Polli e TTIP. l’allevatore americano che ha sfidato il colosso del pollame Perdue

A Expo MIlano CIWF svela i retroscena dell’allevamento intensivo e le minacce del TTIP

[10 Giugno 2015]

Il Padiglione Slow Food ad Expo 2015 ha ospitato XPO Joyce D’Silva, Ambassador di Compassion in World Farming (CIWF) International e Leah Garces, Direttrice di CIWF Usa, che hanno raccontato quello che definiscono «Lo scandalo dei polli “allevati umanamente” del colosso americano Perdue» ed hanno spiegato perché «L’allevamento intensivo non solo non può nutrire il pianeta ma, ancora di più con la minaccia del TTIP, rappresenta un grave rischio per tutti».
La storia simbolo di questa vicenda e quella di Craig Watts, uno dei tanti allevatori di pollo a contratto con la Perdue, la multinazionale statunitense della carne di pollame, che è diventato il primo allevatore whistleblower della storia. «Infatti – spiegano al CIWF – stanco di essere lo strumento di un’azienda che inganna i consumatori con etichette fuorvianti, Craig ha scelto di rivelare pubblicamente cosa significa “allevato umanamente” secondo Perdue», e lo ha fatto aprendo nel 2014 le porte del suo allevamento proprio alla CIWF, un’Ong animalista. Ne è venuto fuori il video che pubblichiamo che ha avuto milioni di visualizzazioni in pochissime ore e che è stato ripreso anche da media con grande tiratura e diffusione. Secondo CIWF, «Craig ha mostrato la vera faccia dell’allevamento intensivo di polli da carne».
Ma il coraggio sta costando caro all’allevatore ribelle e gli animalisti denunciano che «Da allora Watts ha ricevuto intimidazioni ed è stato oggetto di mobbing da parte di Perdue, ma queste non lo hanno fermato. Craig Watts e Leah Garcès continuano a lavorare insieme per portare gli animali di nuovo all’aperto, liberandoli dal confinamento inumano dei capannoni industriali».
La Garces ha sottolineato che «Watts aveva tutto da perdere e nulla da guadagnare dal denunciare come veramente l’industria avicola sta ingannando il pubblico americano, garantendo che quello che fanno è giusto e umano. In realtà, in qualunque modo la mettano, non vi è nulla di umano o di giusto nell’allevamento intensivo. La nostra alleanza inaspettata con Craig ha portato alla luce del sole come sia gli allevatori a contratto come Craig che gli animali siano intrappolati da questo sistema ingiusto, mentre allo stesso tempo i consumatori americani vengono ingannati».
Il padiglione Usa all’Expo di Milano ospita organizzazioni dell’agro-zoo-industria come l’US Poultry and Egg Council, l’US Dairy Exports, l’US Grains Council e l’US Soybean Export Council, ed è intitolato “Cibo Americano 2.0: uniti per nutrire il pianeta”, e presenta innovazioni che in futuro dovrebbero risolvere il problema dell’accesso al cibo per tutti, in un mondo con una popolazione in aumento e risorse in diminuzione. Ma una ricerca del Pew Research Center – “The business of broilers – Hidden Costs of Putting a Chicken on Every Grill” – ha rivelato che il 71% di tutti gli allevatori di pollo degli Usa che vivono solo di quella attività in realtà sono sotto la soglia di povertà e praticamente sono “schiavi” di un sistema senza vie di uscita inventato dalle grandi aziende, a dispetto da quanto afferma l’industria, secondo cui il 2014 sarebbe stato l’anno più redditizio in assoluto per le aziende di pollame americane
Ma il CIWF dice anche che al modello di allevamento intensivo statunitense sta per aggiungersi la minaccia della Transatlantic Trade and Investment Partnership, la TTIP contro la quale negli Usa sono già ste raccolte 2 milioni di firme, mentre in Europa cresce la protesta, tanto che il Parlamento europeo ne ha rinviato la discussione. Gli animalisti ricordano che «Gli Stati Uniti sono il maggior produttore di carne di pollo nel mondo, con quasi 9 miliardi di polli macellati ogni anno, quasi tutti allevati intensivamente. Con il TTIP che incombe i prodotti derivanti da animali allevati come quelli di Perdue potrebbero arrivare presto nel mercato europeo».
La Garces ha commentato il rinvio del voto sul TTIP al parlamento europeo: «Il messaggio è chiaro: il benessere animale è importante e continuerà ad essere un fattore di influenza per l’Unione europea in relazione al mercato. Si tratta di una vittoria per gli animali da allevamento e per i consumatori perché l’Unione europea mantiene una posizione ferma contro la degradazione dei suo alti standard di benessere animale. Questo creerà pressione negli USA affinché migliorino i propri standard piuttosto che richiedere di abbassare gli standard degli altri»
Anche la Joyce D’Silva è soddisfatta: «Compassion in World Farming è lieta di constatare che i membri del Parlamento abbiano dato ascolto all’opinione pubblica, perché ci sono ancora troppi interrogativi sul TTIP. In particolare siamo lieti che la votazione sia stata posposta e speriamo che questo crei l’opportunità per mantenere standard di benessere animale europei, che sono migliori».

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