Wmo: oceani mai così minacciati prima d’ora (VIDEO)

Il cambiamento climatico ha colpito duramente gli oceani del mondo e avrà effetti ambientali ed economici pesantissimi su coste e isole

[22 Marzo 2021]

Gli oceani determinano quale sarà il tempo meteorologico e il clima del mondo e anche l’economia globale e la sicurezza alimentare. La World meteorological organization (Wmo) sottolinea  che «Il cambiamento climatico sta colpendo duramente l’oceano, ma sta anche aumentando i rischi per centinaia di milioni di persone».

Per questo il  World Meteorological Day, che si celebra il 23 marzo, quest’anno è dedicato al tema “the ocean, our climate and weather” e la Wmo sottolinea che  «Le osservazioni, la ricerca e i servizi meteorologfici  sono più essenziali che mai per oltre il 70% della superficie terrestre, che è contemporaneamente sempre più vulnerabile e pericolosa». Il tema della Giornata meteorologica mondiale è stato scelto per evidenziare l’inizio dell’UN Decade of Ocean Science for Sustainable Development (2021 to 2030)  che sarà gestito dall’Intergovernmental Oceanographic Commission dell’Unesco e la Wmo è impegnata nel raggiungimento degli obiettivi del Decennio riguardanti “oceano sicuro”, “oceano predetto” e “oceano trasparente”.

L’agenzia meteorologica dell’Onu ricorda che «L’oceano funge da termostato terrestre e nastro trasportatore. Assorbe e trasforma una parte significativa della radiazione solare che colpisce la superficie terrestre e fornisce calore e vapore acqueo all’atmosfera. Enormi correnti oceaniche orizzontali e verticali si formano e fanno circolare questo calore intorno al pianeta, spesso per migliaia di chilometri, plasmando così il tempo e il clima della Terra su scala globale e locale».

Gli oceani sono il tetro di enormi fenomeni come

Fenomeni come l’El Niño Southern Oscillation che riguardano sia l’atmosfera che il mare e influenzano le temperature, le precipitazioni e gli schemi delle tempeste in molte parti del globo. El Niño tende ad avere un effetto riscaldante sulle temperature globali, mentre La Niña le raffredda. Ma la Wmo fa notare che «L’equilibrio naturale oceano/atmosfera è sempre più distorto dagli effetti delle attività umane. L’oceano assorbe oltre il 90% del calore in eccesso intrappolato dai gas serra, proteggendoci così da aumenti della temperatura ancora maggiori a causa dei cambiamenti climatici. Ma questo ha un costo pesante poiché il riscaldamento degli oceani e i cambiamenti nella chimica degli oceani stanno già sconvolgendo gli ecosistemi marini e le persone che ne dipendono».

Il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, è molto preoccupato: «Il calore degli oceani è a livelli record a causa delle emissioni di gas serra e l’acidificazione degli oceani non accenna a diminuire. L’impatto di questo si farà sentire per centinaia di anni perché l’oceano ha la memoria lunga. Il ghiaccio si sta sciogliendo, con profonde ripercussioni per il resto del globo, a causa dei cambiamenti climatici e dell’accelerazione dell’innalzamento del livello del mare. Nel 2020, il minimo annuale del ghiaccio marino artico è stato tra i più bassi mai registrati, esponendo le comunità polari ad anormali inondazioni costiere e gli stakeholders, come la navigazione e la pesca, ai pericoli del ghiaccio marino. Nel 2020 le temperature oceaniche calde hanno contribuito ad alimentare una stagione record degli uragani nell’Atlantico e intensi cicloni tropicali nell’Oceano Indiano e nel Pacifico meridionale. Dato che circa il 40% della popolazione mondiale vive entro 100 km dalla costa, c’è un’urgente necessità di proteggere, grazie a sistemi di allerta precoce multi hazard migliorate e previsioni basate sull’impatto, le comunità dai pericoli costieri, come onde anomale, mareggiate e innalzamento del livello del mare».

Gli indicatori e gli impatti climatici relativi agli oceani sono descritti nel rapporto “State of the Global Climate 2020” che sarà presentatro il 22 aprile in occasione dell’Earth Day.

La blue economy globale, stimata in 3 – 6 trilioni di dollari all’anno, rappresenta più di tre quarti del commercio mondiale e fornisce mezzi di sostentamento a oltre 6 miliardi di persone. Ma ogni anno in mare vengono persi milioni di dollari in beni e centinaia di vite a causa di condizioni meteorologiche estreme come forti venti, onde anomale, nebbia, temporali, ghiaccio marino e freezing spray. Negli ultimi decenni, l’accuratezza e la tempestività delle previsioni meteorologiche standardizzate sono migliorate e la comunità della Wmo si impegna a migliorare le previsioni basate sull’impatto climatrico, non solo su come sarà il tempo ma su cosa farà. »Tuttavia – dicono alla Wmo – i vincoli tecnologici spesso ostacolano l’effettivo conferimento delle previsioni alle navi. E’ fondamentale migliorare i servizi di supporto decisionale per aiutare i marittimi a raggiungere un equilibrio tra la riduzione al minimo dei costi e la rotta, massimizzando al contempo la sicurezza ed evitando condizioni meteorologiche marine pericolose».

