Gli europarlamentari chiedono nuovamente un caricatore universale per tutti i prodotti elettronici

Ma la Commissione europea continua a credere a un impegno delle imprese su base volontaria

[22 Gennaio 2020]

Il 13 gennaio la commissione Mercato interno del Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione Ue di presentare entro luglio 2020 una proposta per la regolamentazione dei caricatori per i dispositivo elettronici, dagli smartphone alle macchine fotografiche al telefono alla macchina fotografica.

Si tratta di una questione che torna ciclicamente alla ribalta – sia a livelo nazionale che europeo – e che sembra avviata alla soluzione, per poi scoprire che nulla o poco è stato fato e che gli impegni “volontari” delle imprese tecnologiche ad adeguarsi a standard unici vengono svogliatamente o per nulla applicati.

Ora la vice-presidente della commissione, la polacca Róża Thun und Hohenstein (Partito popolare europeo) sembra aver perso la pazienza e ha detto che «La Commissione europea deve mostrare la sua leadership e smettere di lasciare che i giganti della tecnologia ci impongano i loro standard. Se la sovranità digitale significa qualcosa per questa nuova Commissione, ci aspettiamo che vengano stabiliti gli standard per un caricatore comune entro i prossimi sei mesi». Per questo l’eurodeputata della Platforma Obywatelska ha presentato un’interrogazione alla Commissione nella quale si legge: « Da oltre dieci anni i deputati al Parlamento europeo promuovono una campagna a favore di un caricabatterie universale per le apparecchiature radio mobili, inclusi telefoni cellulari, tablet, lettori di libri elettronici (e-book), fotocamere intelligenti, dispositivi elettronici indossabili e altri dispositivi elettronici di medie e piccole dimensioni. Malgrado gli sforzi della Commissione, gli accordi volontari tra gli operatori del settore non hanno prodotto risultati soddisfacenti. Quasi tutte le famiglie dell’Ue avrebbero accumulato diversi vecchi caricabatterie, generando, secondo le stime, oltre 51 000 tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno. I consumatori sono obbligati ad acquistare nuovi caricabatterie per tutti i nuovi dispositivi e quando viaggiano sono effettivamente costretti a portare con sé caricabatterie diversi per simili dispositivi. Questa situazione limita la libera circolazione dei cittadini dell’Ue e la loro piena partecipazione alla società, generando inoltre un’inutile impronta ecologica. Vi è urgente bisogno di un’azione dell’Ue al riguardo. È necessario adottare urgentemente uno standard relativo a un caricabatterie universale per le apparecchiature radio mobili. Invitiamo pertanto la Commissione ad adottare in primo luogo l’atto delegato che integra la direttiva 2014/53/UE sulle apparecchiature radio entro luglio del 2020, introducendo il caricabatterie universale».

La Thun und Hohenstein  chiede: «1  Quando intende la Commissione presentare i risultati della valutazione d’impatto sull’introduzione di caricabatterie universali per telefoni cellulari e altri dispositivi compatibili? 2  L’impiego della tecnologia di ricarica senza fili può apportare vantaggi aggiuntivi. Come intende la Commissione garantire l’interoperabilità dei diversi caricabatterie senza fili con le diverse apparecchiature radio mobili? 3  Sono al vaglio della Commissione iniziative legislative volte ad aumentare il volume di cavi e caricabatterie riciclati negli Stati membri? 4  In che modo intende la Commissione garantire che i consumatori non siano costretti ad acquistare nuovi caricabatterie per ogni nuovo dispositivo e possano così ridurre la loro impronta ecologica?»

Il commissario europeo per il mercato unico digitale, il socialdemocratico slovacco Maroš Šefčovič, che ha partecipato alla Commissione Mercato interno, ha detto che secondo la Commissione Ue l’approccio su base volontaria «è il modo migliore per raggiungere i nostri obiettivi senza ostacolare l’innovazione».

Ma molti europarlamentari non sono convinti e pensano che «L’introduzione di un caricatore unico per tutti i prodotti (non solo smartphone, lettori digitali, ma anche “wearable” come braccialetti digitali) ridurrebbe i rifiuti elettronici, abbasserebbe il costo dei prodotti e migliorerebbe la sicurezza e l’interoperabilità dei caricatori».

In un comunicato l’Europarlamento evidenzia che «Uno studio del 2014 mostra come il numero di caricatori per telefoni cellulari si sia ridotto da 30 nel 2009 a tre principali nel 2014. Secondo la Commissione europea i rifiuti elettronici sono uno dei tipi di rifiuti in maggior crescita nell’UE, e si stima che possano arrivare a più di 12 milioni di tonnellate entro il 2020».

Per questo i deputati europei, già nel 2014 avevano chiesto lo sviluppo di un caricatore unico. Ma Finora la Commissione europea ha preferito un approccio su base volontaria che incoraggiasse i produttori di telefoni a cooperare volontariamente. Cosa che non è successa, nonostante Šefčovič sia convinto ancora che sia la strada giusta.