Blitz di Goletta Verde: «Giù le mani dalla costa! Fermiamo la privatizzazione delle spiagge siciliane»

Legambiente Sicilia impugna al Tar il Decreto della Regione che ha modificato in peggio le linee guida per la redazione dei “Piani di utilizzo delle aree demaniali marittime”

[25 Luglio 2019]

L’arcipelago delle Egadi è l’ultimo approdo della tappa siciliana di  Goletta Verde, prima della presentazione del monitoraggio delle acque, in programma per domani a Palermo e il veliero ambientalista oggi si è presentato all’Isola di Levanzo insieme alle attiviste e agli attivisti di Legambiente Sicilia che hanno dispiegato lo striscione “Giù le mani dalla costa”.

Quello di Goletta Verde è stato un blitz contro il Decreto dell’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente, promulgato la scorsa primavera, che approva le linee guida per la redazione dei “Piani di utilizzo delle aree demaniali marittime” (Pudm) da parte dei comuni costieri della Sicilia.

Legambiente Sicilia spiega che «Il Decreto prevede che nella redazione dei Pudm e nel rilascio delle concessioni demaniali marittime ci si dovrà attenere a nuovi criteri che consentono l’occupazione di superfici molto più estese, la realizzazione di nuovi stabilimenti balneari, di aree attrezzate con una maggiore densità e con superfici e volumetrie più ampie di quelle attuali. Il Decreto consentirà, inoltre, la riduzione drastica delle distanze tra due concessioni vicine, fino alla possibilità di non prevedere aree libere, alla totale saturazione delle spiagge, con strutture e concessioni delle aree demaniali marittime».

Un provvedimento che è stato impugnato al Tar da Legambiente Sicilia, anche come prosecuzione del percorso che ha visto protagonista l’associazione già dallo scorso giugno, quando è stato presentato un esposto contro la richiesta di una concessione demaniale proprio a Levanzo.

Per il Cigno Verde «Questa richiesta è infatti illegittima per diverse ragioni, prime tra tutte perché il progetto sarebbe ricadente fuori l’area portuale e dentro l’area marina protetta, come spiegato nelle settimane scorse dall’associazione alla stampa».

Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, denuncia: «Siamo di fronte a un vero e proprio attacco al territorio, alle nostre coste e alle nostre spiagge, beni comuni da tutelare e nei confronti dei quali va garantito il diritto all’accesso –– abbiamo deciso di ricorrere al tribunale amministrativo perché ci opponiamo all’utilizzo massiccio delle aree demaniali marittime in favore di una sola categoria economica interessata. Nel provvedimento spicca, infatti, la totale assenza di qualunque interesse pubblico».

Per quanto riguarda il diritto alla spiaggia, a livello nazionale, a giugno Legambiente ha annunciato un’iniziativa legale coordinata che ha come obiettivo quello di «fermare la proroga delle concessioni per 15 anni, prevista dalla legge di Bilancio 2019, denunciando allo stesso tempo il fatto che si continui a concedere concessioni senza controlli e a canoni bassissimi a fronte di guadagni rilevanti». Infatti, associazioni, comitati e cittadini hanno inoltrato le prime diffide ai sindaci di alcune località costiere, con l’obiettivo di difendere il diritto di accesso alla spiaggia e fermare le proroghe previste dalla legge di bilancio.

In Sicilia sono presenti numerosissime spiagge vietate per la balneazione e la corsa alle concessioni rischia di ridurre al minimo e spiagge accessibili liberamente e gratuitamente.

Il portavoce di Goletta Verde, Mattia Lolli, conclude: «La spiaggia libera è un diritto, ma ad oggi è un diritto troppo spesso negato se si continua di questo passo, si rischia di consolidare una situazione in cui, già in troppe parti d’Italia, è diventato quasi impossibile beneficiare di uno spazio di tutti, perché demaniale. In questi anni, è cresciuto costantemente il numero di spiagge in concessione, e in alcune realtà si è arrivati a una vera e propria privatizzazione dei litorali in assenza di controlli. Noi chiediamo che ci sia una quota minima di almeno il 60% di spiagge libere in tutta Italia. Una quota che in Sicilia ad oggi è tutt’altro che garantita, considerando anche esempi fortemente negativi come la spiaggia di Mondello».