L'1 e 2 ottobre a Roma il Forum annuale

Appalti pubblici, in Italia solo il 9,3% degli acquisti è green

Secondo il Rapporto CompraVerde, il Gpp riguarda 11,5 miliardi di euro l’anno

[29 Settembre 2015]

Dagli appalti pubblici passano buona parte delle chance per una reale conversione ecologica dell’industria italiana; il Gpp – o Green public procurement – nasce infatti per assicurare uno sbocco di mercato adeguato a produzioni sostenibili e bisognose di conquistare economie di scala prima di poter competere liberamente. Si tratta di un’impalcatura fondamentale per la crescita delle green economy, ma è purtroppo un sostegno ancora troppo fragile.

Giovedì 1 e venerdì 2 ottobre all’Acquario romano – Casa dell’architettura di Roma partirà la nona edizione di CompraVerde-BuyGreen, il Forum internazionale degli acquisti verdi, che rappresenterà l’occasione per analizzare la diffusione delle pratiche green e il loro impatto: i primi dati del Rapporto CompraVerde vedono però un comparto dalle grandi potenzialità ancora inespresse. La diffusione degli acquisti verdi in Italia copre infatti circa il 9,3% dell’ammontare in valore degli appalti pubblici, pari a circa 11,5 miliardi di euro l’anno, concentrati soprattutto in sei regioni: Sardegna, Puglia, Toscana, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte, ovvero quelle in cui sono stati approvati i Piani d’azione per il Gpp.

Più del 90% degli appalti pubblici, dunque, è ancora oggi concretizzato senza tener conto della relativa sostenibilità. «L’adozione dei criteri ambientali – sottolineano dal Forum – è concentrata soprattutto nei settori dell’acquisto dei prodotti elettronici, del noleggio delle auto, dell’acquisto della carta e dei servizi di ristorazione collettiva, mentre l’arredo urbano e i servizi energetici per gli edifici stanno gradualmente aumentando la quota di appalti pubblici con criteri Gpp e i fondamentali settori dell’edilizia, della manutenzione urbana e della gestione dei rifiuti registrano invece un certo ritardo».

Eppure, l’effettiva implementazione degli acquisti pubblici verdi sarebbe un’occasione di sviluppo particolarmente ghiotta per il territorio di riferimento: «L’introduzione dei criteri ambientali – spiegano dal Forum – non favorisce, attualmente, soprattutto le imprese medio-grandi o globali: quando in un appalto si inseriscono i criteri Gpp il 53,2% delle imprese che si aggiudicano la gara è infatti “locale”».

Il nocciolo della questione, d’altronde, rimane sempre lo stesso: i Gpp sono previsti dalla normativa italiana ma sistematicamente ignorati dalle istituzioni stesse che dovrebbero dargli sostanza, e per chi sgarra il rischio di essere sanzionato è ridotto al minimo. A inizio luglio trapelò dal ministero dell’Ambiente l’ultimo sentore di riforma per l’ambito, ma il tutto si è nuovamente arenato. La speranza è che l’ormai prossimo ritorno sulla scena del Forum internazionale degli acquisti verdi possa tornare a dare nuova linfa al dibattito e – soprattutto – all’effettivo compimento di uno strumento concreto per lo sviluppo sostenibile.