La Russia si sta riscaldando in modo sproporzionatamente veloce

Bozza di rapporto del ministero dell'ambiente russo: conseguenze devastanti

[5 Settembre 2019]

La bozza di rapporto sui dati ambientali del 2018 presentata dal ministero delle risorse naturali e dell’ambiente della Federazione Russa evidenzia che «Secondo i dati disponibili provenienti da osservazioni a lungo termine, il clima in Russia si sta riscaldando più rapidamente del clima globale».

Sembrano lontani i tempi in cui il presidente Russo Vladimir Putin diceva che il riscaldamento globale avrebbe permesso alla Russia non solo di accedere meglio alle risorse di idrocarburi nascoste sotto l’Artico o di estendere le sue terre agricole (oppure di permettere alle donne di comprare meno pellicce)  Dalla bozza di  rapporto  emerge che tra il 1976 e il 2018 le temperature medie in Russia sono aumentate più del doppio rispetto a quelle osservate in tutto il mondo. Il 2018 in Russia è stato il nono anno più caldo dal 1936.

Non va meglio per quanto riguarda l’inquinamento: in Russia 13,4 milioni di persone vivono in 46 città «altamente inquinate», con le città siberiane che guidano la sporca classifica delle 22 città più inquinate, dove vivono circa 5,1 milioni di persone.

La bozza di rapporto ambientale arriva proprio mentre la Russia, entro questo mese, dovrebbe finalmente ratificare l’Accordo di Parigi sul clima che ha firmato nel dicembre 2015. Nonostante la Russia finora si sia spesso unita all’Arabia Saudita e agli Usa nel boicottaggio dell’assunzione degli impegni di Parigi, precedenti rapporti prevedevano un impatto catastrofico dei cambiamenti climatici “non gestiti” sull’immenso territorio russo: epidemie, siccità e fame di massa. Lo stesso ministero delle risorse naturali e dell’ambiente ha avvertito che lo scioglimento del permafrost nell’Artico russo potrebbe rilasciare «sostanze chimiche, biologiche e radioattive pericolose che penetrano nell’habitat umano», mentre le foreste siberiane sono sempre più soggette a incendi e l’Estremo Oriente russo subirà sempre più inondazioni e monsoni.

Il governo russo era già corso ai ripari nel 2018 stanziando 1,55 trilioni di rubli (22 miliardi di dollari)  destinati a un programma per ridurre le emissioni di gas serra, favorire il rimboschimento e il riciclo dei rifiuti e combattere l’inquinamento atmosferico. Ma gli incendi che hanno devastato la Siberia quest’estate, con evidenti sottovalutazioni e ritardi negli interventi, hanno dimostrato quanto è difficile passare dal dire al fare.

Dal rapporto ambientale presentato l’anno scorso en mergevano alcuni dati abbastanza impressionanti: tra il 2016 e il 2017 in Russia i morti causati da catastrofi ambientali sono aumentati di 11 volte. Mosca e altre grandi città sono le arre più rischio della Russia per ondate di caldo e aumento dell’inquinamento, mentre gli anziani che vivono nella Russia centrale e meridionale sono la fascia di popolazione più esposta al pericolo di ondate di caldo. Altre regioni possono diventare focolai di malattie a causa di acqua potabile contaminata e del moltiplicarsi degli insetti vettori.

Nella Russia meridionale potrebbero moltiplicarsi gli incidenti ferroviari causati dalla deformazione dei binari dovuta alle  temperature estremamente elevate, mentre nella Russia centrale il surriscaldamento degli edifici durante le ondate di caldo provocherà un aumento del consumo di energia, contribuendo ai blackout, alla carenza di energia e di approvvigionamento idrico per la popolazione urbana” nella Russia centrale.

In Russia le temperature sono aumentate di oltre il doppio rispetto alla media mondiale di 0,18 gradi Celsius per decennio. Nel 2017 la concentrazione di gas serra, trainata dalla crescita economica e della popolazione negli ultimi due secoli, ha raggiunto livelli record e «Questo ha portato a livelli senza precedenti,  almeno negli ultimi 800.000 anni, di concentrazioni atmosferiche di biossido di carbonio (CO2), metano e protossido di azoto», dice il rapporto.

Con il 4,5% delle emissioni globali, la Russia è diventata il quarto emettitore mondiale di  gas serra dopo Cina, Stati Uniti e India e il ministero dell’ambiente afferma che «E’ sicuro al 95% che l’attività umana abbia contribuito al riscaldamento globale osservato dalla metà del XX secolo», smentendo così il piccolo manipolo di scienziati russi – adorati dai negazionisti climatici di tutto il mondo – che dicono che il riscaldamento globale in corso ha origini naturali e dovute ai cicli solari.