Stop Climate Fake! La petizione arriva in Parlamento

Presentato alla Camera l’appello di scienziati ed ecologisti che chiede a media e giornalisti di fare corretta informazione

[30 Ottobre 2019]

«La crisi climatica è la sfida del nostro tempo e abbiamo solo una manciata di anni per affrontarla. Dobbiamo agire per metterci in traiettoria con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e con l’impegno ribadito di recente con l’intervento del Presidente Mattarella per un’Europa ad emissioni nette zero nel 2050. Vincere questa sfida si può, ma richiede l’impegno di tutti, politica, imprese, cittadini, associazioni, mondo della formazione e della ricerca, e mondo dell’informazione. A media e stampa è infatti affidato un compito molto importante: fare buona e corretta informazione sui mutamenti climatici».

Per questo da Annalisa Corrado, Rosy Battaglia, Stefano Caserini, Piero Di Carlo, Francesco Ferrante, Luca Mercalli, Rossella Muroni, Antonello Pasini e Gianni Silvestrini hanno promosso la petizione #StopClimateFake che chiede a media e giornalisti di non dare più spazio a bufale o tesi antiscientifiche sul clima. Un appello che è rivolto in particolare alla Federazione nazionale stampa italiana e Ordine dei giornalisti e che alle pagine di change.org è arrivato alla Camera dei Deputati, dove è stato presentato in una conferenza stampa alla quale sono intervenuti alvuni dei promotori e il presidente della Federazione Italiana Media Ambientali (FIMA) Roberto Giovannini,  la vicepresidente di Legambiente Vanessa Pallucchi, il direttore di Greenpeace Italia Giuseppe Onufrio, l’attivista di Friday For Future Italia  Marianna Panzarino e a l’ex europarlamentare Elly Schlein. A rappresentare FNSI e l’Ordine dei Giornalisti, c’era Roberto Natale.

All’appello hanno già aderito la FIMA, greenreport.it, TeleAmbiente, il TG scientifico TGR Leonardo di Rai TreTuttogreen de La Stampa, Askanews con il suo speciale Crisi Climatica, la redazione Prometeo di Adnkronos e oltre 5.700 persone. #StopClimateFake ha inoltre raccolto il sostegno della trasmissione Caterpillar di Radio2 e di alcuni dei giornalisti e delle redazioni più sensibili ai temi ambientali.

Durante la conferenza stampa è stato ricordato che «La comunità scientifica internazionale degli esperti di cambiamenti climatici è unanime e che la sintesi dei suoi risultati mostrata dai rapporti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, massimo organo scientifico e istituzionale creato dalle Nazioni Unite per affrontare questo tema) parla chiaro: le attività umane hanno alterato il clima del nostro pianeta e in assenza di interventi radicali e rapidi si determinerà un contesto sempre più disastroso e ostile per le specie viventi. Umani compresi. Proprio perché il tempo stringe, anziché perdere tempo e confondersi le idee con teorie discutibili e non riconosciute dalla comunità scientifica, è importante concentrarsi e confrontarsi sulle soluzioni migliori per affrontare i mutamenti climatici».

Gli estensori dell’appello chiedono quindi a FNSI e ODG che «L’informazione italiana segua l’esempio della BBC, del Guardian e di Le Monde e che non venga più dato spazio a notizie false e a posizioni antiscientifiche, basate su opinioni di singoli e non supportate da ricerche validate dalla comunità scientifica internazionale» e che «Non si mettano sullo stesso piano le verità cui è giunta la comunità scientifica internazionale con anni di ricerche e rilevazioni, con le opinioni di singole personalità».

La Muroni, deputata di Liberi e Uguali, ha detto. «Chiediamo pari dignità all’informazione. Ospitare negazionisti climatici è come ospitare chi sostiene che la Terra sia piatta. Invece, serve un dibattito scientifico sui cambiamenti climatici. Quindi, ai media italiani chiedo un confronto pubblico che dia conto della gravità della situazione e della necessità di dare risposte concrete».

La Corrado, di Kyoto club e co-portavoce di Greenitalia. ha sottolineato che in realtà «Le persone corrono un pericolo reale, di portata inaudita e inusitata, che mette a rischio la vita umana sul pianeta. Fare cattiva informazione su questo è come dire che il fumo o l’amianto non fanno male. E’ surreale quanto spazio mediatico sia dato a posizioni antiscientifiche che non trovano supporto in nessuna pubblicazione scientifica. Nella scienza non c’è nessuna par condicio. Così si crea confusione e si dà l’idea che gli scienziati siano divisi, quando invece il consenso è pressoché unanime».

Onufrio ha evidenziato che «Non c’è nessuna richiesta di censura, ma una richiesta di trasparenza, Esorto a non trattare il dibattito scientifico come fosse politico, nella scienza non funziona così. Si può certo negare delle posizioni ma non basta dirlo, lo si deve dimostrare nelle sedi opportune». Giovannini ammette che «Il primo problema è che manca la conoscenza, c’è un’ignoranza molto diffusa tra i giornalisti. Cresce la consapevolezza nella società ma non nelle redazioni. La battaglia climatica non è una battaglia politica ma lo è diventata: se sei di destra non credi all’emergenza climatica, se sei di sinistra sì, ma così’ non va. Ciò detto, come FIMA vorremmo dialogare con i colleghi, perché parlino di clima come di un fatto normale, che porta conseguenze, ma che non è un tema politico».

Anche per Natale «E’ insensato l’appello alla par condicio, non c’è par condicio tra vero e falso, è un concetto alto e nobile ma non può’ entrare in conflitto con la verità’ dei fatti». Per il rappresentante di FNSI e ODG da questa offensiva negazionista che penetra come una lama calda nel burro dell’informazione e dei social network, «Se ne esce con la formazione. Da giugno sul sito dell’ODG sarà disponibile un corso di formazione sulla sostenibilità organizzato insieme all’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), perché il giornalismo italiano sta tornando a scuola. Però è importante far capire che quando si parla di emergenza climatica non si tratta solo di ambiente ma di modelli di sviluppo della società, un tema che va oltre il recinto delle redazioni ‘specializzate, con la necessità ulteriore di verificare anche come certi temi approdino al grande flusso informativo, infatti nei talk show “politici” di prima serata non trovano mai spazio».

La raccolta di firme proseguirà per tutto novembre e prima dell’avvio della 25esima Conferenza delle Parti dell’Unfccc che si dovrebbe tenere a Santiago del Cile a partire dal 2 dicembre, «Il nostro obiettivo – dicono i promotori – è consegnarle a FNSI e ODG. Sperando che servano per aumentare la sensibilità sul tema e a spingere tutti i giornalisti a rispettare la deontologia professionale. Come non si pubblicano notizie false, così non si deve dare spazio a informazioni tendenziose, fuorvianti e non veritiere sul clima.  Grazie, quindi, a Roberto Natale per la disponibilità accordataci ad incontrarci a fine novembre per la consegna delle firme e per le sue parole di chiarezza. Non esiste par condicio tra vero e falso».