Corte dei conti europea: «I finanziamenti Ue attuati tramite ONG devono essere più trasparenti»

L’Ue è il principale fornitore di aiuti del mondo e le ONG svolgono un ruolo essenziale

[18 Dicembre 2018]

Secondo la nuova relazione speciale “La trasparenza dei finanziamenti UE la cui esecuzione è demandata alle ONG: è necessario compiere maggiori sforzi” «le modalità con le quali i finanziamenti Ue attuati tramite ONG (organizzazioni non governative) per gli aiuti umanitari e allo sviluppo, per la protezione dell’ambiente, la cultura e per altre finalità devono essere più trasparenti». La Corte avverte che «Il sistema attualmente utilizzato per classificare le organizzazioni come ONG non è affidabile» e che «La Commissione europea non dispone di informazioni sufficientemente dettagliate su come viene speso il denaro. Una simile mancanza di chiarezza si riscontra anche nei casi in cui i fondi dell’Ue sono erogati ad ONG indirettamente, tramite organismi delle Nazioni Unite».

Però, la Corte di giustizia europea sottolinea che «Le ONG aiutano la Commissione europea ad ideare, attuare e monitorare programmi Ue in molti settori d’intervento, quali gli aiuti umanitari e l’aiuto allo sviluppo, l’ambiente, la ricerca e l’innovazione».

Anche se il termine “ONG” sé ampiamente utilizzato, non esiste una definizione generalmente accettata a livello internazionale. Nell’Unione europea, in alcuni Stati membri lo status di ONG è determinato dalla forma giuridica di un’organizzazione, mentre in altri dipende dalla natura delle attività svolte dall’organizzazione.

Una comunicazione della Commissione europea del 1997 individuava cinque caratteristiche proprie delle ONG: 1) sono organizzazioni volontarie con “qualche grado, anche minimo, di istituzionalizzazione o di esistenza formale”; 2) senza fini di lucro; 3) “indipendenti dallo Stato e da altri poteri pubblici”; 4) non sono gestite “in previsione del conseguimento di un guadagno personale”; 5) la loro attività deve essere, almeno in parte, “di pubblica utilità”».

Nel periodo 2014‑2017 la Commissione ha pianificato spese per 11,3 miliardi di euro, affidandone l’esecuzione ad ONG e la Corte ha valutato le modalità con le quali la Commissione europea identifica le ONG, l’utilizzo dei fondi Ue da parte delle ONG e se la Commissione abbia reso disponibili queste informazioni in modo trasparente. Particolare attenzione è stata prestata alle azioni esterne.

La Corte ha concluso che la Commissione non è sufficientemente trasparente circa l’utilizzo dei fondi dell’Ue da parte di ONG». A parere della Corte, «Essendo l’assegnazione dello status di ONG nel sistema contabile della Commissione basata su autodichiarazioni, ed essendo i controlli limitati, la classificazione di un’entità come ONG risulta inattendibile. La selezione dei progetti diretti da ONG è in genere trasparente, ma i diversi servizi della Commissione non gestiscono nel medesimo modo le sovvenzioni concesse da terzi, e le procedure di selezione delle ONG applicate dagli organismi dell’ONU sottoposti ad audit non sono state sempre trasparenti».

La Corte osserva che «i dati raccolti sui fondi UE utilizzati da ONG non sono uniformi, e che la Commissione non dispone di informazioni complete, specie per reti di ONG internazionali e per progetti a gestione indiretta. Per di più, nella gestione indiretta, la mancanza di informazioni disponibili ostacola i controlli sulle spese».

Annemie Turtelboom, la responsabile della relazione, evidenzia che «L’Ue è il principale fornitore di aiuti a livello mondiale e le ONG spesso svolgono un ruolo essenziale nell’erogare tali aiuti. Ma i contribuenti dell’Ue devono sapere che il loro denaro è versato ad organizzazioni definite in modo appropriato e che la Commissione dovrà risponderne in toto».

In un comunicato stampa la Corte spiega che « Le informazioni sui fondi dell’Ue utilizzati da ONG vengono pubblicate in numerosi sistemi, ma la quantità di dettagli resi disponibili è limitata, sebbene la Commissione in genere fornisca dati sugli aiuti umanitari e sugli aiuti allo sviluppo rispettando i princìpi di trasparenza internazionali. Per cinque dei sei progetti controllati, gli organismi delle Nazioni Unite non hanno pubblicato, o hanno pubblicato solo in parte, i contratti aggiudicati ad ONG e la Commissione non ha controllato se detti organismi avessero rispettato tale obbligo».

La Corte raccomanda alla Commissione europea di: «migliorare l’attendibilità delle informazioni sulle ONG nel proprio sistema contabile; ·verificare l’applicazione di norme e procedure concernenti la concessione di sovvenzioni Ue ad ONG da parte di terzi; migliorare le informazioni raccolte sui fondi spesi dalle ONG; adottare un approccio uniforme alla pubblicazione dei dettagli dei fondi forniti alle ONG; verificare che gli organismi delle Nazioni Unite pubblichino dati completi e accurati sui finanziamenti Ue concessi ad ONG».

La Corte presenta le proprie relazioni speciali al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Ue, nonché ad altre parti interessate, come i parlamenti nazionali, i portatori d’interesse del settore e i rappresentanti della società civile. La grande maggioranza delle raccomandazioni formulate nelle relazioni della Corte è posta in atto. Questo elevato livello di attuazione evidenzia il beneficio del lavoro della Corte per i cittadini dell’Ue.