Legge europea sul clima: dure critiche dagli ambientalisti

Greenpeace: è una legge sul clima vuota. Wwf: riflette la politica, non la scienza

[21 Aprile 2021]

L’accordo raggiunto tra Consiglio e Parlamento europeo sulla Legge europea sul clima non piace alle associazioni ambientaliste, a partire da Greenpeace European Unit che accusa: «Sotto pressione per partecipare a un vertice sul clima ospitato giovedì dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden con una legge sul clima conclusa, l’UE ha concordato un obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030 che è ben al di sotto di ciò che la scienza richiede per fermare la catastrofica crisi climatica. Dopo molte  discussioni notturne, l’accordo raggiunto dai governi e dal Parlamento europeo a Bruxelles per dimezzare all’incirca le emissioni entro il 2030 non sarà sufficiente a limitare il riscaldamento globale alla soglia relativamente sicura di 1,5 ° C, sostenuta dall’Accordo sul clima di Parigi».

Silvia Pastorelli, EU climate campaigner  di Greenpeace, sottolinea che «L’Ue è più preoccupata di avere qualcosa di cui vantarsi al vertice di Biden sul clima che di cosa significhi per l’emergenza climatica. Questo accordo dimostra che l’azione climatica dell’Europa è tutta fumo e specchietti per le allodole. I politici che copiano il linguaggio dei manifestanti per il clima in realtà nascondono trucchi contabili inventati dai lobbisti del petrolio e del gas. Questo non è molto meglio del business as usual, grava le giovani generazioni con conseguenze devastanti».

Secondo Greenpeace, «L‘obiettivo del 55% di emissioni nette si traduce in un 52,8% di riduzione delle emissioni reali in settori inquinanti, come l’energia, i trasporti e l’agricoltura, a causa della contabilizzazione delle emissioni che potrebbero essere potenzialmente assorbite da pozzi di carbonio come le foreste. La Commissione ha affermato di voler aumentare il contributo dei pozzi di assorbimento del carbonio, ma questa promessa non è sancita dalla nuova legge e non è ancora chiaro quanto sarebbe fattibile, vista la vulnerabilità delle foreste agli effetti del degrado climatico. Sulla base delle misure e degli obiettivi climatici esistenti, la Commissione europea si aspetta già che l’Ue riduca le emissioni del 46% nel 2030. La legge sul clima sancisce l’obiettivo di climate neutrality dell’Ue per il 2050, ma rimane un obiettivo a livello di Unione, non per i singoli Paesi. L’accordo inoltre aggira per lo più la questione dei sussidi ai combustibili fossili, ignorando l’impegno dell’Ue di eliminarli gradualmente entro il 2025, e fa solo riferimento  all’intenzione della Commissione di tornare sulla questione in un secondo momento.

Greenpeace aggiunge che «L’accordo provvisorio stabilisce anche un bilancio dell’Ue per i gas serra per il periodo dal 2030 al 2050. Anche se questo informerà un obiettivo climatico per il 2040, non affronta il decennio in corso, che gli scienziati avvertono è dove sarà vinta o persa la lotta contro la disgregazione climatica estrema». E ai leader europei che si vantano per l’accordo raggiunto, Greenpeace ricorda che «All’inizio di questa settimana, il Regno Unito ha annunciato un obiettivo di riduzione delle emissioni del 78% entro il 2035, comprese le emissioni del trasporto aereo e marittimo internazionale».

Anche il Wwf evidenzia che «Solo due mesi prima che il pacchetto clima-energia 2030 dell’UE “Fit for 55%” (Pronti per il 55%) sia varato, e con i leader che si riuniscono per il vertice sul Clima del presidente degli Stati Uniti Biden domani e dopodomani, l’Ue si presenterà avendo appena concordato una legge sul clima deludente, che non farà abbastanza per combattere la crisi planetaria».

Imke Lübbeke, responsabile  clima del Wwf European Policy Office evidenzia che «I coraggiosi tentativi del Parlamento europeo di salvare un obiettivo poco ambizioso per il 2030 dalla Commissione e ottenere compromessi dal Consiglio dell’Ue sono andati a vuoto. L’Ue può provare a farsi darsi una pacca sulla spalla al vertice del presidente Biden, ma la realtà è che non risponde adeguatamente a ciò che la scienza mostra che dobbiamo fare nel prossimo decennio per fermare il cambiamento climatico incontrollato».

Per Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia, «L’obiettivo di riduzione delle emissioni Ue è ancora troppo modesto per rappresentare quella spinta alla decarbonizzazione che serve al clima e anche all’economia europea Si seguono ancora i tempi troppo lunghi della politica, non le indicazioni della comunità scientifica. Visto che si parla di “almeno” il 55% di riduzione, va considerato davvero un obiettivo di minima. Positivo che si sia dato il via a un Comitato scientifico per la valutazione indipendente delle politiche europee. L’Agenzia europea dell’ambiente deve ora garantire che l’organismo rimanga politicamente indipendente, e che i suoi membri siano nominati solo sulla base delle loro competenze».

Il Wwf rivolge un invito al nostro governo: «L’Italia deve subito, oggi stesso, avviare la modifica del Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) e della stessa Strategia a Lungo Termine: il PNIEC italiano non è adeguato per il raggiungimento dei nuovi obiettivi europei, non dà una spinta adeguata alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico, mentre prevede molto gas, un combustibile fossile di cui dovremo presto liberarci; anche la Strategia a Lungo Termine non fornisce indicazioni adeguate sul percorso di decarbonizzazione da seguire che, come dimostra tutto il processo internazionale, è in fase di forte accelerazione».