Ue, la sostenibilità dei biocarburanti si misura col sistema francese

[29 Agosto 2016]

L’Ue riconosce il sistema francese «Biomass Biofuels Sustainability voluntary scheme» come sistema europeo per la verifica del rispetto dei criteri di sostenibilità per i biocarburanti: lo fa con decisioni di esecuzione pubblicata sulla Gazzetta ufficiale di sabato, una decisione che varrà per cinque anni.

Il «Biomass Biofuels Sustainability voluntary scheme» – presentato alla Commissione a fini di riconoscimento il 25 luglio 2016 – copre un’ampia gamma di materiali, tra cui residui e rifiuti e l’intera catena di custodia. Dimostra che le partite di biocarburanti o di bioliquidi prodotte in conformità alle norme di produzione di biocarburanti e bioliquidi fissate in tale sistema sono conformi ai criteri di sostenibilità delle direttive europee.

Le direttive in questione sono due: quella del 1998, la numero 70, relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel; e quella del 2009, la numero 28, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.

Quest’ultima stabilisce un quadro comune per l’utilizzo di fonti rinnovabili al fine di limitare le emissioni di gas ad effetto serra e di promuovere un trasporto più pulito. Per questo, definisce i piani di azione nazionali e le modalità di utilizzo dei biocarburanti. Fissa obiettivi nazionali obbligatori per la quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e per la quota di energia da fonti rinnovabili nei trasporti. Detta le norme relative ai trasferimenti statistici tra gli Stati membri, ai progetti comuni tra gli Stati membri e con i paesi terzi, alle garanzie di origine, alle procedure amministrative, all’informazione e alla formazione nonché all’accesso alla rete elettrica per l’energia da fonti rinnovabili. E fissa i criteri di sostenibilità per i biocarburanti e i bioliquidi. Se tali criteri vengono rispettati possono godere di un sostegno finanziario. I biocarburanti e i bioliquidi non devono, comunque, essere prodotti a partire da materie prime provenienti da terreni di grande valore in termini di diversità biologica o che presentano un rilevante stock di carbonio.

I biocarburanti, essendo prodotti a partire da materie prime di origine vegetale o animale (la cosiddetta biomassa) rispetto ai combustibili fossili, emettono meno gas a effetto serra, anche se la loro sostenibilità come fonte di energia rinnovabile è compromessa da emissioni aggiuntive dovute al cambiamento della destinazione dei terreni. Secondo la direttiva, infatti, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra grazie all’uso di biocarburanti e di bioliquidi presi in considerazione dovrà essere pari almeno al 35%. A decorrere dal 1° gennaio 2017 la percentuale di riduzione dovrà essere portata almeno al 50%.