Giunta regionale è impegnata inoltre a sostenere, in attuazione dell’accordo di Parigi, “obiettivi più ambiziosi per contrastare il cambiamento climatico e decarbonizzare l’economia”; ad attivarsi affinché siano adottate “opportune forme di fiscalità ambientale, rivedendo le imposte sull’energia e sull’uso delle risorse ambientali a favore della sostenibilità, anche attraverso la revisione della disciplina delle accise su prodotti energetici in funzione del contenuto di carbonio, al fine di accelerare la conversione degli attuali sistemi energetici verso modelli a emissioni basse o nulle”; a favorire e incrementare gli investimenti sulla ricerca e lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, sul risparmio energetico e sull’efficiente produzione dell’energia”; ad assumere “ogni idonea iniziativa finalizzata a sollecitare la partecipazione degli enti locali alla definizione del nuovo quadro energetico ed ambientale determinato dalla dichiarazione di emergenza climatica”. A questo proposito è utile ricordare che l’orizzonte più avanzato finora prospettato dagli organismi regionali – in collaborazione con l’Università di Pisa – è quello elaborato all’interno del progetto presentato nel 2017 Toscana Green 2050, all’interno del quale si documenta come la regione entro trent’anni potrebbe divenire autosufficiente nella produzione di energia elettrica unicamente grazie alle fonti rinnovabili disponibili sul territorio, geotermia in primis.

Tornado alla mozione, il testo impegna anche la Giunta toscana a richiedere l’esclusione dal patto di stabilità delle spese e degli investimenti delle Regioni e degli Enti locali “volti alla riduzione delle emissioni climalteranti e all’adattamento al cambiamento climatico, con particolare riguardo alle risorse finalizzate al risparmio e all’efficienza energetica, allo sviluppo delle energie rinnovabili e alla messa in sicurezza del territorio per la prevenzione dal dissesto idrogeologico e dalla siccità”; a dare piena attuazione, infine (ed è questo un secondo punto introdotto con gli emendamenti del Partito democratico) alla legge regionale 48 del 2018 (norme in materia di economia circolare), “convocando un gruppo di lavoro paritetico, politico e tecnico tra la Giunta e il Consiglio”, finalizzato alla modifica della legislazione regionale relativa alla programmazione di settore, in linea con quanto previsto dall’introduzione dei principi di sviluppo sostenibile ed economia circolare nello Statuto della Regione.