La Regione Toscana si schiera per la legalizzazione della cannabis

Un invito al Parlamento per l’approvazione della legge nazionale che a settembre tornerà alla Camera

[3 Agosto 2016]

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato oggi una mozione di Sì Toscana a Sinistra a favore della legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati: una mozione che impegna la Giunta regionale della Toscana a farsi portavoce, nei confronti del Parlamento, dell’auspicio che i provvedimenti di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati – dopo essersi affacciati alla Camera lo scorso 25 luglio – possano avere un iter rapido e positivo.

«Il nostro atto – dichiarano i consiglieri Tommaso Fattori e Paolo Sarti – deriva da una profonda convinzione, che è la medesima della Direzione nazionale Antimafia, ovvero che rendere legale l’utilizzo della cannabis, pur con tutte le garanzie a tutela della salute dei cittadini, specie dei minori, avrebbe ricadute positive in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse disponibili per forze dell’ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio di associazioni criminali agguerrite. Vogliamo ricordare, inoltre, che un approccio pragmatico sui limiti delle legislazioni proibizioniste è stato alla base della modifica della legislazione sulle droghe leggere negli Stati Uniti d’America, dove cresce rapidamente il numero degli Stati che hanno legalizzato la produzione e la vendita della marijuana per uso ricreativo: in questi Stati il numero dei consumatori non è per niente cresciuto, né è aumentato l’impatto sociale e sanitario direttamente o indirettamente connesso al consumo (si registrano anzi effetti positivi sul piano sociale e sanitario grazie al controllo della qualità delle sostanze vendute, e del contrasto delle organizzazioni criminali), mentre a crescere sono stati il reddito legale e il gettito fiscale del mercato legalizzato».

Dati, questi, che trovano riscontro anche nell’analisi condotta per lavoce.info dall’economista dell’Università degli Studi di Messina Piero David, che definisce quelli palpabili in Italia come «timori irrazionali che costano cari». Il dibattito sulla liberalizzazione della marijuana oggi «può basarsi su dati precisi e non su stime, grazie all’esperienza del Colorado. Da quando la sostanza è legale, nello stato americano il consumo non è aumentato, mentre sono cresciute le entrate fiscali», che in Colorado ammontano (anno 2015) a 135,1 milioni di dollari, mentre per l’Italia il gettito fiscale stimato oscilla tra tra i 5,8 e gli 8,5 miliardi di euro l’anno.

«La legalizzazione della cannabis quindi anche in Italia, oltre a consentire un risparmio dei costi legati alla repressione penale del fenomeno e a riassorbire buona parte dei profitti criminali del mercato nero – concludono dunque i consiglieri Fattori e Sarti – genererebbe un gettito fiscale assolutamente consistente, valutando che, con una regolamentazione analoga a quella dei tabacchi, ingenti risorse potrebbero essere destinate sia a interventi di natura preventiva e riabilitativa rivolti ai consumatori di droghe e ai tossicodipendenti, sia a finanziare altri capitoli del bilancio pubblico. Auspichiamo che questo invito al Parlamento sia accolto, arrivando in tempi brevi a una discussione seria e senza preconcetti ideologici sulla proposta di legge, firmata da oltre 200 parlamentari, che a settembre rinizierà il suo iter in aula».