La Scozia vieta gli Ogm

Il governo autonomista vuole mantenere il "clean, green status" scozzese

[10 Agosto 2015]

Richard Lochhead, il segretario agli affari rurali del governo autonomo delle Scozia, ha annunciato che il  governo scozzese non è disposto a mettere a rischio con gli OGM un’industria dal cibo e delle bevande che vale 14 miliardi di sterline e ha detto che la Scozia chiederà di essere esclusa da qualsiasi tipo di decisione dell’Unione europea che apra alla coltivazione di colture geneticamente modificate. Secondo le norme Ue, la coltivazione di OGM deve essere formalmente autorizzata, una modifica entrata in vigore all’inizio di quest’anno, che consente agli Stati membri ed alle amministrazioni decentrate di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul loro territorio. Il governo britannico non è certo tra i maggiori oppositori degli OGM.

Ma Scott Walker, a capo della National farming union Scotland, ha detto che «Gli atri paesi stanno abbracciando le biotecnologie, quindi dobbiamo essere aperti a fare lo stesso qui in Scozia. Ad un certo punto, queste colture potrebbero avere un ruolo nella realizzazione dell’agricoltura sostenibile e, allo stesso tempo, proteggere l’ambiente in Scozia che tutti a cuore».

Lochhead ha però confermato che il governo della sinistra nazionalista della Scozia dirà no a diverse varietà di mais geneticamente modificato e ad altre 6 colture geneticamente modificate in attesa di autorizzazione ed ha sottolineato che «La Scozia è conosciuto in tutto il mondo per il suo bellissimo ambiente naturale e il divieto di coltivazione di colture geneticamente modificate lo proteggerà e rafforzerà  ulteriormente il nostro clean, green status. Non ci sono prove di una significativa domanda di prodotti geneticamente modificati da parte dei consumatori scozzesi e sono preoccupato del fatto che permettendo che le colture GM vengano coltivate in Scozia danneggerebbe il nostro brand pulito e verde, in tal modo, sarebbe come giocare d’azzardo con il nostro futuro e un’industria del cibo e delle bevande da 14  miliardi di sterline. Il cibo e le bevande scozzesi sono apprezzati in patria e all’estero per la loro naturalezza, di alta qualità, che spesso comporta un supplemento di prezzo ed ho sentito direttamente da produttori di alimenti e bevande in altri Paesi che stanno abbandonando gli OGM causa della reazione dei consumatori».

L’annuncio è stato accolto con favore dagli ambientalisti e da Alison Johnstone, la leader del Scottish Green Party, che concorda sul fatto che permettere la coltivazione di OGM in Scozia danneggerebbe l’ambiente e la reputazione dei produttori di bevande ed alimenti di qualità scozzesi, ma la Johnstone ha chiesto al governo autonomo di fare un ulteriore passo avanti obbligando la grande distribuzione a migliorare le etichette per permettere ai consumatori di capire se i prodotti a base di carne, uova e latticini provengano  da animali nutriti con mangimi geneticamente modificati.