Agire subito e in maniera decisiva per evitare che la crisi del debito soffochi numerosi Paesi

La crisi del Covid-19 mette a rischio gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e quelli climatici

[29 Marzo 2021]

Mentre il mondo lotta per superare la devastazione umana ed economica della pandemia di CovidD-19, i premier del Canada Justin Trudeau e della Jamaica Andrew Holness e il segretario generale dell’Onu  António Guterres hanno convocato oggi la Financing for the Development in the Era of COVID-19 and Beyond Initiative (FFDI), una riunione di leader mondiali per sollecitare la comunità internazionale a intraprendere ulteriori azioni urgenti per garantire una robusta ripresa.

Il summit è stato l’occasione per presentare il policy brief “Liquidity and Debt Solutions to Invest in the SDGs: The Time to Act is Now” dal quale emerge che « Sebbene siano stati compiuti passi significativi per prevenire le crisi del debito in tutto il mondo innescate dalla crisi del Covid-19, non sono state sufficienti per ripristinare la stabilità economica in molti Paesi in via di sviluppo».

Guterres ha evidenziato che «A più di un anno dall’inizio della pandemia, gli impatti fiscali della crisi stanno innescando la sofferenza del debito in un numero crescente di Paesi e limitano gravemente la capacità di molti Paesi di investire nella ripresa e negli Obiettivi di sviluppo soistenibile (SDG), compresa l’azione climatica urgentemente necessaria».

Secondo il policy brief, «Dall’inizio della pandemia, 42 economie che prendono prestiti dai mercati dei capitali hanno subito declassamenti del debito sovrano, inclusi 6 Paesi sviluppati, 27 economie di mercato emergenti e 9 Paesi meno sviluppati». I declassamenti del debito sovrano fanno aumentare i costi dei prestiti, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo, il che può, a sua volta, aumentare il rischio che più  si trovino imprigionati un debito insostenibile, soprattutto se la pandemia di Covid-19 si protrarrà più a lingo e sarà peggiore del previsto.

Guterre a aggiunto: «A meno che non intraprendiamo un’azione decisiva per affrontare le sfide del debito e della liquidità, rischiamo un altro “decennio perduto” per molti Paesi in via di sviluppo, mettendo definitivamente fuori portata il raggiungimento degli SDG entro la scadenza del 2030».

Il policy brief fa il punto sulla risposta politica che il mondo ha dato alla crisi economica da Covid-19  a partire dall’aprile 2020, valuta i gap rimanenti e le sfide che la comunità ha di frongte per colmarli e propone aggiornamenti alle raccomandazioni, presentate lo scorso anno, alla luce degli sviluppi degli ultimi 12 mesi.

Il documento Onu sottolinea «La necessità di alleggerimento del debito per creare spazio per gli investimenti per la ripresa e per il raggiungimento degli SDG. Anche in caso di debito elevato, i nuovi prestiti possono portare a una migliore affidabilità creditizia se finanziano investimenti produttivi. La cancellazione del debito può anche liberare risorse, creare condizioni alle quali i Paesi possono tornare all’accesso volontario al mercato e può abbassare il costi complessivi dell’indebitamento, con impatti positivi sull’intera economia».

Inoltre, il segretario generale dell’Onu ha esortato i governi a fornire nuovi finanziamenti agevolati ai Paesi in via di sviluppo, «In particolare ai Paesi meno sviluppati e ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo, a ricapitalizzare le banche multilaterali di sviluppo e ad accelerare il calendario per la ricostituzione dei fondi, rispettare gli impegni di assistenza ufficiale allo sviluppo (APS) e fornire un finanziamento a lungo termine ai Paesi in via di sviluppo per investimenti nella crescita a lungo termine».

A sostegno dei recenti endorsements del G7, il documento chiede anche una nuova allocazione generale dei diritti speciali di prelievo, ribadendo la necessità di combinare una riallocazione volontaria dei diritti dai Paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo.

Inoltre il brief chiede al G20 di «Estendere la Debt Suspension Initiative (DSSI) della Banca mondiale fino alla fine di giugno 2022» e a «Includere i Paesi a medio reddito, in particolare piccoli Stati insulari in via di sviluppo che sono stati gravemente colpiti dalla crisi».  Il G”0 dovrebbe anche estendere l’ammissibilità della cancellazione del debito nell’ambito del suo Common Framework for Debt Treatment Beyond the DSSI ad altri paesi vulnerabili, caso per caso, nonché a considerare altri meccanismi che consentirebbero ai Paesi di accedere al quadro, senza compromettere il rating del credito».