Tra i criteri di gestione l'immersione in mare dei materiali di escavo dei fondali marini

Cambia la normativa per i dragaggi nei porti italiani

Silvia Velo: «Due regolamenti e una modifica normativa. Finalmente un quadro regolamentare chiaro»

[6 Settembre 2016]

Dopo le modifiche già apportate con l’entrata in vigore del Collegato ambientale, oggi si completa la normativa riguardante i dragaggi nei porti italiani: «Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto dragaggi Sin che disciplina le operazioni di dragaggio nelle aree portuali all’interno dei Siti di interesse nazionale e del regolamento per l’immersione in mare dei materiali da escavo dei fondali marini, si conclude – spiega la sottosegretaria all’Ambiente, Silvia Velo – il lavoro portato avanti dal ministero dell’Ambiente per superare le difficoltà che sono state riscontrate in questi anni nella realizzazione delle opere di dragaggio. Si tratta di un pacchetto di interventi, due regolamenti e una modifica normativa, che definiscono finalmente un quadro regolamentare chiaro, certezza e semplificazione delle procedure».

Per quanto riguarda i regolamenti – dettagliano dal ministero – il primo tratta le modalità di dragaggio nelle aree portuali e marino-costiere che ricadono all’interno dei Sin; il secondo, invece, in attuazione dell’art. 109 del D.Lgs 152/2006, è il regolamento che disciplina la procedura per l’approvazione dei progetti di dragaggio al di fuori delle aree Sin, le modalità e i criteri per la gestione del materiale dragato, tra cui l’immersione in mare dei materiali di escavo dei fondali marini.

«Due provvedimenti – ha continuato Velo – che si aggiungono alle modifiche contenute nel Collegato Ambientale, in vigore da febbraio, con cui sono stati semplificati i criteri di costruzione delle casse di colmata e delle vasche di raccolta e in cui si prevede che la tutela delle acque e del suolo avvenga attraverso le migliori tecnologie disponibili. Con un’altra modifica al Collegato Ambientale, infine, sono state definite le linee guida e i valori di riferimento che consentono l’automatica deperimetrazione delle aree a mare da Sin a Sir (Siti di interesse regionale).

Si tratta – conclude Velo – di un percorso di riforma atteso da anni che va nella direzione della semplificazione normativa e che favorisce l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per l’esecuzione degli interventi, a dimostrazione che sviluppo economico e sostenibilità ambientale possono e, anzi, devono coesistere».