Libro bianco sulle droghe, il proibizionismo costa allo Stato fino a 20 miliardi di euro l’anno

Gallo: «Il potenziale medico degli stupefacenti continua a esser sperimentato con successo, perché l’Italia vuole rimanere indietro?». La proposta di legge Legalizziamo! resta da votare

[26 Giugno 2020]

Dopo 30 anni di applicazione, i devastanti effetti penali del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti Jervolino-Vassalli (l’articolo 73 in particolare) non possono essere più considerati “effetti collaterali”: è questa la sintesi offerta del Libro bianco sulle droghe, presentato alla sala stampa della Camera dei Deputati.

Giunto all’XI edizione, il Libro bianco è un rapporto indipendente sui danni collaterali del Testo Unico sulle droghe promosso da La Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA, Associazione Luca Coscioni, ARCI, LILA e Legacoopsociali con l’adesione di A Buon Diritto, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo Abele, ITARDD e ITANPUD.

Il documento descrive come i costi del proibizionismo siano da quantificare in mancate entrate per lo Stato in virtù della gestione del settore da parte della criminalità organizzata – che includendo l’indotto potrebbero sfiorare i 18-20 miliardi, ma anche con le risorse umane ed economiche relative all’amministrazione della giustizia – i tribunali sono ingolfati da cause di minima importanza (le persone coinvolte in procedimenti penali pendenti per violazione dell’articolo 73 e 74 sono rispettivamente 175.788 e 42.067) e oltre il 36% dei detenuti, molti dei quali con problemi di dipendenza, è in carcere per reati connessi alle droghe.

«Divieti e proibizioni – spiega l’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni – impongono stigmi e generano discriminazioni a chi consuma, anche saltuariamente quanto proibito, e chi vuole far ricerca per i fini medico-scientifici previsti dalla legge. Il potenziale medico degli stupefacenti continua a esser sperimentato con successo, perché l’Italia vuole rimanere indietro? La proposta di legge Legalizziamo! Presentata alla Camera nel 2016 e di nuovo consegnata al Presidente Fico l’anno scorso assieme Radicali italiani e decine di altre associazioni propone un modello di regolamentazione sostenibile: i tempi e numeri per legalizzare ci sarebbero, Movimento 5 Stelle e PD si assumano le loro responsabilità».