Rottamare i climatizzatori energivori per ridurre le emissioni di gas serra e raffreddare il pianeta

Climatizzazione e raffreddamento avranno un impatto sempre più grande su un mondo in riscaldamento

[22 Luglio 2020]

Secondo il “Cooling Emissions and Policy Synthesis Report: Benefits of cooling efficiency and the Kigali Amendment” pubblicato dall’United Nations environmente programme (Unep) e dall’International energy agency (Iea), «L’azione ai sensi dell’emendamento di Kigali al protocollo di Montreal sulle sostanze che distruggono lo strato di ozono ( protocollo di Montreal ) ridurrà gradualmente la produzione e l’uso di idrofluorocarburi (HFC) e potrebbe evitare entro il 2100 un riscaldamento globale fino a 0,4° C».

Il rapporto di 48 pagine, redatto da un team diretto da un comitato di 15 esperti copresieduto p dal Premio Nobel  Mario Molina, presidente del Centro Mario Molina, e da  Durwood Zaelke, presidente dell’Institute for Governance & Sustainable Development, è stato finanziato dal Kigali Cooling Efficiency Programme (K-CEP) ed avverte che in un mondo sempre più caldo, la prosperità e la civiltà dipenderanno maggiormente dall’accesso al raffreddamento e  «La crescente domanda di raffreddamento contribuirà in modo significativo ai cambiamenti climatici» causati sia dalle emissioni di HFC e di altri refrigeranti e di CO2, sia dalle emissioni black carbon causate dai condizionatori d’aria e di altre apparecchiature di raffreddamento, alimentati soprattutto a combustibile fossile.

Unep e Iea sottolineano che «Queste emissioni sono particolarmente predominanti durante i periodi di picco della domanda di energia, che sono sempre più determinati dalla domanda di aria condizionata. Mentre il clima si riscalda, la crescente domanda di raffreddamento sta creando più riscaldamento in un circuito vizioso distruttivo».

IL rapporto evidenzia però che grazie all’efficienza energetica e passando dai condizionatori e refrigeratori super-inquinanti a quelli più efficienti, «Il mondo potrebbe evitare emissioni di gas serra cumulative fino a 210 – 460 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio equivalente (GTCO2 e) nel corso dei prossimi quattro decenni, a seconda dei futuri tassi di decarbonizzazione. Questo equivale all’incirca a 4-8 anni delle emissioni totali annue globali di gas serra, in base ai livelli del 2018».

Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’Unep, ricorda che «I Paesi devono ridurre massicciamente le loro emissioni di gas serra per essere in grado di limitare a 1,5° C l’aumento della temperatura mondiale nel corso di questo secolo. E’ essenziale per minimizzare gli effetti disastrosi del cambiamento climatico. Investendo nella ripresa post Covid-19, i Paesi hanno la possibilità di utilizzare le loro risorse in maniera giudiziosa per limitare il cambiamento climatico, proteggere la natura e ridurre i rischi di nuove pandemie. Un raffreddamento efficiente e rispettoso del clima può aiutare a raggiungere questi obiettivi».

IL rapporto sottolinea l’importanza del raffreddamento per proteggere le comunità più vulnerabili alle ondate di caldo, i vaccini e gli alimenti freschi e per assicurare un approvvigionamento energetico stabile e delle economie produttive. Unep e Iea sottolineano che «La natura essenziale dei servizi di raffreddamento è evidenziata dalla  pandemia di Covid-19, perché i vaccini sensibili alla temperatura dovranno essere inviati rapidamente in tutto il mondo; il confinamento che obbliga le persone a restare a casa loro durante lunghi periodi è un problema di salute in numerosi Paesi caldi.Però, la domanda crescente di raffreddamento cintribuisce in maniera significativa al cambiamento climatico».

Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Iea, aggiunge: «Mentre i governi mettono in campo piani di ripresa economica massicci per far fronte alle conseguenze economiche e sociali della crisi del Covid-19, hanno un’occasione unica di accelerare i progressi in materia di raffreddamento efficiente e rispettoso del clima. Migliorando l’efficienza del raffreddamento, possono ridurre il bisogno di nuove centrali elettriche, diminuire le emissioni e far risparmiare denaro ai consumatori. Questo nuovo rapport dà ai decisori politici delle indicazioni preziose per aiutarli ad affrontare le sfide del raffreddamento mondiale».

Nel mondo ci sono circa 3,6 miliardi di apparecchi di refrigerazione e il rapporto afferma che «Se il raffreddamento venisse fornito a tutti coloro che ne hanno bisogno, non solo a coloro che possono permetterselo, entro il 2050 sarebbero necessari fino a 14 miliardi di dispositivi di raffreddamento».

L’Iea stima che raddoppiare l’efficienza energetica del condizionamento d’aria entro il 2050 ridurrebbe la necessità di 1.300 gigawatt di capacità aggiuntiva di produzione di energia per soddisfare la domanda  di punta – l’equivalente della piena capacità produzione di energia elettrica da carbone in Cina e India nel 2018. A livello globale, raddoppiando l’efficienza energetica dei condizionatori d’aria si potrebbe risparmiare fino a 2,9 trilioni entro il 2050, solo riducendo i costi di produzione, trasporto e distribuzione di elettricità. Incrementare l’efficienza energetica porterebbe molti altri vantaggi, come un migliore accesso ai sistemi di raffreddamento vitali, una migliore qualità dell’aria e una riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari.

Il rapporto presenta le opzioni politiche già attuabili che possono rendere il raffreddamento parte delle soluzioni climatiche e di sostenibilità, tra  le quali: 1. Cooperazione internazionale attraverso la ratifica universale e l’attuazione dell’emendamento di Kigali e iniziative come la Cool Coalition et l’Engagement de Biarritz per un’azione rapida per un raffreddamento efficiente. 2. piani d’azione nazionali per il raffreddamento che accelerino la transizione verso un raffreddamento rispettoso del clima e individuino le opportunità per integrare un raffreddamento efficiente nei contributi nazionali previsti dall’accordo di Parigi; 3. Sviluppo e attuazione di standard minimi di prestazione energetica ed etichettatura di efficienza energetica per migliorare l’efficienza delle apparecchiature; 4. La promozione di standard di costruzione e altre considerazioni volte a ridurre la domanda di refrigerazione e raffreddamento meccanico, compresa l’integrazione del raffreddamento di distretto e comunità nella pianificazione urbana, il miglioramento della progettazione degli edifici, i tetti verdi e l’ombra degli alberi; 5. campagne per porre fine allo scarico di prodotti dannosi per l’ambiente, al fine di trasformare i mercati ed evitare di dover pagare l’onere di tecnologie di raffreddamento obsolete e inefficienti; 6. Catene del freddo sostenibili per ridurre sia le perdite alimentari – che contribuiscono in larga misura alle emissioni di gas serra – sia per ridurre le emissioni della catena del freddo.