Riscaldamento globale: il 65% delle province italiane supera la media europea

La Regione dove le temperature sono salite di più è il Lazio, la Provincia Brindisi

[3 Agosto 2020]

Secondo l’indagine “Il riscaldamento climatico in Europa, comune per comune” pubblicata a maggio dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/EDJNet e rilanciata ora dall’ Iniziativa dei Cittadini Europei Stop Global Warming.EU, l’Italia è uno dei Paesi più colpiti dall’aumento delle temperature. La ricerca realizzata utilizzando i prodotti da Copernicus e dallo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF) e rielaborati nell’ambito del progetto In Marcia con il Clima, consente di conoscere con precisione la variazione di temperatura per ciascun Comune italiano dagli anni ’60 a oggi e ne viene fuori che «La temperatura media nei Comuni italiani rispetto a cinquant’anni fa è cresciuta di 2,2 gradi centigradi, toccando picchi di oltre 4 gradi in alcune aree del Paese».

Stop Global Warming.EU  sottolinea che «Si tratta di dati indicativi ma allarmanti, considerando le proiezioni diffuse dalle Nazioni Unite, secondo cui il pianeta non sarà in grado di sopportare un aumento medio mondiale di 1,5° C. Un limite che, con l’inerzia attuale, dovrebbe essere superato tra il 2030 e il 2050. Con conseguenze catastrofiche. Al momento il livello climatico medio globale, rispetto all’inizio dell’era industriale che viene considerata come riferimento, si è alzato di 1,1° C. Guardando all’Italia la situazione è preoccupante. Le nostre province stanno registrando pericolosi incrementi: ben 72 su 110 province totali (il 65%) superano la media continentale (+1,990°C). Fra le realtà più colpite spicca Brindisi, la più riscaldata d’Italia, che secondo quanto riporta l’osservatorio ha subito un riscaldamento di +3.12° C gradi. Appena sotto le città metropolitane Roma (3,07°) e Milano (2,85°), al secondo e quarto posto, sul podio anche Sondrio (2,98°), al terzo posto. In ordine fino alla 20esima posizione troviamo Latina (2,79°), Vicenza (2,76°), Monza Brianza (2,73°), Bolzano-Bozen (2,71°), Lecce (2,69°), Taranto (2,68°), Campobasso (2,67°), Verbano-Cusio-Ossola (2,66°), Reggio Calabria (2,65°), Pordenone (2,63°), Varese (2,61°), Bergamo (2,58°), Verona (2,56°), Brescia (2,56°), Treviso (2,54°) e Frosinone (2,53°). La regione che ha registrato l’incremento maggiore è il Lazio (+2,66 °C), seguita da Trentino-Alto Adige (+2,57 °C) e Lombardia (+2,56 °C)».

Per l’ex euro-parlamentare Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e fondatore di EUMANS!, il movimento di cittadini europei attivo sullo sviluppo sostenibile, attualmente impegnato in Stop Global Warming.EU, questi dati sono la conferma che «Il compromesso raggiunto a Bruxelles sul tema dei cambiamenti climatici non è all’altezza della gravità dell’emergenza climatica. I Governi nazionali hanno messo sul tavolo una proposta (tassazione compensativa alla frontiera ed eventuale estensione dei diritti di emissione a nuovi settori produttivi dal 2023) del tutto insufficiente, che rischia di essere rivista al ribasso nel corso dell’iter legislativo. Soltanto i cittadini europei possono ora mettere sul tavolo le proposte che i Governi non hanno avuto il coraggio di fare. Se riusciremo a raccogliere un milione di firme da almeno 7 Stati membri, la Commissione europea sarà così formalmente obbligata ad esprimersi su una proposta finalmente adeguata ad affrontare l’emergenza climatica. Ci auguriamo che anche Greta Tumberg, i firmatari dell’appello “Voglio un pianeta così” promosso del Parlamento Europeo e i sindaci italiani che proveremo a coinvolgere singolarmente vogliano cogliere questa opportunità di incardinamento istituzionale di un progetto concreto, in assenza del quale anche le loro richieste – come tutte quelle di chi non si accontenta dell’accordo  – rischiano di rimanere senza nemmeno una risposta da parte della Unione europea».