La bonifica dei siti inquinati e la nozione di inquinamento diffuso

[12 Giugno 2015]

L’inquinamento causato esclusivamente dal dilavamento da parte degli eventi atmosferici di un cumulo di rifiuti interrati non è un inquinamento diffuso. Quindi una discarica – non autorizzata – può costituire una fonte unitaria di inquinamento.

Lo afferma il Tribunale amministrativo del Friuli Venezia Giulia – con sentenza numero 215 – in riferimento alla diffida della Provincia di Pordenone, a bonificare un sito inquinato in Comune di Porcia.

La vicenda ha origine dal ritrovamento di rifiuti interrati in alcune aree private in Comune di Porcia. E dal coinvolgimento della Provincia di Pordenone, la quale inizialmente, non riuscendo a individuare il responsabile della contaminazione, ha demandato al Comune di Porcia la presentazione e l’esecuzione del Piano di caratterizzazione dell’area degli originari denuncianti.

Successivamente, in ragione della natura dei rifiuti ritrovati, del contenuto delle sommarie informazioni assunte dalla Polizia giudiziaria, degli esiti delle ricerche effettuate in ordine al tipo di attività economiche svolte all’epoca dei fatti, la Provincia è riuscita s individuare quale responsabile della contaminazione una società industriale alla quale è succeduta senza soluzione di continuità ulteriore società. Una società, quest’ultima che, pur contestando di essere tenuta alla bonifica impostagli dalla Provincia, si è resa disponibile a effettuare un proprio Piano di caratterizzazione, secondo le direttive impartite dalla medesima Autorità.

Ma secondo la Provincia gli esiti di tale indagine sono stati alterati dalla stessa società a proprio vantaggio. La Provincia ordina alla società la bonifica del sito.

La società dalla sua contesta tale decisione. Perché si tratta di un inquinamento diffuso per cui di questo deve farsi “carico la collettività a mezzo degli Enti esponenziali”. La discarica non autorizzata è di rifiuti di molteplice natura, conferiti da più soggetti, in parte identificati, e in parte non identificati. E anche perché la Provincia non ha provato la responsabilità della società dell’inquinamento.

Per inquinamento diffuso il legislatore del 2006 intende “la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine”. Tale definizione però non si confà al caso in cui l’inquinamento è causato esclusivamente dal dilavamento da parte degli eventi atmosferici del cumulo di rifiuti interrati. In questo caso la discarica non autorizzata costituisce una fonte unitaria di inquinamento, anche se i rifiuti conferiti, come per lo più accade, sono eterogenei, e i conferimenti sono intervenuti in momenti successivi.

Per quanto riguarda la necessità di dimostrare la responsabilità dell’inquinamento la Corte di giustizia europea ha ammesso la possibilità per le Autorità degli Stati membri di utilizzare lo strumento delle presunzioni per provare la sussistenza del nesso di causalità tra l’evento dannoso e il comportamento purché esse si fondino su determinati elementi come la vicinanza dell’impianto dell’operatore economico al luogo dell’inquinamento e la corrispondenza tra i materiali inquinanti e quelli utilizzati dall’operatore economico stesso.

La Corte di Cassazione, poi, ha spiegato che, laddove si ragioni in via presuntiva, il Giudice deve valutare gli elementi raccolti non isolatamente, ma “l’uno alla luce dell’altro a comporre il quadro d’insieme e a verificare se sia superata la soglia del più probabile che non”. Infatti, nel diritto processuale amministrativo, come in quello civile, l’onere della prova è regolato dal paradigma del “più probabile che non”. E fra l’altro le esigenze di effettività della tutela ambientale consentono, in considerazione della improbabilità di cogliere l’autore sul fatto, di individuare il responsabile, tanto a titolo commissivo quanto a titolo omissivo, dell’inquinamento, sulla scorta di dati fattuali che rendano verosimile, che un dato inquinamento sia stato causato da un determinato soggetto.