La scomparsa di Wallace Broecker, il profeta dislessico del cambiamento climatico

«Il sistema climatico è una bestia arrabbiata, e noi la stiamo colpendo con dei bastoni»

[20 Febbraio 2019]

Il 18 febbraio, è morto a 87 anni a New York,  Wallace Broecker, un geochimico che ha avviato una ricerca chiave sulla storia del clima della terra e su come viene influenzato degli esseri umani, Ne ha dato notizia oggi il Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, dove Broecker ha trascorso una carriera durata quasi 67 anni.

E’ stato uno dei primi scienziati a prevedere un aumento imminente della temperatura terrestre a causa della produzione antropica di biossido di carbonio e si deve a lui l’introduzione di “riscaldamento globale” nel lessico scientifico negli anni ’70. Gran parte del suo lavoro si è concentrato sugli oceani , tra le altre cose, i suoi studi di chimica marina hanno aiutato a tracciare la mappa della circolazione oceanica globale e dei  suoi potenti effetti sul clima. I suoi studi hanno anche contribuito a gettare le basi per il lavoro di molti altri scienziati in vari campi. Broecker  aveva anche una passione per la politica e ha influenzato figure potenti nel governo statunitense (come Bill Clinton) e del mondo degli affari.

Broecker, che tutti chiamavano Wally era il secondo di 5 figli di un benzinaio sobborgo di Chicago e suo padre Wallace e sua madre Edith Smith erano due cristiani evangelici che credevano fermamente che la Terra fosse stata creata da Dio poche migliaia di anni fa e ai figli era vietato bere, ballare e guardare film. Broecker frequentò un college fondamentalista cristiano dell’Illinois. Il suo destino non sembrava certo quello di un brillante scienziato rivoluzionario.

Ma a fargli cambiare la vita fu un altro studente, Paul Gast, che in seguito sarebbe diventato direttore del  programma lunare della NASA, che nell’estate del 1952 lo aiutò a organizzare un test di laboratorio in quello che allora si chiamava Osservatorio Geologico Lamont. E’ lì che Broecker lavorò con J. Laurence Kulp, un geochimico, a un progetto pionieristico sulla datazione al radiocarbonio, un metodo allora rivoluzionario, che gli permise di capire quanto erano sbagliate le credenza dei suoi genitori sulla creazione del mondo.

Dopo essersi trasferito alla Columbia University ha continuato a lavorare con Kulp. Ma il suo passato integralista pesava molto (era soprannominato “il teologo”) e per 8 anni venne escluso dalle crociere oceanografiche destinate agli studenti. Nel 1958 conseguì il dottorato di ricerca e comincio una inarrestabile carriera scientifica. La sua più grande gioia era scoprire qualcosa su quello che chiamava il giardino dell’Eden e poterla descrivere.

E’ stato Broecker a demolire la convinzione che ci vollero decine di migliaia di anni – e non secoli come ha dimostrato –  perché l’acqua circolasse tra le regioni basse e profonde degli oceani del mondo. Una scoperta ha dimostrato che gli oceani sono molto più dinamici di quanto si pensasse in precedenza. E questo a sua volta implicava che gli oceani potessero potenzialmente influenzare la composizione dell’atmosfera, o viceversa.

A partire dal 1960, Broecker navigò su molti degli oceani e dei mari del mondo per mappare la circolazione oceanica, lo scambio di gas con l’atmosfera e altri processi marini. Un  lavoro collettivo che ha fornito le basi per praticamente tutti gli studi successivi di chimica marina e sulla relazione degli oceani con il clima.  Broecker si interessò a come gli oceani assorbono l’anidride carbonica dall’aria e quali effetti potresse avere sul clima. Una cosa fino ad allora poco studiata, ma all’inizio degli anni ’70, altri ricercatori avevano analizzato delle carote di ghiaccio provenienti dalla Groenlandia e avevano dimostrato che così si  potevano monitorare i livelli di CO2 atmosferica presenti nel lontano passato. Un lavoro che suggerì a Broecker che livelli più elevati di CO2 potevano essere correlati con i periodi di riscaldamento. Era un’ipotesi che circolava tra diversi scienziati che pensavano che, dal XIX secolo l’aumento di emissioni di CO2 prodotta dall’uomo avrebbero potuto potenzialmente riscaldare il pianeta. E scienziati come Charles Keeling della Scripps Institution of Oceanography, stavano già monitorando i livelli di CO2 in tempo reale e considerandone gli effetti.

Nell’agosto del 1975, Broecker sintetizzò tutto in uno studio su Science destinato a entrare nella storia: “Climatic Change: Are We on the Brink of a Pronounced Global Warming?”, nel quale sosteneva che gli esseri umani stavano cambiando il clima emettendo CO2. La cosa fu accolta con scetticismo, visto che il mondo stava vivendo quello che credeva fosse un ciclo di raffreddamento naturale di 40 anni che stava mascherando gli effetti del riscaldamento globale. Ma Broecker  predisse che il ciclo si sarebbe presto invertito e che, quindi, il riscaldamento antropico sarebbe diventato drammaticamente visibile. Poi si scoprì che aveva erroneamente interpretato alcuni dei dati delle carote di ghiaccio ma aveva azzeccato in pieno il quadro generale giusto. Nel 1976 divenne evidente che  le temperature iniziavano a salire e, da allora, hanno continuato a farlo seguendo praticamente la traiettoria prevista da Broecker.