Oltre alla sicurezza della vita in mare, i servizi marittimi includono anche il supporto meteo-oceanico per le emergenze come le operazioni di ricerca e salvataggio e ambientali, come gli sversamenti di petrolio e sostanze chimiche. Intanto, con il potenziale aumento del traffico marittimo, sta crescendo la preoccupazione per la perdita di ghiaccio marino in un mondo in via di riscaldamento. La Wmo spiega che «A differenza degli eventi meteorologici estremi di durata relativamente breve, il ghiaccio marino rappresenta una minaccia costante e spesso nascosta. Meno ghiaccio non significa meno pericolo e le conseguenze di un grave incidente nelle acque artiche sarebbero devastanti per l’ambiente». Per questo la Wmo sta cercando di migliorare le previsioni e gli avvisi sulle condizioni meteorologiche e del ghiaccio nelle regioni polari.

Dato che le popolazioni costiere continuano a crescere, così come il turismo costiero, fornire previsione meteorologiche costiere affidabili è fondamentale. Porti e porti, al centro del trasporto di persone e merci, richiedono previsioni accurate per supportare attività sicure e mantenere lo sviluppo economico.

A causa di una combinazione di pericoli tra cui tsunami, tempeste, mareggiate, maree anomale, innalzamento del livello dei fiumi, lungo le zone costiere basse, specialmente nei Paesi meno sviluppati e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, le comunità a rischio richiedono gli allarmi precoci migliori possibili. Attraverso la Coastal inundation forecasting initive, la Wmo sta lavorando per migliorare il preallarme per questa combinazione di pericoli, soprattutto nei Paesi vulnerabili.

E l’agenzia Onu è ottimista: «I progressi tecnologici stanno rivoluzionando la nostra capacità di monitorare sistematicamente l’oceano e quindi comprenderne il ruolo nel tempo e nel clima. Gran parte delle informazioni alla base di tali previsioni marine, meteorologiche e climatiche proviene da sistemi di osservazione a livello di bacino oceanico ,coordinate a livello globale, sia satellitari che in situ, che includono una migliore osservazione e previsione di onde, correnti, livello del mare, qualità dell’acqua e abbondanza di vita. risorse marine». Ma la stessa Wmo non si m nasconde che  «Nel Global Ocean Observing System restano grandi gap geografici e di ricerca» e che «E’ necessario supportare le nuove tecnologie e lo sviluppo di strumenti di osservazione autonomi e garantire la fornitura di dati e informazioni tempestivi e accessibili a disposizione di tutti gli utenti».

Purtroppo, la pandemia di Covid-19 ha esacerebato i problemi: nel marzo 2020 i governi e le istituzioni oceanografiche hanno richiamato nei porti quasi tutte le navi per la ricerca oceanografica. La crisi del Covid-19 ha inoltre ridotto la capacità delle navi commerciali di fornire importanti osservazioni sull’oceano e sulle condizioni meteorologiche. Non è stato possibile manutenere le boe oceaniche e altri sistemi, portando in alcuni casi a guasti.

La Wmo ribadisce che «La necessità di espandere un sistema globale di osservazione degli oceani, finanziato e progettato per soddisfare le esigenze degli utenti, è chiara e urgente», così come lo è  incrementare la scienza oceanica per lo sviluppo sostenibile perché, come ha rivelato lo “Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate” dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), l’oceano ha assorbito più del 90% del calore in eccesso nel sistema climatico ed etro il 2100 avrà assorbito da 2 a 4 volte più calore rispetto agli ultimi 50 anni se il riscaldamento globale sarà limitato a 2° C e fino a 4 o 7 volte di più se le emissioni saranno più elevate.

Nelle acque oceaniche più calde, la miscelazione tra gli strati d’acqua si è ridotta e con essa l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive per la vita marina. Negli ultimi 40 anni, l’oceano ha assorbito tra il 20% e il 30% delle emissioni di CO2 di origine antropica, causando l’acidificazione degli oceani e la Wmo ricorda anche che «Esistono prove che il riscaldamento degli oceani e la perdita di ossigeno avranno conseguenze significative per gli ecosistemi, la società e le economie. Il riscaldamento degli oceani e i cambiamenti nella chimica degli oceani stanno già spezzando la catena alimentare dell’oceano».

Durante il XX secolo, il livello del mare è aumentato di circa 15 cm a causa dello scioglimento dei ghiacciai, all’espansione delle acque marine più calde e ai crescenti apporti di acqua dalle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide e la Wmo prevede che «Il livello del mare continuerà a salire per i prossimi secoli. Le proiezioni dell’IPcc mostrano che l’innalzamento del livello del mare può raggiungere da 30 cm a 60 cm entro il 2100 anche se le emissioni di gas serra saranno nettamente ridotte e il riscaldamento globale  limitato a ben al di sotto dei 2° C. Tuttavia, se le emissioni di gas serra continuassero senza sosta, l’aumento sarà compreso tra 60 cm e 110 cm».

L’innalzamento del livello del mare non è uniforme a livello globale, ma varia a livello regionale: processi non guidati dai recenti cambiamenti climatici possono esacerbare l’innalzamento del livello del mare a livello regionale, e di questo se ne sta occupando il  World Climate Research Programme co-sponsorizzato dalla Wmo.

L’innalzamento del livello del mare e tempeste più intense aumenteranno anche la frequenza di eventi estremi che si verificano durante l’alta marea, con rischi crescenti per molte città costiere e le piccole isole.

La World meteorological organization  conclude: «Mentre l’oceano continua a riscaldarsi e il livello del mare a salire, la necessità di osservazioni, ricerca e servizi operativi continuerà a crescere. Wmo si impegna a lavorare con una vasta gamma di partner per accelerare l’azione internazionale per aumentare l’adattamento ai cambiamenti climatici, costruire la resilienza e sostenere lo sviluppo sostenibile per le generazioni future».

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