Storie o fatti, cosa spinge le persone a salvare il pianeta?

Dipende dall'interlocutore, se progressista o conservatore

[28 Aprile 2021]

Con il cambiamento climatico sempre più incombente, cosa bisogna dire alle persone per convincerle a cambiare il loro modo di consumare e produrre e per farle smettere di danneggiare l’ambiente?  Il nuovo studio “A story induces greater environmental contributions than scientific information among liberals but not conservatives”, pubblicato su One Earth da un team di ricercatori statunitensi delle università del Colorado – Boulder, Johns Hopkins e del Delaware e dell’università canadese di Guelph, rivela che «Le storie sono significativamente più motivanti dei fatti scientifici, almeno per alcune persone».

Alla Johns Hopkins University spiegano che «Dopo aver ascoltato una storia avvincente sull’inquinamento in cui un uomo è morto, la persona media spende di più per i prodotti verdi che dopo aver sentito fatti scientifici sull’inquinamento dell’acqua. Ma nello studio la persona media era un democratico. I repubblicani hanno speso meno dopo aver ascoltato la storia invece che i semplici fatti».

Insomma, riportato al cintesto europeo e italiano, lo studio ci dice che, quando si tratta di cambiamenti climatici e informazione, le persone di sinistra e progressiste reagiscono in maniera diversa da quelle conservatrici e di destra. Da una parte prevale l’empatia e dall’altra il calcolo.

E i ricercatori confermano che i risultati pubblicati su One Earth  «Suggeriscono che l’inquadratura del messaggio fa davvero la differenza nelle azioni delle persone nei confronti dell’ambiente». Inoltre emerge che «Non esiste un modo monolitico migliore per motivare le persone e i responsabili politici devono lavorare di più per adattare i messaggi a un pubblico specifico».

Uno degli autori dello studio, Paul Ferraro, esperto di politiche ambientali basate sulle prove e loomberg Distinguished Professor  of Human Behavior and Public Policy alla Johns Hopkins University sottolinea che «I nostri risultati suggeriscono che il potere dello storytelling potrebbe essere più simile alla predicazione del  coro. Per coloro che non sono già propensi all’azione ambientale, le storie potrebbero in realtà peggiorare le cose».

Gli scienziati hanno poche prove scientifiche per capire come comunicare al meglio con l’opinione  pubblico riguardo alle minacce ambientali e vengono sempre più incoraggiati a lasciare le loro “torri d’avorio” per raccontare più storie che coinvolgano le persone personalmente ed emotivamente. Ma, fanno notare gli autori dello studio, «Gli scienziati sono riluttanti a raccontare storie del genere perché, ad esempio, nessuno può indicare un’alluvione mortale o un incendio boschivo e affermare con certezza che le morti sono state causate dal cambiamento climatico».

La domanda alla quale i ricercatori speravano di rispondere con questo studio era: lo storytelling funziona davvero per cambiare il comportamento delle persone? E se è così, per chi funziona meglio?

Ferraro  riassume: «Abbiamo detto: facciamo una corsa di cavalli tra una storia e un messaggio più normale basato sulla scienza e vediamo cosa conta davvero per il comportamento di acquisto».

I ricercatori hanno condotto un esperimento sul campo che ha coinvolto poco più di 1.200 persone durante un evento agricolo nel Delaware. Tutti gli intervistati avevano prati o giardini e vivevano in bacini notoriamente inquinati.

Con un’asta a prezzo casuale, i ricercatori hanno tentato di misurare quanto i partecipanti fossero disposti a pagare per prodotti che riducono l’inquinamento da nutrienti. Prima che le persone potessero acquistare i prodotti, hanno fatto vedere loro un video con fatti scientifici o storie sull’inquinamento da nutrienti.

Nello story group, i partecipanti hanno visto una storia vera sulla morte di un uomo del posto che aveva collegamenti plausibili ma tenui con l’inquinamento da nutrienti: era morto dopo aver mangiato molluschi contaminati. Nel gruppo deii fatti scientifici, i partecipanti hanno visualizzato una descrizione basata sull’evidenza degli impatti dell’inquinamento da nutrienti sugli ecosistemi e sulle comunità circostanti.

Dopo aver visto i video, tutti i partecipanti hanno avuto la possibilità di acquistare prodotti a un costo inferiore a 10 dolari che potrebbero ridurre l’inquinamento da deflusso delle acque piovane: fertilizzanti, kit per l’analisi del suolo, biochar e tubi per l’irrigazione.

Le persone che avevano ascoltato la storia erano in media disposte a pagare di più di quelle che avevano ascoltato i dati scientifici. Ma i ricercatori avvertono che i risultati sono risultati molto distorti se venivano suddivisi per l’appartenenza politica di chi aveva partecipato al test: «La storia ha reso i liberal  il 17% più disposti ad acquistare i prodotti, mentre i conservatori volevano spendere il 14% in meno».

Un profondo divario comportamentale lche risponde alle linee dei partiti Democratico e Repubblicano che ha sorpreso Ferraro, secondo il quale, in genere, quando si tratta di questioni come il risparmio energetico c’è poca differenza nel comportamento tra democratici e repubblicani.

La principale autrice dello studio, Hilary Byerly dell’Institute of Behavioral Science dell’università del  Colorado, Boulder, ha concluso: «Ci auguriamo che questo studio stimoli in maggiore lavoro su come comunicare l’urgenza del cambiamento climatico e altre sfide ambientali globali. I messaggi dovrebbero venire dagli scienziati? E di cosa parla questo tipo di storia che provoca l’azione ambientale dei Democratici ma non interessa i Repubblicani?»