In esclusiva per greenreport dal World tour 2015 degli Instabili vaganti

Made in Ilva lascia l’India: diario teatrale in un Paese dalle mille contraddizioni [VIDEO]

Un viaggio tra città senz’anima, inquinamento e incontri straordinari

[2 Ottobre 2015]

È l’India la prima tappa del World tour 2015 della compagnia teatrale Instabili Vaganti, che con il pluripremiato spettacolo Made in Ilva, nella sua versione in lingua inglese, attraverserà tutto il paese, dalla pianura indo-gangetica del nord alla regione meridionale del Karnataka, dal Bengala alle coste sud orientali. Quattro le città principali in cui saranno presentati gli spettacoli: Nuova Delhi, Kolkata, Bangalore e Pondicherry. Il tour in India è solo l’inizio di una tournée mondiale che si concluderà a fine dicembre e che porterà la compagnia in Europa, Messico, Uruguay, Argentina e Cile.

Nicola Pianzola e Anna Dora Dorno racconteranno su queste pagine – sottoforma di diario di viaggio teatrale – le proprie esperienze, avventure, impressioni dalle varie città del mondo attraversate nel tour.

Conclusa la bellissima esperienza al Tepantar theatre village con una dimostrazione finale aperta al pubblico con i partecipanti alla VI sessione internazionale del nostro progetto Stracci della memoria,  ripartiamo alla volta di Kolkata e il giorno dopo siamo già in teatro per l’allestimento di Made in Ilva all’Iccr. Anche in questo caso il pubblico è numerosissimo e riempie tutto l’auditorium. Al termine della performance sono tante le domande dei giornalisti e i quotidiani che riportano interviste e articoli sul nostro lavoro si diffondono a macchia d’olio. Prima di lasciare Kolkata ci tuffiamo nei suoi vicoli alla scoperta dell’anima di questa città, nascosta nelle sue coffee house in una college street costellata di chioschi e librerie, spingendoci fino al villaggio in cui vengono creati gli idoli giganti di terracotta per le festività.

Il passaggio a Bangalore è scioccante, se Kolkata colpisce per tutta questa gente che vive, dorme, si lava nelle sue strade affollate, e allo stesso tempo affascina con  la sua forte identità, questa città del Karnataka non sembra avere più un’anima: agglomerati urbani cresciuti a dismisura negli ultimi 10 anni che sovrastano villaggi rurali inglobati nella trafficata città. La Silicon Valley dell’India è congestionata a tal punto che attraversarla sembra impossibile. Inoltre il tasso d’inquinamento, dovuto al crescente numero di imprese che trasferiscono qui la propria sede, è il più  alto di tutto il Paese. Fortunatamente siamo in un piccolo microcosmo, nel quartiere whiteflield, in periferia, nella foresteria del Jagriti Theatre, un teatro nuovo, a pianta circolare e ben equipaggiato. I numerosi articoli sui giornali di Bangalore hanno creato il pubblico giusto per Made in Ilva, e la soddisfazione nel ricevere i numerosissimi complimenti è indescrivibile. Ci sono moltissimi giovani, alcuni stranieri, probabilmente figli di manager che lavorano all’Itpb (International tecnology park Bangalore).

Ci attende l’ultima tappa del tour: Pondicherry, un’ex colonia francese sulla costa orientale. Atterrati nel minuscolo aeroporto ci dirigiamo verso l’Adishakti laboratory for theatre arts and research, uno centro di arti performative dedicato alla ricerca, la creazione e la formazione teatrale ed immerso nella natura. Adishakti è anche il nome della compagnia che ha letteralmente costruito con le proprie mani questo spazio meraviglioso composto da un teatro, una mensa e diverse abitazioni. L’intero centro sorge nel territorio di Auroville, città universale, dove uomini e donne di ogni nazione, di ogni credo, di ogni tendenza politica possono vivere in pace ed in armonia,  fondata nel 1968 da Mirra Alfassa, disegnata dall’architetto Roger Anger e basata sulla visione di Sri Aurobindo. Appena arrivati decidiamo di tuffarci nelle celebrazioni di Ganesha, il dio raffigurato con la testa di elefante, Signore del buon auspicio che dona prosperità e fortuna. Ci ritroviamo nell’affollatissimo centro di Pondicherry ad osservare i riti legati a questa particolare festa: elefanti ammaestrati benedicono i passanti toccando loro il capo con la proboscide, i credenti pregano e spaccano noci di cocco contro un muro illuminato dalla luce delle candele, le statue della divinità vengono infine portate in spiaggia dove vengono immerse in mare.

La mattina seguente incontriamo Jill Navarre, una regista newyorkese che vive ad Auroville, dove dirige l’Auroville theatre group. Grazie a questo invito possiamo entrare nella città dell’Aurora, respirare la sua atmosfera internazionale, fare parte anche solo per un attimo di una società differente, dove non esiste più moneta e dove persone di diversa età e provenienza ricevono un vitto e alloggio in cambio del proprio lavoro per la comunità.

Rientrati in teatro incontriamo Vinay Kumar, attore ed attuale direttore artistico di Adi Shakti, e scopriamo di avere molti punti in comune, dal momento che anche la loro è una ricerca che parte dall’attualizzazione delle forme tradizionali performative per scoprire nuove forme di espressione sulla scena e nel linguaggio del performer. Grazie anche a questa vicinanza tra le nostre visioni artistiche e la nostra etica legata al rigoroso lavoro teatrale, il nostro pubblico è molto preparato ad accogliere uno spettacolo di sperimentazione come Made in Ilva. La temperatura in sala è quasi irrespirabile ma allo stesso tempo unisce gli spettatori al nostro sudore e li trasporta nella gabbia incandescente dell’Ilva.  L’ultima data del tour si chiude nel migliore dei modi tra i complimenti e le curiosità del pubblico, la stima e l’ammirazione dei membri di Adi Shakti.

Poche ore di sonno e ripartiamo alla volta di Chennai, per volare a Mumbai, e poi a Monaco e da qui a Bologna. Rientriamo con un Paese dalle mille contraddizioni negli occhi, scherzando sul fatto di non aver trovato la spiritualità e nemmeno noi stessi, ma felici di aver incontrato persone straordinarie che hanno reso possibile quest’avventura.

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  • #Worldtour2015 MADE IN ILVA in Bangalore

  • #Worldtour2015 MADE IN ILVA in AdiShakti