Race to Zero: la road map dalla ripresa post Covid-19 a un’economia resiliente e net zero

Guterres: per raggiungere la carbon neutrality bisogna correre più veloci

[10 Novembre 2020]

Gli High-Level Champions for Global Climate Action, in stretta collaborazione con il Marrakech Partnership, hanno convocato da 9 al 19 novembre la Race to Zero Dialogues, quasi 100 eventi virtuali, e spiegano che «Nello spirito dell’inclusività, gli eventi vengono ospitati in più fusi orari, consentendo a una miriade di relatori da tutto il mondo di riflettere sui progressi compiuti in materia di mitigazione e adattamento».

Il 2020 è stato un anno impegnativo per tutti, ma gli Zero Dialogues  dimostreranno come interi settori dell’economia e della società stiano già passando rapidamente a un futuro zero-carbon. I dialoghi Race To Zero sono un input critico per gli Unfccc Climate Dialogues che si terranno dal 23 novembre al 4 dicembre che porteranno avanti i lavori per disciplinare le regole dell’accordo di Parigi. Entrambi i dialoghi prepareranno il terreno per l’anniversario dell’accordo di Parigi il 12 dicembre, mentre il mondo affronta la “Race to Zero”’ verso la COP26 Unfcccc nel 2021 Il segretario di Stato britannico per le imprese, l’energia e la strategia industriale e presidente della COP26, Alok Sharma, ha dichiarato che «Nei prossimi 9 giorni, spero che questi Dialoghi Race to Zero stimoleranno nuove idee, alleanze e azioni che guideranno il progresso. E’ fantastico vedere che i Dialoghi includono una così vasta gamma di voci, da organizzazioni della società civile, giovani, imprese e investitori».

La segretaria esecutiva dell’Unfccc, Patricia Espinosa, ha aggiunto: «Credo che la campagna Race to Zero – e questi dialoghi – siano essenziali per creare lo slancio necessario per una COP26 di successo. Sebbene la nostra corsa per raggiungere le zero emissioni sia una sfida formidabile, questi dialoghi dimostrano che insieme possiamo lavorare per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi e liberare il loro pieno potenziale».

E dal rapporto “Climate Action Pathways” presentato durante la prima giornata del meeting è emerso che  «Rapidi progressi stanno spingendo 8 settori chiave più vicini ai punti di svolta necessari per raggiungere le zero emissioni entro il 2050 ed evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici».

Ognuno di questi percorsi fissa le pietre miliari a breve e lungo termine per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C  per quanto riguarda energia,  città ed altri insediamenti umani, industria, utilizzo del suolo, oceani e zone costiere, trasporti, acqua e resilienza e, tutti insieme,  «forniscono un modello per coordinare l’ambizione climatica tra città, regioni, imprese e investitori in vista della conferenza COP26 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici fissata a Glasgow nel novembre 2021. L’accordo di Parigi del 2015 invita tutti i Paesi a raggiungere le zero emissioni nette entro metà del secolo e limitare il riscaldamento a 1,5° C».

High-Level Champions for Global Climate Action e Marrakech Partnership sottolineano che «Cresce ancora l’elenco dei settori che intraprendono la corsa alle emissioni zero, con il settore sanitario, responsabile del 4,4% delle emissioni globali nette, che è l’ultimo a salire a bordo. Basandosi sull’ambizione del NHS di raggiungere lo zero netto entro il 2040, l’organizzazione internazionale Health Care Without Harm’s Health Care Climate Challenge si unisce alla Race to Zero, contribuendo a mobilitare più ospedali e sistemi sanitari verso le emissioni zero entro il 2050».

Per dare vita sia ai Percorsi che ai Dialoghi, gli High-Level Champions for Global Climate Action hanno presentato il Sito web Race to Zero. Sviluppata in collaborazione con l’Unfccc, una piattaforma editoriale che racconterà storie di rapide transizioni, rendendo normale l’idea di un mondo a zero emissioni di carbonio, che è già una realtà politica.

Nigel Topping, campione climatico britannico, ha spiegato che «Questa nuova piattaforma sarà un proof-point fondamentale nella nostra teoria dell’esponenzialismo. Il cambiamento esponenziale e non lineare è stato centrale in tutti i principali cambiamenti nella storia umana. Piaccia o no, il cambiamento esponenziale è anche sempre più il modo in cui avviene il cambiamento sul nostro pianeta connesso digitalmente di economie interdipendenti e sistemi di governo trasversali. Gli effetti ripple non ondeggiano più, aumentano».

Intervenendo all’iniziativa, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto: «Ringrazio gli High-Level Climate Champions per aver convocato questi dialoghi nelle date originali della COP26. Il rinvio evidenzia l’interruzione che ha causato la pandemia di Covid-19 e che l’azione per il clima è più urgente che mai mentre lavoriamo per riprenderci dagli effetti della pandemia». Ma Guterres ha ricordato che «Sebbene più governi e imprese si stiano impegnando a raggiungere la coarbon neutrality entro il 2050, il mondo è ancora molto al di sotto di tale obiettivo. Finora l’Unione Europea, il Giappone e la Repubblica di Corea, insieme a più di 110 altri Paesi, hanno preso l’impegno, mentre la Cina dovrebbe unirsi a loro entro il 2060.  Ciò significa che il 50% del PIL mondiale e la metà delle emissioni globali di CO2 sono ora coperte da un impegno net zero. E il numero di impegni net zero da parte delle aziende è più che raddoppiato nell’ultimo anno fino a oltre 1.100. Tuttavia, siamo ancora lontani da dove dobbiamo essere. Il nostro obiettivo è limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi Celsius sopra i livelli preindustriali. Oggi, siamo ancora diretti verso almeno 3 gradi».

Il Segretario generale dell’Onu ha invitato i partecipanti al meeting ad agire e ad aumentare l’ambizione dei loro progetti: «Esorto voi e i membri delle diverse coalizioni di cui fate parte a promuovere, sviluppare e attuare piani di decarbonizzazione credibili. Mettete a bordo la vostra catena di approvvigionamento e dei vostri artner in tempo per il Climate Ambition Summit che ospiterò il 12 dicembre, il quinto anniversario dell’accordo di Parigi».

Per il capo dell’Onu i dialoghi in corso sono un esempio della collaborazione necessaria per affrontare il cambiamento climatico: «Ci stiamo muovendo nella giusta direzione, ma abbiamo bisogno di una maggiore velocità. Ma la finestra di opportunità si sta chiudendo. Tutti i governi, le città, le istituzioni finanziarie e il settore privato devono stabilire piani di transizione per le emissioni net zero.  Abbiamo bisogno che tutti si impegnino per la carbon neutrality entro il 2050 e che intraprendano azioni per il clima a beneficio delle persone e del pianeta».

Gonzalo Muñoz, campione climatico cileno, ha concluso: «Il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi ci richiede di intraprendere una transizione importante, da dove siamo oggi a dove dobbiamo essere entro il 2050. Il viaggio è impegnativo e il tempo è breve. Per entrambi questi motivi, è fondamentale disporre di una road map chiara da percorrere».