Sarà l'EIT RawMaterials che gestirà il processo di consultazione delle parti: più di 150 attori industriali e non

Materie prime e seconde, finalmente un’Alleanza Ue sostenibile (e autarchica)

Istituita in riconoscimento dell'importanza fondamentale delle materie prime per la sicurezza, la sostenibilità e la leadership industriale europea

[30 Settembre 2020]

“Col tempo e con la paglia maturano le nespole e la canaglia”. Scomodiamo il vecchio adagio di fronte all’atteso – e da noi di greenreport a lungo agognato fin dai tempi in cui Commissario Ue era Antonio Tajani – lancio della nuova Alleanza europea per le materie prime, come annunciato nel piano d’azione della Commissione sulle materie prime critiche il 3 settembre.

In buona sostanza, la notizia è che sarà l’EIT RawMaterials che “gestirà il processo di consultazione delle parti interessate lungo l’intera catena del valore delle materie prime, lavorando con una comunità guidata da progetti di innovazione, che riunisce più di 150 attori industriali e non industriali con l’obiettivo comune di garantire l’approvvigionamento di materie prime sostenibili e avanzate materiali per ecosistemi industriali al fine di costruire la resilienza e la competitività dell’Europa”.

L’Alleanza europea per le materie prime (ERMA) è stata istituita in riconoscimento dell’importanza fondamentale delle materie prime per la sicurezza, la sostenibilità e la leadership industriale dell’Ue. Se l’Europa vuole realizzare un Green Deal, una transizione digitale e rimanere un leader nelle tecnologie future, deve affrontare un aumento significativo della domanda di materie prime critiche. Proprio ai tempi di Tajani, fummo noi ad introdurre il tema delle materie prime seconde, che oggi a tutti gli effetti sono anch’esse parte integrante dell’alleanza. Alleanza che “identificherà barriere, opportunità e casi di investimento per costruire capacità in tutte le fasi della catena del valore delle materie prime, dall’estrazione mineraria al recupero dei rifiuti”.

Ad esempio, secondo alcuni scenari legati alle transizioni verdi e digitali, l’Europa avrebbe bisogno di quasi 60 volte più litio e 15 volte più cobalto entro il 2050 per le sole auto elettriche e lo stoccaggio di energia. La domanda di terre rare utilizzate nei magneti permanenti critici per prodotti come generatori eolici, soluzioni di mobilità elettrica, batterie, radar e robot potrebbe aumentare fino a dieci volte nello stesso periodo. E sulle terre rare, ad oggi il continente è quasi esclusivamente dipendente dalla Cina, nonostante “giacimenti interessanti in Europa (in Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Svezia o Groenlandia e Norvegia) e nonostante un enorme potenziale di riciclaggio e riutilizzo. Certo – precisa Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione europea – anche qui l’estrazione sarà un processo ma monitorare con grande attenzione, ma è noto che i nostri standard in questo senso sono molto superiori alla Cina e che la distanza dei giacimenti alle industrie manifatturiere rappresenta un costo, e in questo caso quindi un risparmio, sia economicamente sia ambientalmente”.

In una prima fase – spiegano da EIT RawMaterials, il soggetto che gestisce l’iniziativa –, l’alleanza si concentra sulla necessità più urgente, “che è quella di aumentare la resilienza dell’Ue nelle terre rare e nelle catene del valore dei magneti permanenti, poiché questi sono vitali per la maggior parte degli ecosistemi industriali dell’Ue”. E’ infatti da qui che passa (o che dovrebbe e potrebbe passare) l’idea di un nuovo modello di sviluppo circolare e sostenibile. Che non è a impatto zero, ma che ambisce a una gestione a “carenza strutturale zero”.

Si fa notare nella comunicazione che “oltre alla rapida crescita della domanda guidata dai veicoli elettrici e dallo stoccaggio di energia, la domanda di terre rare fondamentali per prodotti come le turbine eoliche potrebbe aumentare di dieci volte entro il 2050. Successivamente, si espanderà per soddisfare altre esigenze critiche e strategiche di materie prime e metalli di base, come i materiali per lo stoccaggio e la conversione dell’energia”.

