Approvato il Just Transition Fund Ue: 17,5 miliardi di euro per una transizione giusta verso un’economia verde

I Verdi: missione compiuta. Possibile cambiare volto a Taranto e al Sulcis. Il governo italiano non faccia greenwashing

[19 Maggio 2021]

Con 615 voti favorevoli, 35 contrari e 46 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il  Just Transition Fund (JTF). Fondo per una transizione giusta)  che «Auterà i paesi dell’Ue a far fronte all’impatto sociale ed economico della transizione verso la neutralità climatica», un pacchetto di investimenti che comprende 7,5 miliardi di euro provenienti dal quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e 10 miliardi supplementari provenienti dallo strumento europeo per la ripresa.

Dopo che il Consiglio europeo avrà formalmente adottato l’accordo, il regolamento entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. Il Fondo per una transizione giusta è il primo pilastro del meccanismo per una transizione giusta, strumento fondamentale per sostenere regioni, industrie e lavoratori che dovranno affrontare le enormi sfide collegate all’attuazione del Green Deal europeo. Il 9 dicembre 2020 i legislatori hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sul Fondo.

Il relatore, il greco  Manolis Kefalogiannis di Nea Demokratia (gruppoPPE), ha sottolineato che «Il Parlamento europeo dà un forte segnale politico: deve essere affrontato l’impatto sociale, economico e ambientale della transizione energetica nelle regioni più colpite. Stiamo entrando in una nuova era verde per l’Europa, senza lasciare nessuno indietro».

L’Europarlamento spiega che «Per essere ammissibili, i progetti devono concentrarsi su diversificazione economica, riconversione o creazione di posti di lavoro, oppure contribuire alla transizione verso un’economia europea sostenibile, circolare e climaticamente neutra.

In una nota il Parlamento europeo spiega che «Il JTF finanzierà l’assistenza nella ricerca di lavoro, le opportunità di riqualificazione e miglioramento delle competenze, ma anche l’inclusione attiva dei lavoratori e delle persone in cerca di occupazione durante la transizione dell’economia europea verso la neutralità climatica. Sosterrà microimprese, incubatori di imprese, università e istituti di ricerca pubblici, investimenti nelle nuove tecnologie energetiche, efficienza energetica e mobilità locale sostenibile».

Come chiedevano gli ambientalisti, il JTF esclude il sostegno a inceneritori e progetti di disattivazione o costruzione di impianti nucleari, oppure ad attività collegate ai prodotti del tabacco e investimenti relativi ai carburanti fossili. L’Europarlamento evidenzia che «Nei loro piani nazionali per una transizione giusta, i Paesi Ue dovranno identificare i territori maggiormente colpiti dalla transizione energetica e concentrare in quelle zone le risorse del Fondo. Particolare attenzione sarà dedicata alle specificità di isole, zone insulari e regioni ultraperiferiche. Su iniziativa del Parlamento, sarà introdotto un meccanismo di ricompensa ecologica, se il bilancio del Fondo sarà aumentato in seguito alla revisione di medio termine, dopo il 31 dicembre 2024. Queste risorse supplementari verranno distribuite tra gli Stati membri, e i Paesi che riusciranno a ridurre le emissioni industriali di gas a effetto serra riceveranno maggiori finanziamenti».

L’accesso al Fondo per i Paesi Ue sarà subordinato all’adozione di impegni a livello nazionale per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050; prima di un tale impegno formale, gli Stati membri avranno diritto solo al 50% della loro dotazione nazionale. Le imprese in difficoltà finanziarie potranno ricevere sostegno conformemente alle norme temporanee dell’Ue sugli aiuti di Stato, istituite per far fronte a circostanze eccezionali. Ulteriori risorse possono essere trasferite da altri fondi di coesione, su base volontaria. La quota degli investimenti forniti dai finanziamenti dell’Ue (cofinanziamento) è fissata a un massimo di 85% per le regioni meno sviluppate, 70% per le regioni in transizione e 50% per le regioni più sviluppate.

Positivo il commento della delegazione italiana del gruppo Green/EFA: «Missione compiuta in Ue con il Just Transition Fund, il Fondo nato nell’ambito del Meccanismo per la transizione equa per aiutare le regioni più povere dell’Ue a muoversi verso un’economia a emissioni zero. L’elemento centrale del Green Deal europeo, che mira a creare un’economia neutrale per il clima in Europa entro il 2050, con un budget complessivo di 17,5 miliardi di euro, di cui 7,5 miliardi provenienti dal Quadro finanziario pluriennale (MFF) e 10 miliardi dal Next Generation EU (NGEU), sarà in grado di cambiare il volto non solo di Taranto, ma anche del Sulcis. Resta tuttavia da capire come intenderà muoversi il Governo italiano in merito ai 937 milioni di euro – 535 milioni dal Recovery Fund e 401 dal JTF – che il nostro Paese riceverà per il periodo 2021-27».

Gli eurodeputati Verdi italiani Rosa D’Amato, Eleonora Evi, Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini sottolineano che «Il rischio che queste risorse finiscano per finanziare progetti di greenwashing, è infatti più concreto che mai. E’ più che mai necessario che il Governo faccia chiarezza sui suoi piani affinché da un’iniziativa europea lodevole, che grazie alla nostra lotta in Europa chiude la porta alle fonti fossili, non nasca l’ennesima beffa a discapito dell’ambiente”, ricordando gli eurodeputati, che, per quanto riguarda le fonti fossili, hanno sottolineato come proprio sulla strategia sull’idrogeno “abbiamo votato contro perché apre le porte all’idrogeno blu e al CCS, ancora legati a doppio filo al mondo delle energie fossili, a cui siamo fortemente contrari. L’obiettivo, infine, è quello di mettersi a disposizione dei territori per far si che si avvii la concertazione e l’invio dei progetti, sfruttando anche la possibilità di ricevere l’assistenza tecnica della Commissione europea. Possiamo sfruttare questa opportunità per cittadini, imprese e ambiente. Naturalmente, è da evitare il solito “assalto alla diligenza”».