Politecnico di Torino e Cnr alleati contro il cambiamento climatico

Collaborazione scientifica sui cambiamenti globali tra Diati e Isac Cnr

[7 Giugno 2019]

Il seminario “Monitoraggio, mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici e globali” tenutosi al Politecnico di Torino, ha segnato l’avvio ufficiale delle attività di collaborazione scientifica tra il Dipartimento di ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture (DiatiI) del Politecnico di Torino e l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac Cnr) di Bologna.
Al Politecnico spiegano che «La convenzione operativa tra i due istituti si sviluppa nell’ambito di un accordo quadro già stipulato nel 2016 tra l’Ateneo torinese e il CNR e intende promuove la collaborazione sui temi del monitoraggio, dell’adattamento e della mitigazione dei cambiamenti climatici e globali attraverso un ampio spettro di attività che andranno da attività di formazione e convegnistica, supervisione di tesi di laurea e collaborazione scientifica sulle tesi di dottorato, attività di public engagement e divulgazione scientifica, partecipazione a progetti di ricerca nazionali e internazionali, trasferimento tecnologico».
La direttrice dell’Isac Cnr, Maria Cristina Facchini, ha evidenziato che «L’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima è il principale istituto del Dipartimento scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr in cui si coniugano competenze modellistiche e sperimentali per la ricerca atmosferica in ambito climatico e globale. Un ampio spettro di strumenti modellistici viene impiegato per lo studio di fenomeni meteorologici come gli eventi estremi di precipitazione, la variazione di parametri climatici su scala decadale, nonché per lo studio della dispersione e trasformazione degli inquinanti atmosferici e dei composti climalteranti. Dal punto di vista sperimentale, vantiamo una rete di osservatori che sono per lo più concentrati in aree d’alta quota, costiere o polari, come le Isole Svalbard e l’Antartide, dove possiamo coniugare lo studio di processi che coinvolgono le forzanti con il monitoraggio delle variabili meteo-climatiche e della composizione dell’atmosfera».
Il direttore del Diati, Rajandrea Sethi, ha detto che «La collaborazione con Isac Cnr assume per noi particolare importanza considerato che il nostro Dipartimento ha ottenuto la qualifica MIUR di Dipartimento di Eccellenza (2018-2022) con un progetto di sviluppo inerente i cambiamenti climatici. Sul fronte delle attività di ricerca stiamo sviluppando un laboratorio integrato e multisito che ci consentirà di fare analisi e raccogliere dati in grotta, su ghiacciaio, tramite un veicolo mobile attrezzato e su infrastrutture quali tetti e pareti verdi. In ambito di didattica invece partirà il prossimo autunno un nuovo indirizzo della nostra Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio dedicato ai cambiamenti climatici».
Il referente del progetto, Francesco Laio, ha aggiunto che «Sarà il primo corso di laurea in Europa orientato specificatamente agli aspetti ingegneristici del cambiamento climatico. Mentre a gennaio 2020 lanceremo un master post laurea su questi temi, con un forte partenariato con il mondo industriale e dei servizi. Tutte queste iniziative ci forniranno numerose occasioni di collaborazione con Isac«.
Durante il seminario sono state presentate alcune delle principali linee di ricerca dei due istituti nell’ambito dei cambiamenti globali e dei cambiamenti climatici. Durante l’evento, inserito tra le iniziative del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso a livello nazionale da ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, sono anche stati esposti dei poster realizzati dagli studenti dell’insegnamento “Cambiamenti climatici e socio-economici”, dedicati a possibili soluzioni di mitigazione dei cambiamenti climatici.
Il Vice-Rettore per la ricerca del Politecnico, Stefano Corgnati, si è detto soddisfatto di questa partenariato e ha concluso: «Il cambiamento climatico è questione di livello globale e per affrontare questa sfida ampia e multidisciplinare occorre sempre più mettere a fattor comune le migliori esperienze e professionalità. Questo accordo è in piena linea con questa traiettoria di “far squadra”: un esempio importante di cooperazione a livello nazionale».