Un tema questo molto importante – a tratti pure controverso – e non esente da contraccolpi nelle dinamiche strategiche commerciale dei Paesi Ue con quelli extra Ue, perché l’Alleanza è chiaro che ha l’obiettivo di fare “emancipare” l’Ue rispetto alla Cina in particolare, attraverso una visione quasi autarchica. Come interpretare diversamente le parole che si leggono nella presentazione dell’accordo: “Metalli, minerali e materie prime sono vitali per la maggior parte delle industrie europee, tra cui energia rinnovabile, automobilistica, elettronica di consumo, difesa e aerospaziale. L’accesso affidabile, sicuro e sostenibile alle materie prime è una condizione preliminare per il Green Deal europeo, la transizione digitale e la futura competitività industriale del continente e la capacità di innovazione dell’Europa. Attualmente l’Europa dipende fortemente dalle materie prime provenienti da paesi con standard ambientali, sociali e sui diritti umani meno rigorosi e con economie meno stabili”.

Come sottolinea Šefčovič, la “nostra previsione strategica mostra chiaramente che la domanda di materie prime critiche non farà che aumentare, soprattutto data la transizione in corso verso un’economia verde e digitale. La pandemia ha anche evidenziato la criticità delle materie prime per la nostra ripresa. Per garantire un approvvigionamento sostenibile di materie prime, dobbiamo unire le forze in tutta Europa, come abbiamo fatto per la EU Battery Alliance. L’Alleanza europea sulle materie prime mobiliterà attori industriali e dell’innovazione, Stati membri, regioni, BEI, investitori e società civile, per contribuire a costruire le nostre capacità e i casi di investimento lungo l’intera catena del valore, dall’estrazione alla lavorazione e al riciclaggio. Ciò a sua volta rafforzerà la nostra resilienza e aumenterà la nostra aperta autonomia strategica”.

Il vicepresidente poi snocciola anche dei numeri piuttosto significativi: “Permettetemi di illustrare il tasso di riciclaggio dei rifiuti elettronici, uno dei punti di forza di molti Stati membri. Ogni anno l’Ue genera circa 9,9 milioni di tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Circa il 30% viene raccolto e riciclato. Ma il recupero delle materie prime critiche da questi rifiuti elettronici è inferiore all’1%. Lo sfruttamento di queste miniere urbane, ovvero il recupero di materie prime dai rifiuti urbani attraverso il riciclaggio, potrebbe alla fine soddisfare gran parte della domanda dell’Ue di materie prime essenziali”.

Secondo Thierry Breton, Commissario per il mercato interno, l’Alleanza europea per le materie prime “è un passo importante nel rafforzamento degli ecosistemi industriali che dipendono dalle materie prime. L’Alleanza accelererà la transizione verde e digitale rafforzando le catene del valore, diversificando le forniture e coinvolgendo tutti i partner disponibili nell’attuazione delle azioni necessarie. Invitiamo tutte le parti interessate, le organizzazioni della società civile, i ricercatori, le aziende grandi e piccole, gli Stati membri e le regioni e ad aiutarci a raggiungere questi obiettivi”.

L’alleanza è già supportata da oltre 150 parti interessate in più settori industriali e catene del valore: è aperta a nuovi ingressi e mobiliterà tutti gli attori dell’industria e dell’innovazione, gli Stati membri, le regioni, la BEI, gli investitori e la società civile. Ai sostenitori viene chiesto di firmare una dichiarazione, impegnandosi nella visione condivisa di ERMA e contribuendo attivamente al lavoro dell’alleanza.

Musica per le nostre orecchie le parole di Bernd Schäfer, ceo di EIT RawMaterials: “Le materie prime giocheranno un ruolo fondamentale per il rilancio, l’autonomia e la resilienza degli ecosistemi industriali integrati dell’Europa. Con la European Raw Materials Alliance, abbiamo una vera risposta europea basata sulla conoscenza e l’esperienza di oltre 150 parti interessate / partner. Insieme possiamo trasformare la dipendenza dell’Europa dalle materie prime in un importante punto di forza strategico per il nostro continente, applicando continuamente i più elevati standard ambientali e sociali. Siamo onorati di gestire l’Alleanza europea per le materie prime, che guiderà la diversificazione dell’approvvigionamento sostenibile e contribuirà a fare un uso migliore delle risorse disponibili all’interno dell’Ue”.