Per Cittadinanzattiva è nella nostra regione la bolletta idrica più elevata

Case dell’acqua, la Toscana risparmia 135 milioni di bottiglie di plastica (e 61 milioni di euro)

De Girolamo (Cispel): «Nel 2018 i gestori hanno investito 230 milioni di euro, un terzo dei quali per la depurazione e l’adeguamento del sistema acquedottistico e delle fogne»

[22 Marzo 2019]

La diffusione sempre più capillare delle case dell’acqua, ovvero quelle fontanelle che erogano gratuitamente acqua di alta qualità – ossia dal sapore più gradevole e meno “dura” rispetto a quella del rubinetto, che è comunque potabile – sta dando incoraggianti risultati in Toscana, sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello economico. Secondo i dati elaborati da Confservizi Cispel Toscana fontanelli e case dell’acqua di alta qualità «nel 2018 hanno erogato oltre 203 milioni di litri di acqua, che hanno fatto risparmiare circa 135 milioni di bottiglie di plastica e in totale 61 milioni di euro l’anno dalle tasche dei toscani (0,45 euro costo medio bottiglia d’acqua da 1.5 lt.)».

Le case dell’acqua in Toscana sono ormai circa 270 – senza contare le migliaia di fontanelle pubbliche –, grazie agli investimenti messi in campo dalle sette aziende toscane di gestione del servizio idrico integrato (Acque, Acquedotto del Fiora, Asa, Gaia, Geal, Nuove Acque, Publiacqua), anche se c’è ancora molto spazio per migliorare. «Gli investimenti devono continuare ad essere il fulcro della politica delle aziende, per l’ammodernamento delle reti acquedottistiche, di fognatura e depurazione, oltre che per nuove case dell’acqua dove i cittadini potranno approvvigionarsi», spiega Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana». Ad oggi quest’approccio s’è concretizzato in 230 milioni di euro, quelli che i gestori hanno messo in campo nel 2018, dedicati «un terzo per la depurazione e l’adeguamento del sistema acquedottistico e delle fogne».

Numeri che per De Girolamo «testimoniano come la Toscana risponda alle esigenze richieste dal servizio idrico a livello regionale, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto, che sempre più frequentemente portano a fenomeni che producono problemi sia nel campo della difesa del suolo che del rischio idrogeologico – alluvioni, frane, smottamenti – con risvolti gravi in campo idrico come la scarsità di acqua nei periodi di siccità e inadeguatezza della rete fognaria in caso di flash flood. Questa situazione è destinata a peggiorare in futuro e sarà necessario fare altri investimenti per garantire l’approvvigionamento idrico anche in anni aridi, e per adeguare le reti fognarie», conclude il presidente Cispel.

Investimenti che, è bene ricordare, sono coperti dalla tariffa pagata dai cittadini. Ecco dunque perché in Toscana anche quest’anno Cittadinanzattiva registra una bolletta idrica media pari a 676€ per famiglia – la più alta in Italia secondo le stime dell’associazione – contro i 426€ di media nazionale, mentre la regione più economica risulta il Molise con 153€ l’anno (che forse non a caso detiene però anche il primato negativo della dispersione idrica). Queste cifre rispecchiano (anche) gli investimenti messi in campo, gli stessi che ad esempio hanno permesso il già citato risparmio di 61 milioni di euro citato precedentemente.

«Da anni – commenta Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, osservando il contesto nazionale – assistiamo ad incrementi tariffari del servizio idrico legati alla necessità di recuperare ritardi accumulati negli anni in tema di investimenti necessari ad un ammodernamento delle infrastrutture, al fine di garantire livelli omogenei di qualità della risorsa e del servizio su tutto il territorio nazionale. Dal nostro punto di vista diventa quindi sempre più pressante spingere verso una gestione più sostenibile della risorsa idrica, sia dal punto di vista economico rafforzando le misure (quali il bonus idrico) a favore delle fasce più vulnerabili, sia dal punto di vista ambientale sensibilizzando i cittadini verso un uso più accorto della risorsa in termini di riduzione dei consumi e soprattutto degli sprechi. In tal senso un appello va anche ai soggetti gestori del servizio chiamati ad avvalersi di tecnologie meno impattanti e procedimenti che consentano di attivare anche in questo ambito pratiche virtuose di economia circolare».