Aamps uscirà dal concordato ed entrerà in Retiambiente, prima del previsto

Simoncini: «Dopo la chiusura dell'inceneritore non butteremo via impianti creando un “pratino” ma li valorizzeremo»

[22 Aprile 2021]

La municipalizzata livornese che ha in carico i servizi d’igiene urbana, Aamps, ha approvato il bilancio d’esercizio 2020 con un utile da 2,9 milioni di euro e si appresta ad uscire dal concordato (iniziato nel 2017) con circa 13 mesi d’anticipo rispetto a quanto previsto. Dunque, già da giugno per la società al 100% di proprietà del Comune dovrebbe diventare realtà il conferimento nel gestore unico attivo dal 1 gennaio sul territorio dell’Ato Toscana costa – Retiambiente – con il quale già oggi è legata da un contrato temporaneo.

«Quello di oggi – ha dichiarato il sindaco Luca Salvetti – è un passaggio fondamentale per chiudere un’era che ha visto Aamps al centro di mille polemiche e brutte giornate. La gestione aziendale si lascia alle spalle l’era del concordato più di un anno prima della scadenza indicata originariamente e soprattutto con un risparmio sull’ipotesi di chiusura originaria. Uscire dalla morsa del concordato significa poter liberare Aamps e concedergli la possibilità di programmare il futuro, fare investimenti, crescere, con l’ingresso nella holding Retiambiente e soprattutto migliorare i servizi al cittadino».

Gli atti sono in fase di perfezionamento, gli istituti bancari hanno approvato la richiesta di pagamento anticipato ed entro pochi giorni si darà seguito all’adempimento. Seguiranno le azioni che porteranno il Commissario giudiziale a motivare al Tribunale di Livorno l’emissione dell’atto che certifica il compimento di tutti gli obblighi previsti dal concordato.

«Il risultato di oggi è triplice – ha spiegato il Commissario giudiziale, Fabio Serini – Si paga un anno prima il sistema bancario (per circa 11 milioni), l’azienda è risanata essendo sgravata di oltre 34 milioni di debiti ed i creditori incassano tutto il credito espresso nel Piano oltre ad un quid pluris del 3,20%. La proposta di concordato prevedeva infatti che nel caso in cui nel quinquennio dedicato al risanamento vi fossero state delle sopravvenienze attive specificamente indicate nel Piano, parte delle stesse sarebbero state distribuite a favore dei creditori».

Partiranno da lunedì prossimo bonifici per oltre 11 milioni di euro a beneficio dei creditori bancari mentre circa 220mila euro, che andranno a beneficio di piccole e medie imprese del territorio, è previsto per i primi giorni di giugno; questo in aggiunta agli oltre 7 milioni che i creditori hanno già avuto.

«Aamps libera dal concordato potrà procedere con nuovi investimenti sia in impianti che in strumenti di servizio – ha sottolineato l’amministratore unico dell’azienda, Raphael Rossi – Pertanto siamo nella possibilità di rinnovare la flotta mezzi e riorganizzare i servizi ai cittadini. Il mio ringraziamento va a tutte le persone, con particolare riguardo ai nostri lavoratori, che con passione hanno contributo al raggiungimento di questi obiettivi».

Lo stesso Rossi ha colto l’occasione per anticipare che i risultati estremamente positivi registrati per il bilancio 2020 di Aamps saranno rappresentati nel dettaglio in un incontro dedicato che verrà convocato la prossima settimana.

Nel frattempo, si delinea già il futuro dell’azienda: l’assessore Gianfranco Simoncini ha evidenziato che la chiusura del concordato «garantirà nel mese di giugno l’ingresso anticipato del Comune di Livorno Retiambiente potenzialmente come socio di maggioranza, quindi con un notevole peso decisionale dentro la holding. Aamps potrà di nuovo fare investimenti, cosa non consentita durante il periodo del concordato e questo porterà a benefici alla città e ai cittadini. Ora si apre fase nuova che permetterà di facilitare la vita delle persone con particolare riferimento ai miglioramenti che potremo apportare ai servizi di raccolta differenziata – ha detto Simoncini –  informando anche che è stata appena commissionata una nuova perizia per gli spazi su cui sorge l’inceneritore, in modo tale che dopo la chiusura dell’inceneritore non butteremo via impianti creando un “pratino” ma li valorizzeremo. Una parte continuerà delle strutture continuerà a essere utilizzata».

C’è ancora da capire come, ma certamente resta un grande interrogativo cui rispondere: se come pare confermato l’inceneritore di Livorno verrà chiuso (al momento la deadline è fissata al 2023), l’intero territorio dell’Ato toscana costa non avrà più alcun impianto per recuperare energia dai rifiuti non riciclabili, e dunque – a meno che non si riaprano soluzioni alternative, come il ventilato gassificatore all’interno della raffineria Eni di Stagno – l’unica alternativa per la loro gestione sarà la discarica o il turismo dei rifiuti. Per flussi non da poco: in assenza di alternative alla termovalorizzazione in impianti di prossimità, il piano industriale di Retiambiente approvato lo scorso novembre ipotizza l’invio di 90-100mila tonnellate l’anno di rifiuti fuori dal territorio dell’Ato.