L’Italia del nord tra “maltempo” e (mancato) adattamento ai cambiamenti climatici

Il 2019 è stato il 23° anno consecutivo con anomalia di temperatura per il nostro Paese, ma un Piano nazionale d’adattamento ancora non c’è: è in bozza dal 2017

[31 Agosto 2020]

Mentre il sud Italia brucia, i nord affoga: ancora una volta sul nord-est del Paese si è abbattuta un’altra ondata di eventi meteo estremi, che stavolta si sono scaricati con violenza soprattutto sull’Alto Adige.

Le piogge molto abbondanti registrate in tutta la provincia autonoma di Bolzano, con picchi da 100 a 150 millimetri nelle aree più colpite, hanno provocato esondazioni, frane e sfollamenti.

Mentre scriviamo sta rientrando l’allarme per la piena dell’Adige, ma ieri a Chiusa si è verificata un’esondazione del fiume Isarco, con la Protezione civile che ha invitato la popolazione a lasciare le strade e le piazze pubbliche, e a portarsi nei piani superiori degli edifici. L’ondata di piena ha raggiunto poi nel tardo pomeriggio l’abitato di Egna, dove oltre 320 persone sono state evacuate.

Complessivamente, negli ultimi due giorni (29 e 30 agosto) circa 3.000 vigili del fuoco hanno effettuato oltre 400 interventi in Alto Adige. «Era giusto dichiarare venerdì lo stato di protezione civile Alfa e quindi mettere in guardia la popolazione e attivare i servizi di emergenza. Forse è anche per questo che siamo riusciti a evitare  il peggio e a limitare i danni», commenta il direttore dell’agenzia della Protezione civile Rudolf Pollinger.

Ma oltre alla gestione della (ricorrente) emergenza, ormai per il Paese risulta ineludibile una strategia comune di gestione dei cambiamenti climatici e in particolare dei loro riflessi sul territorio in termini di eventi meteo estremi, un problema che non riguarda certo solo Bolzano o il nord-est.

I cambiamenti climatici provocati dall’uomo, come afferma chiaramente il V report dell’Ipcc insieme a molti altri studi, sono legati all’aumento di eventi meteorologici estremi che anche in Italia rappresentano ormai una costante. Solo nel 2019 l’osservatorio Cittclima di Legambiente ha registrato 85 casi di allagamenti da piogge intense; 54 i casi di danni da trombe d’aria (in forte aumento rispetto alle 41 del 2018), 5 di frane causate da piogge intense e 16 esondazioni fluviali. In tutto si arriva a 157 gli eventi estremi che si sono succeduti quest’anno in Italia e in cui hanno perso la vita 42 persone.

Eppure come ricordato recentemente sempre da Legambiente, l’Italia è oggi l’unico grande Paese europeo a non disporre di un Piano nazionale che definisca chiaramente le priorità di intervento per le aree a maggior rischio nel nostro Paese. Dopo la consultazione sulla prima bozza del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), realizzata nel 2017 con l’autorevole contributo del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), del testo si sono infatti perse le tracce.

Nel frattempo però la crisi climatica non si è dimenticata di noi: come testimoniano gli ultimi dati Ispra il 2019, con +1.56°C, è stato il 23° anno consecutivo con anomalia positiva di temperatura rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990.