Sempre più a rischio le torri d’acqua vitali per 1,9 miliardi di persone

Quanto sono vulnerabili le principali risorse idriche di origine glaciale del mondo (e ci sono anche Alpi e Po)

[10 Dicembre 2019]

Lo studio “Importance and vulnerability of the world’s water towers”, pubblicato su Nature da un team internazionale di 32 ricercatori guidato dagli olandesi Walter Immerzeel e Arthur Lutz della facoltà di geoscienze dell’università di Utrecht e di FutureWater, Wageningen, ha valutato i 78 sistemi idrici dipendenti dai ghiacciai di montagna del pianeta e, per la prima volta, li ha classificati in base alla loro importanza per le comunità a valle, nonché per la loro vulnerabilità ai futuri cambiamenti ambientali e socioeconomici.

Lo studio è stato sostenuto da National Geographic e Rolex nell’ambito della loro partnership Perpetual Planet, che punta a evidenziare le sfide che hanno di fronte sistemi essenziali per supportare la vita sulla Terra e per sostenere la scienza e l’esplorazione di questi sistemi e a consentire ai leader di tutto il mondo di sviluppare soluzioni per proteggere il pianeta.

I ricercatori spiegano che «Questi sistemi, noti come torri d’acqua montane, immagazzinano e trasportano acqua attraverso ghiacciai, accumuli di neve, laghi e torrenti, fornendo così preziose risorse idriche a 1,9 miliardi di persone a livello globale, circa un quarto della popolazione mondiale».

La studio fornisce prove del fatto che le torri d’acqua globali sono a rischio, in molti casi ad altissimo rischio, «a causa delle minacce dei cambiamenti climatici, della crescita della popolazione, della cattiva gestione delle risorse idriche e di altri fattori geopolitici». Per questo, gli autori concludono che «E’ essenziale sviluppare politiche e strategie internazionali di adattamento specifiche per la montagna e ai cambiamenti climatici per salvaguardare sia gli ecosistemi che le persone a valle».

A livello globale, il sistema idrico montano sul quale fa affidamento la popolazione più numerosa – più di 200 milioni di persone – è la torre d’acqua dell’Indo in Asia, composta da vaste aree della catena montuosa dell’Himalaya e il cui bacino si estende in vaste aree di Afghanistan, Cina, India e Pakistan, ma è anche una delle più vulnerabili. Questo immenso bacino idrico è soggetto a una serie di pressioni attuali e future, con una domanda sempre maggiore di acqua potabile e per l’irrigazione e l’industria. Tutti problemi che potrebbero ridurre drasticamente l’offerta, innescando e acuendo le tensioni geopolitiche, dato che l’Indo attraversa confini nazionali già molto sensibili. Ma la minaccia più evidente è il cambiamento climatico che sta già sconvolgendo i modelli di precipitazione e porterà i ghiacciai a ritirarsi, diminuendo la loro capacità di stoccare acqua. Le principali torri d’acqua presenti negli altri continenti sono le Ande meridionali, le Montagne Rocciose e le nostre Alpi.

Per determinare l’importanza di queste 78 torri d’acqua, i ricercatori hanno analizzato i diversi fattori che determinano la dipendenza delle comunità a valle dalle forniture di acqua di questi sistemi e, , sulla base delle previsioni dei cambiamenti climatici e socioeconomici futuri, hanno anche valutato ogni torre d’acqua per determinare la vulnerabilità delle risorse idriche, nonché delle persone e degli ecosistemi che dipendono da esse.

Delle 78 torri d’acqua globali identificate, le 5 su cui fanno più affidamento le popolazioni a valle in ogni continente sono: in Asia: l’Indo, Tarim, Amu Darya, Syr Darya, Gange-Brahmaputra, in Europa: Rodano, Po, Reno, Costa settentrionale del Mar Nero, Costa del Mar Caspio, in Nord America: Fraser, Columbia e Stati Uniti nord-occidentali, Costa del Pacifico e dell’Artico, Saskatchewan-Nelson, Nord America-Colorado, in Sud America: Cile meridionale, Argentina meridionale, Negro, regione di La Puna, Cile settentrionale.

L’Africa non compare in questo elenco, perché non ha grandi sistemi glaciali. Esistono piccoli ghiacciai in luoghi come il Kilimangiaro e sul Monte Kenya, ma il loro contributo ai bacini a valle è limitato e sono in netta diminuzione di superficie.

Uno degli autori dello studio, il britannico Tobias Bolch dell’università di St Andrews, ha detto a BBC News: «Fondamentalmente, se la domanda è maggiore ma l’offerta diminuisce, allora abbiamo davvero un problema. E questo è, credo, uno dei principali punti di forza del nostro studio: che abbiamo esaminato attentamente entrambe le cose, sia l’indice di offerta che l’indice della domanda».

Quel che emerge dallo studio è che le torri d’acqua asiatiche sono molto più vulnerabili rispetto al resto del mondo, cosa che in parte ha a che fare con la futura domanda prevista: per esempio, in Asia la crescita della popolazione sarà molto più elevata. Un altro esempio di possibile crisi idrica asiatica è quello dei bacini fluviali dell’Amu Darya e del Syr Darya che nascono da ghiacciai di alta montagna, attraversano aree con scarse precipitazioni dove esiste un’intensa competizione per l’irrigazione per l’agricoltura. Le dimensioni molto ridotte del Mare d’Aral, dove sfociano i due fiumi, ne sono la prova.

Immerzeel non nasconde la sua preoccupazione. «Quel che raccomandiamo nel nostro studio è che dovremmo davvero riconoscere le montagne come risorse globali del sistema terrestre, e ciò significa che le catene montuose dovrebbero essere in cima alle agende politiche e che dovrebbero essere sviluppate politiche dedicate. Siamo solo scienziati; abbiamo messo in evidenza i numeri. Ma negli ultimi due decenni siamo abbiamo migliorato molto, quindi possiamo fornire un background scientifico davvero specifico che può aiutare, ad esempio, a sviluppare trattati sull’acqua. Possiamo aiutare il processo».

Un altro autore dello studio, Bethan Davies della Royal Holloway – University of London, ha commentato: «Penso che quando parliamo del cambiamento climatico e della perdita di ghiaccio, gran parte della narrazione sia troppo incentrata sull’innalzamento del livello del mare. Nei prossimi 100 anni, i cambiamenti climatici influenzeranno l’acqua potabile per le persone, l’acqua per l’energia, l’acqua per l’agricoltura e, in queste torri d’acqua, stiamo parlando dell’offerta per circa 1,9 miliardi di persone. Questo è più del 20% della popolazione mondiale. Dobbiamo adottare urgenti strategie di mitigazione o dovremo affrontare gravi carenze idriche».

Lutz conclude. «La particolarità del nostro studio è che abbiamo valutato l’importanza delle torri d’acqua, non solo osservando quanta acqua immagazzinano e forniscono, ma anche quanta acqua di montagna è necessaria a valle e quanto sono vulnerabili questi sistemi e comunità ai numerosi probabili cambiamenti nei prossimi decenni. Valutando tutte le torri d’acqua glaciali sulla Terra, abbiamo identificato i bacini chiave che dovrebbero essere in cima alle agende politiche regionali e globali».