Il 97% degli scienziati del clima è d’accordo: il riscaldamento globale è di origine antropica

Aumenta ancora il consenso scientifico. Gli scettici confondono le opinioni dei non addetti ai lavori con quelle degli esperti

[13 Aprile 2016]

Lo studio  “Consensus on consensus: a synthesis of consensus estimates on human-caused global warming”. pubblicato su  Environmental Research Letters da un team internazionale di ricercatori guidato dalla Michigan Technological University, conferma che il 97% degli scienziati climatici concordano sul fatto che il cambiamento climatico è causato dagli esseri umani. Sarah Green, che insegna chimica alla Michigan Technological University, dice che «La cosa importante è che questo non è solo uno studio,  è il consenso di molteplici studi».

Questa coerenza tra gli studi contrasta con quanto dicono gli scettici del cambiamento climatico, ma gli autori dello studio sottolineano che i climate change doubters stanno, «confondendo le opinioni dei non addetti ai lavori con quelle degli esperti e partendo dal presupposto che la mancanza di affermazione equivale al dissenso».

Su Environmental Research Letters  il team delinea quello che chiamano “il consenso sul consenso” e attinge da 7 studi indipendenti sul consenso rispetto al global warming di origine antropica, compreso uno studio che, a partire dal 2013, ha esaminato più di 11.000 abstracts ed ha trovato che la stragrande maggioranza degli scienziati concordano sul fatto che gli esseri umani stanno causando i cambiamenti climatici. Grazie a questa nuova collaborazione internazionale e ai dati raccolti da pubblicazioni con diversi  approcci, lo studio arriva alla stessa conclusione: «Il fattore chiave è l’expertise: più gli scienziati hanno esperienza nella scienza climatica, più sono d’accordo sui cambiamenti climatici causati dall’uomo».

Ci sono molte ricerche sul consenso sui cambiamenti climatici, la Green sottolinea che «Il problema con alcune ricerche è che tendono verso popolazioni con punti di vista predeterminati. Inoltre, chi ha risposto ad alcune indagini non ha competenze scientifiche nella scienza climatica. L’opinione pubblica ha una visione molto distorta di quanto sia il disaccordo nella comunità scientifica. Solo il 12% del pubblico degli Stati Uniti è a conoscenza c’è un così forte accordo scientifica in questo settore e coloro che rifiutano la scienza climatica mainstream  continuano ad affermare che c’è una mancanza di consenso scientifico. Le persone che pensano gli scienziati stiano ancora discutendo i cambiamenti climatici non vedono il problema come urgente ed è improbabile che sostengano le  soluzioni».

Questa nuovo studio e la una confutazione di un commento che criticava lo studio del 2013 e la Green sottolinea che per combattere lo scetticismo bisogna scavare più a fondo, cercando di validare meglio i dati, che è una parte essenziale del processo scientifico, ma giunge che «La negazione dei cambiamenti climatici non è scetticismo scientifico».

Confutare gli argomenti dei climate change doubters è lo scopo principale di un sito skepticalscience.com, al quale contribuisce anche la Green, che è gestito dal principale autore del nuovo studio, l’aur straliano John Cook dell’università di Queensland in Australia e che dice che «Gli studi sul consenso hanno contribuito a cambiare il dialogo politico intorno al cambiamento climatico.I progressi realizzati in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP21) a Parigi, alla fine dell’anno scorso, indicano che i Paesi ora sono veramente da un po’ dalla parte del consenso scientifico».

Un’altra autrice dello studio, Naomi Oreskes dell’Harvard University, che ha scritto “Merchants of Doubt”  un libro che nel 2014 è stato trasformato in un documentario, dice che «Questo ultimo lavoro mette i risultati nel più ampio contesto di altre ricerche .Con la compilazione e l’analisi di tutte queste ricerche – essenzialmente una meta-studio di meta-studi – abbiamo stabilito un quadro coerente con gli alti livelli di accordo scientifico tra gli esperti del clima».

E tra gli scienziati del clima, non c’è dubbio: c’è consenso sul consenso.