Un’occasione per l’Italia

Auto elettrica: litio e cobalto possono essere riciclati, ma serve una filiera nazionale

Bonato (Erion): «Attualmente le batterie finiscono per lo più in Germania, che comunque resta ancora molto lontana da Paesi come la Cina che da anni hanno investito in circuiti di recupero»

[28 Dicembre 2020]

L’ultima frontiera del riciclo in chiave transizione energetica vede in primo piano due materiali: il litio e cobalto. Sì, le materie prime delle batterie delle auto elettriche che possono essere riciclate – ed è una notizia fondamentale – , ma per farlo ancora non esiste una filiera nazionale e neppure europea ad hoc. E questa invece è la parte dolens. Ma le cose, almeno queste sono le intenzioni dell’Ue, devono e dovranno cambiare. L

a palla è così in mano ai produttori che, come da regolamento, sono anche responsabili per l’intero ciclo di vita del prodotto, compreso il post-consumo (Direttiva 2006/66/CE, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 188/2008). Chiaro che laddove c’è un gap come questo piuttosto notevole a livello di tecnologia, ciò rappresenti contemporaneamente, o almeno può rappresentare, anche un’occasione di business o quantomeno un investimento. Perché è sotto l’occhio di tutti che, pur a fatica, c’è stata un’accelerazione nel 2020 delle immatricolazioni delle auto elettriche(pari al +155% rispetto al 2019), che non può passare inosservata: 30mila auto a livello Italia pari al 3% del venduto totale.

Il meccanismo, pur con la chiarezza dovuta perché la produzione di auto elettriche non è certo ad impatto zero, si è dunque messo in moto e la domanda di auto “green” crescerà moltissimo negli anni a venire, con la conseguenza, ovvia, di una richiesta sempre maggiore di materie prime e la non meno importante, per non dire ancor più essenziale, esigenza di saper trattare i rifiuti che tutto ciò comporta.

“I vantaggi di una corretta gestione delle batterie sono rappresentati dalla conservazione delle risorse, ma anche da un aspetto di prevenzione. Un trattamento idoneo permette di evitare l’emissione nell’ambiente di sostanze pericolose – afferma Danilo Bonato, direttore generale di Erion Energy – Il litio è molto reattivo all’aria e all’acqua poiché entrando in contatto con l’ossigeno genera prodotti tossici e come altri metalli è altamente infiammabile e a rischio esplosione. Alla luce di questo è fondamentale farci trovare pronti e preparati al cambiamento che coinvolgerà tutti gli attori: dall’industria, agli Stati, dalla ricerca agli addetti ai lavori del settore del riciclo”.

Solo in Europa sono state annunciate 15 gigafactories per la produzione di accumulatori al litio entro il 2025, sufficienti ad equipaggiare 6 milioni di veicoli.

“La sfida non è banale – continua Bonato – Sia perché una corretta gestione del riciclo e riuso delle batterie, intesa come la possibilità di dare una seconda vita alle celle al litio secondo i principi dell’economia circolare, necessita di un livello industriale che al momento l’Italia non ha (attualmente le batterie al litio finiscono per lo più in Germania, che comunque resta ancora molto lontana da Paesi come la Cina che da anni hanno investito in circuiti di recupero volti alla massimizzazione delle materie prime seconde), sia perché l’odierno sistema ha costi elevati, che solo un forte investimento sul fronte tecnologico potrà abbattere”.

Erion Energy, il consorzio del sistema Erion dedicato ai rifiuti di pile e accumulatori nato dall’esperienza di Ecodom e Remedia, i due consorzi leader nella gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) e dei rifiuti di pile e accumulatori (Rpa),  stima che se nel 2030 dovessimo riciclare tutte le batterie del parco di autovetture elettriche immesse sul mercato fino al 2020, dovremmo attrezzarci per la raccolta e il trattamento di circa 28.000 tonnellate di rifiuti, pari al peso di due Torre di Pisa. Questo in virtù di una richiesta di auto elettriche che, si stima, crescerà “di 14 volte rispetto al 2018 e si prevede che, entro il 2030, il 17% di questa potrebbe arrivare dall’Europa: efficienza delle risorse, approvvigionamento sostenibile delle materie prime e riciclo responsabile sono le sfide da vincere”.

I punti, come dicevamo, sono due e non sono distinti bensì legati a doppia mandata: riciclo ed evitare, o minimizzare, l’utilizzo di sostanze inquinanti privilegiando appunto l’impiego di materiali riciclati per la fabbricazione delle nuove celle. Da qui l’impegno di Erion Energy che sta cercando di strutturarsi per sostenere i propri soci coinvolti in prima linea in specifici settori di business come quello dell’e-mobility.

Ma è pacifico che servirà anche un impegno importante a livello politico per permettere di dare gambe a questa importantissima filiera che potrebbe vederci protagonisti ai massimi livelli, visto che tranne in parte la Germania, al momento non c’è alcun Paese che abbia un vantaggio importante su queste tecnologie e dunque il momento sarebbe propizio.