Le scelte per la ripresa post Covid-19 modelleranno il clima futuro

L’impatto del lockdown sulla diminuzione delle temperature globali è stato trascurabile

[10 Agosto 2020]

Secondo il nuovo studio “Current and future global climate impacts resulting from COVID-19”, pubblicato su Nature Climate Change da un team internazionale di ricercatori guidato da Piers Forster, direttore del Priestley International Centre for Climate dell’università di Leeds, un piano di ripresa economica post-lockdown che comprenda e punti decisamente su scelte rispettose del clima potrebbe aiutare in modo significativo nella battaglia contro il riscaldamento globale.

Ma lo stesso studio avverte che  il repentino calo delle emissioni di gas serra e degli inquinanti atmosferici durante il lockdown ha avuto un impatto trascurabile sul contenimento dell’aumento della temperatura globale e che «Anche se alcune misure di blocco che rimanessero in vigore fino alla fine del 2021 , senza ulteriori interventi strutturali, entro il 2030 le temperature globali saranno solo di circa 0,01° C inferiori alle previsioni».

Tuttavia, lo studio stima che includere misure di politica climatica  in un piano di ripresa economica con un forte stimolo green potrebbe prevenire più della metà del riscaldamento aggiuntivo previsto entro il 2050 che ci sarebbe con le politiche attuali. Questo ci darebbe una buona possibilità che le temperature globali rimangano al di sotto del limite dei più 1,5° C v chiesto dall’Accordo di Parigi per evitare i più gravi rischi e impatti che avremmo con temperature più elevate.

Forster dell’Università di Leeds ha iniziato la ricerca con sua figlia, Harriet, in pieno lockdown e chiusura dei corsi universitari, e hanno analizzato i dati sulla mobilità globale accessibili su Google e Apple. Hanno calcolato come sono cambiate in 123 Paesi le emissioni di 10 diversi gas serra e inquinanti atmosferici tra febbraio e giugno 2020. Hanno quindi messo insieme un team più ampio per fare un l’analisi dettagliata e che nello studio pubblicato su Nature Climate Change descrive dettagliatamente come, nonostante la CO2, gli ossidi di azoto (NOx) e altre emissioni siano diminuite del 10 – 30% a livello globale grazie ai massicci cambiamenti comportamentali osservati durante il lockdown, «Ci potrà essere solo un piccolo impatto sul clima, soprattutto perché la diminuzione delle emissioni causata dalle misure di confinamento è temporanea».

Per uno degli autori dello studio, Mathew Evans, dei Wolfson Atmospheric Chemistry Laboratories dell’università di York e del National Center for Atmospheric Science, ha detto che «L’analisi delle osservazioni sulla qualità dell’aria  provenienti da tutto il mondo ci ha mostrato che le riduzioni delle emissioni catturate dai dati sulla mobilità di Google e Apple erano abbastanza vicini a quelli effettivamente sperimentati».

I ricercatori hanno anche modellato le opzioni per il recupero post- lockdown, dimostrando che «La situazione attuale offre un’opportunità unica per attuare un cambiamento economico strutturale che potrebbe aiutarci ad andare verso un futuro più resiliente, a emissioni net-zero».

Christoph Keller di Goddard Earth Sciences, Technology and Research della NASA è convinto che «La diminuzione dell’attività umana a seguito della pandemia COVID-19 ha creato un’opportunità unica per quantificare meglio l’impatto umano sull’inquinamento atmosferico. L’analisi quasi in tempo reale di osservazioni, idati sulla mobilità e  i modelli di simulazione della NASA forniscono approfondimenti quantitativi sull’impatto delle misure di contenimento del Covid-19 sull’inquinamento atmosferico. Questo studio dimostra come tali informazioni possono aiutare a far progredire la nostra comprensione delle complesse interazioni tra la qualità dell’aria e il clima».

Forster, che è anche principal investigator del consorzio CONSTRAIN, conferma che «Le scelte fatte ora potrebbero darci una forte possibilità di evitare 0,3° C di riscaldamento aggiuntivo entro la metà del secolo, dimezzando il riscaldamento previsto con le politiche attuali. Questo potrebbe fare la differenza tra successo e fallimento quando si tratta di evitare pericolosi cambiamenti climatici. Lo studio evidenzia anche le opportunità di ridurre l’inquinamento da traffico, incentivando veicoli a basse emissioni, trasporti pubblici e piste ciclabili. La migliore qualità dell’aria avrà immediatamente importanti effetti sulla salute e inizierà immediatamente a raffreddare il clima».

Harriet Forster aggiunge che «Il nostro studio mostra che l’effetto reale del lockdown aul clima è minimo. La cosa importante da riconoscere è che ci è stata data un’enorme opportunità di rilanciare l’economia investendo nelle industrie green e questo può fare un’enorme differenza per il nostro clima futuro».

Unaltra autrice dello studio, Corinne Le Quéré dell’università dell’East Anglia, sottolinea che «Il calo delle emissioni che abbiamo sperimentato durante il Covid-19 è temporaneo e quindi non farà nulla per rallentare il cambiamento climatico, ma le risposte de i governi potrebbero essere un punto di svolta se si concentreranno su una ripresa green, aiutando a evitare gravi impatti dei cambiamenti climatici».

Un altro autore della ricerca, Joeri Rogelj del Grantham Institute – Climate Change and the Environment dell’Imperial College di Londra evidenzia che «Nonostante tutte le speranze, il flash crash delle emissioni globali dovuto alle misure del lockdown non avrà alcun impatto misurabile sulle temperature globali entro il 2030; ma le decisioni che prendiamo quest’anno su come riprenderci da questa crisi possono metterci sulla buona strada per rispettare l’Accordo di Parigi. Da questa tragedia nasce un’opportunità, ma a meno che non venga colta non è escluso un prossimo decennio più inquinante».

Il coautore dello studio Matthew Gidden di Climate Analytics, è d’accordo: «L’effetto duraturo del Covid-19 sul clima non dipenderà da ciò che è accaduto durante la crisi, ma da ciò che verrà dopo. Lo stimolo incentrato sulla ripresa green e sugli investimenti a low-carbon può fornire il rilancio economico necessario, mettendo il mondo sulla buona strada per rispettare gli impegni climatici»

I ricercatori dell’università di Leeds hanno pubblicato una serie di contenuti su come «ricostruire meglio, mettendo l’azione climatica e la resilienza al centro della ripresa post-Coronavirus».