L’Unep, la sicurezza alimentare e il ruolo chiave dei piccoli agricoltori

[4 Giugno 2013]

Il tema della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2013 che si celebrerà domani, è la sicurezza alimentare. Per l’occasione le Nazioni Unite (Unep-WCMC) e il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) hanno pubblicato un nuovo rapporto che mette in luce l’importanza dei piccoli proprietari terrieri specialmente in aree in via di sviluppo. Infatti questi agricoltori gestiscono circa 500 milioni di piccole fattorie e forniscono oltre l’80% del cibo consumato, in particolare in Asia meridionale e Africa sub-sahariana. Secondo l’Onu sostenere i piccoli agricoltori a svolgere un ruolo sempre più  importante nella produzione alimentare e nella gestione delle risorse naturali, è uno dei modi più veloci e sostenibili per “togliere” più di un miliardo di persone dalla povertà.

In base ai dati riportati nello studio, la maggior parte dei 1,4 miliardi di persone che sopravvivono con meno di 1,25 dollari al giorno, risiedono in aree rurali e dall’agricoltura dipende gran parte del loro sostentamento, mentre si stima che 2,5 miliardi di persone che sono coinvolte a tempo pieno o part time nel settore agricolo è rappresentato da piccoli proprietari. Studi precedenti hanno dimostrato che un aumento di un 1% pro-capite del Pil nel settore agricolo, ha ridotto il divario di povertà cinque volte di più di un aumento della stessa percentuale di Pil in altri settori, e ciò a vantaggio soprattutto delle persone più povere. E ancora: un altro studio ha dimostrato che per ogni aumento del 10% del rendimenti agricoli, c’è stata una riduzione del 7% della povertà in Africa e una riduzione di oltre il 5% in Asia.

Ciò dimostra come in molti contesti l’agricoltura basata sulle piccole produzioni possa avere grandi effetti in termini di riduzione della fame e della povertà. Tuttavia questa agricoltura rischia di diventare irrilevante a causa della frammentazione del territorio, dei ridotti investimenti per il suo sostegno, della marginalizzazione delle piccole aziende agricole nelle politiche economiche e di sviluppo, impedendo quindi una “rivoluzione” agricola compatibile con l’ambiente.

«Due decenni di investimenti insufficienti in agricoltura, la crescente competizione per la terra e l’acqua, l’aumento dei prezzi del carburante e dei fertilizzanti, e il cambiamento climatico, hanno lasciato i piccoli proprietari non in grado di sfuggire alla povertà- ha dichiarato Achim Steiner, sottosegretario generale e direttore esecutivo dell’Unep- Dopo il vertice Rio+20 e come parte del programma di sviluppo sostenibile post-2015, vi è una crescente attenzione sui sistemi alimentari sostenibili. Ciò include “Fame Zero”, la sfida lanciata dal Segretario generale e l’Unep insieme alla Fao hanno lanciato una campagna chiamata Think.Eat.Save. Ridurre il Foodprint, “tagliando” gli sprechi.

I piccoli agricoltori possono continuare ad essere emarginati- ha continuato Steiner- o essere riconosciuti come catalizzatori per una trasformazione del modo in cui il mondo gestisce l’approvvigionamento di cibo e dei servizi ambientali che sono in primo luogo alla base dell’agricoltura. Questa relazione mette in luce che l’investimento in questo settore offre il più alto tasso di rendimento per chi è interessato a superare la povertà, realizzando al contempo gli obiettivi di sviluppo del Millennio, sulla sostenibilità ambientale». E’ necessario fornire cibo ad una popolazione globale in aumento ma non è più tempo di tornare alla terra attraverso una “rivoluzione verde” come quella che negli anni tra il 1960-70 ha sì aumentato la produzione agricola, ma a scapito delle risorse primarie, della biodiversità e della qualità complessiva degli ecosistemi.

Secondo l’Unep invece i piccoli agricoltori possono fornire risposte in merito alla sicurezza alimentare, alla tutela dell’ambiente e alla riduzione della povertà. «I piccoli agricoltori in possesso di un enorme archivio collettivo di esperienze e conoscenze locali, sono in grado di fornire le soluzioni pratiche necessarie per mettere l’agricoltura su un piano più equo e sostenibile- ha sottolineato Grainger Elwyn Jones, direttore della Divisione Ambiente e clima dell’Ifad- questi agricoltori per poter stare in prima linea in una trasformazione dell’agricoltura mondiale, hanno bisogno di un sostegno adeguato per superare le molte sfide che devono affrontare».

A tal proposito nel rapporto Unep-Ifad  viene indicato, ad esempio, che è necessario rimuovere le barriere politiche per la crescita agricola sostenibile attraverso meccanismi di mercato che forniscono ai piccoli proprietari incentivi ad investire nella sostenibilità, come ad esempio: la rimozione di sussidi sui fertilizzanti non sostenibili; sussidiare pratiche che incoraggiano la conservazione del suolo e dell’acqua; aiutare l’espansione di sistemi di certificazione “green” che consentano ai piccoli proprietari di competere in nuovi mercati di nicchia a livello locale e internazionale.