Il termine “global warming” fu rapidamente adottato dal mondo scientifico e fece la sua comparsa nel primo rapporto sul riscaldamento globale pubblicato nel 1979 dall’U.S. National Academy of Sciences. Uniti.  Da allora Broecker e una manciata di altri scienziati hanno iniziato a informare i leader statunitensi e mondiali sui pericoli dei cambiamenti climatici e Wally ha testimoniato alle prime udienze del Congresso che si occupano di questo argomento ed è lì che ha incontrato Al Gore, che sarebbe diventato vicepresidente Usa e uno dei più noti attivisti climatici del mondo.

A metà degli anni ’80 Broecker definì cartograficamente la circolazione oceanica mondiale: “The Great Ocean Conveyor”, il gigantesco fiume di acqua calda e poco profonda che scorre dal Pacifico del Sud fino all’Oceano Indiano, scivolando lungo l’Africa e poi dirigendosi a nord attraverso l’Atlantico. Una volta che impatta con l’acqua fredda dall’Artico, l’acqua si raffredda e affonda nei pressi dell’Europa settentrionale. Da lì, scorre attraverso l’abisso verso il Pacifico per riscaldarsi, risalire e ricominciare il ciclo. «Il flusso è così enorme . spiegava Broecker – che deve aiutare a regolare il clima globale spostando enormi quantità di calore da un luogo all’altro». Un’idea ora accettata universalmente.

Poi Broecker avanzò l’idea che questo “trasportatore” potesse improvvisamente accendersi e spegnersi, dando luogo a drastici cambiamenti climatici, e che ci volessero non più di millenni ma forse solo per decenni. Indicò un raffreddamento apparentemente rapido risalente a circa 12.000 anni fa che produsse una glaciazione temporanea in Europa e le altre regioni. «Paradossalmente – sosteneva –  la causa avrebbe potuto essere un clima che si riscaldava e il crollo delle calotte polari nordiche, che introdusse un impulso di acqua dolce che spinse indietro il trasportatore». Vi ricorda qualcosa? Poi avvertì ben prima di altri che «L’esperimento incontrollato del riscaldamento provocato dall’uomo potrebbe portare a cambiamenti rapidi simili». Amava dire: «Il sistema climatico è una bestia arrabbiata, e noi la stiamo colpendo con dei bastoni».

Le sue teorie hanno ispirato altri studi e film “esagerati” come The Day After Tomorrow , ma anche canzoni come  “Uncle Wally’s Tale”, di Tom Chapin. (che era il cognato di Broecker).  Alla Columbia University Broecker  ha conosciuto un consulente, Steve Bannon, che in seguito sarebbe diventato il consigliere negazionista climatico e neofascista di un presidente Usa: Donald Trump. Il giovane Bannon era piaciuto al grande scienziato e rimase molto sorpreso che «avesse dimenticato o non avesse compreso la scienza». Per questo cercò di parlarci, ma l’alfiere della neodestra sovranista ha sempre accuratamente vitato di incontrare lo scienziato.

Broecker è stato autore o coautore di circa 500 articoli di ricerca e almeno 17 libri, molti dei quali scaricabili gratuitamente, Non esiste un premio Nobel per le scienze della terra, ma Broecker ha ricevuto onorificenze e milioni di dollari in premi da fondazioni, governi e società scientifiche e lauree ad honorem da Harvard, Cambridge e altre università. Faceva parte dellla Royal Society di Londra e della National Academy of Sciences Usa. Nel 1996, ha ricevuto la National Medal of Science dal presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.

Tutto questo sembra ancora più incredibile se si pensa che l’ex studente fondamentalista evangelico Broecker era dislessico e che non è mai riuscito a imparare come scrivere o utilizzare un personal computer. Ha sempre scritto con una matita su un bloc notes e il suo staff doveva riscrivere tutto, anche i testi delle e-mail.

Negli ultimi anni, Broecker ci ha avvertito con sempre più urgenza dei pericoli dei cambiamenti climatici, ma ha anche detto che molto rimane sconosciuto: «E’ umiliante studiare il sistema terrestre, perché ti rendi conto che la natura è davvero complicata«. Sosteneva l’abbandono dei combustibili fossili, ma diceva che bisogna far presto: «Non penso che potremo lasciare che le persone povere del pianeta a rimangano povere, solo così non potremo accumulare CO2 nell’atmosfera. Il carbone verrà bruciato e non c’è nulla che possiamo fare al riguardo.  Come impedirai alle persone di usarlo?» Per questo ha sostenuto le  tecnologie sperimentali per assorbire CO2 dall’aria e stoccarla sottoterra.

Nonostante la sua salute s fosse molto peggiorata, Broecker ha continuato a discutere delle sue ultime ricerche e di idee per nuovi progetti con i suoi colleghi fino a pochi giorni prima della sua morte. Durante uno dei suoi ultimi incontri con gli amici, ha detto che voleva essere cremato e ha chiesto al geochimico Sidney Hemming, di spargere le ceneri nell’Oceano quando salperò per la prossima crociera di ricerca.

Richard Alley, uno dei principali climatologi della Pennsylvania State University lo ricorda così: «E’ stato intellettualmente così grande nel definire il modo in cui funziona il sistema terrestre e qual è la sua storia, che tutti noi, in un modo o nell’altro, stiamo seguendo Wally».