La siccità si abbatte sul fiume Po, portata dimezzata rispetto alla media storica

La grande sete attanaglia anche Basilicata e Puglia, dove le riserve idriche sono calate di 23 milioni di metri cubi in 10 giorni

[23 Luglio 2020]

«La situazione complessiva nel nord Italia obbliga ad alzare la soglia di attenzione sull’utilizzo delle risorse idriche, indispensabili all’agricoltura in un’importante fase dei processi colturali». A (ri)lanciare l’allarme è Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale che riunisce i Consorzi di bonifica (Anbi), a causa dei numeri messi in fila dall’ultimo Osservatorio sullo stato delle risorse idriche: per fotografare lo stato della situazione basta guardare al fiume Po.

Come previsto, in assenza di significative precipitazioni, si stanno rapidamente esaurendo le portate del fiume Po, praticamente dimezzate rispetto alla media storica e largamente inferiori all’anno scorso; al rilevamento di Pontelagoscuro, nel ferrarese, il Grande Fiume segna 631 metri cubi al secondo (la media è mc/sec 1.140 e l’anno scorso, in questo periodo, era mc./sec 934), puntando alla prima soglia di criticità fissata a quota 600.

E se nel centro Italia per il momento resta tranquillizzante la situazione dell’invaso della diga di Penne in Abruzzo (attualmente trattiene 6.91 milioni di metri cubi su una capienza massima pari a 8,80), e anche nel Lazio è superiore, all’anno scorso, il livello del lago di Bracciano (mentre è inferiore, anche se non preoccupante, il livello idrometrico del fiume Liri-Garigliano), al sud non va certo meglio che al nord. Anzi.

Resta deficitaria la situazione negli invasi siciliani, seppur l’isola sia stata colpita da disastrose “bombe d’acqua”, e la grande sete continua ad attanagliare soprattutto la Basilicata, le cui riserve idriche sono calate di 12 milioni di metri cubi in una settimana (con un deficit di Mmc. 62,02 rispetto all’anno scorso) e la Puglia, i cui invasi sono calati di 11 milioni di metri cubi d’acqua in 10 giorni (segnando una residua disponibilità inferiore di circa 81 milioni di metri cubi rispetto al 2019).