In più occasioni le segnalazioni dei cittadini erano probabilmente legate alla T2D, non alla discarica

Arpat insieme a Scapigliato al lavoro per monitorare e ridurre le maleodoranze

Rocchi ricorda «l’importanza durante la fase autorizzativa della valutazione ed individuazione delle migliori soluzioni tecniche da applicare per ridurre al minimo l’impatto odorigeno». Installato anche un innovativo sistema di monitoraggio della qualità dell’aria

[24 Giugno 2020]

Nel corso di tutto il 2019 sono state 11 le segnalazioni per maleodoranze o emissioni in atmosfera avanzate ad Arpat dai cittadini di Rosignano Marittimo, in terza posizione nella Provincia con (largo) distacco dopo Collesalvetti e Livorno. Da dove arrivano? A fare il punto è direttamente l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana.

«Le problematiche più segnalate nel territorio di Rosignano Marittimo sono relative a cattivi odori e/o emissioni in atmosfera, derivanti principalmente da due impianti ubicati in zone diverse del territorio, la discarica per rifiuti non pericolosi in località “Scapigliato” e la fornace di laterizi ubicata al Gabbro», ovvero la fornace T2D (ex Donati Laterizi srl). E in più occasioni le segnalazioni avanzate dai cittadini per Scapigliato si sono poi rivelate inerenti alla T2D.

Le segnalazioni per maleodoranze dalla discarica di Scapigliato «sono pervenute da cittadini residenti nel Comune di Rosignano, ma anche da alcuni residenti nel Comune di Orciano Pisano (PI) e sono numericamente in linea con quelle ricevute nel 2018 e distribuite nei mesi di maggio, luglio, agosto, ottobre e novembre 2019». Il problema, in particolare per la riduzione degli odori emessi dal fronte di discarica, viene costantemente monitorato da Arpat che in collaborazione con il gestore dell’impianto – ovvero Scapigliato, già Rea Impianti, partecipato al 100% dal Comune di Piombino – ha messo a punto anche «un metodo di misura sperimentale, applicato nell’ambito delle indagini olfattometriche effettuate nell’arco del 2019 dall’azienda» per capire le modalità di ricaduta di odore sul territorio circostante.

Inoltre la riduzione delle maleodoranze è stata contemplata all’interno della nuova autorizzazione ambientale data dalla Regione a Scapigliato nel febbraio 2019 (delibera Giunta regionale n. 160/2019 ), nel solco del progetto “Fabbrica del futuro” che porterà allo stop dei conferimenti in discarica nel 2030 per lasciar spazio a un polo industriale dedito a risalire la gerarchia dell’economia circolare.

Al proposito la responsabile del dipartimento Arpat di Livorno, Lucia Rocchi, ricorda «l’importanza durante la fase autorizzativa della valutazione ed individuazione delle migliori soluzioni tecniche da applicare per ridurre al minimo l’impatto odorigeno dell’installazione; oltre al già citato studio sul fronte di coltivazione, è stata prevista la collocazione di due postazioni poste al perimetro della discarica, collocate a monte e valle della direzione prevalente dei venti, per il monitoraggio della qualità dell’aria e la valutazione dell’esposizione della popolazione residente».

Oltre a ciò ogni segnalazione pervenuta nel 2019 al Dipartimento è stata presa in considerazione e quando possibile è stato effettuato il sopralluogo sull’impianto ed applicato il metodo di ricostruzione delle traiettorie a ritroso dal punto della segnalazione verso la sorgente utilizzando i dati forniti dalla centralina meteo installata presso il sito di Scapigliato.

«Applicando tale metodo ad alcune segnalazioni pervenute nel periodo ottobre-novembre, è risultato che la sorgente più probabile – osservano da Arpat – non era rappresentata dalla discarica di Scapigliato, ma da altro impianto collocato a nord ovest della stessa, la fornace T2D».

Anche negli anni precedenti tale attività era stata oggetto di lamentele per maleodoranze e le verifiche condotte da Arpat, sia nell’ambito di ispezioni Aia programmate che straordinarie, avevano evidenziato alcune problematiche all’impianto di abbattimento (post-combustore) poi «risolte dalla ditta». Le successive verifiche del dipartimento Arpat con sopralluoghi nella zona interessata dai cattivi odori e le ispezioni presso gli impianti della fornace hanno portato, nel mese di dicembre 2019, alla «individuazione e successiva risoluzione della problematica che aveva determinato la fuoriuscita di fumi non depurati».