Tra i risultati migliori (ma in calo) gli indici su paesaggio e patrimonio culturale, male invece su qualità dell’aria urbana e dispersione idrica

C’è più Benessere equo e sostenibile in Toscana che nel resto d’Italia

Bankitalia: «Le misure di povertà e di disuguaglianza, insieme ad altri indicatori di tipo economico, sociale e ambientale, pongono la Toscana tra le regioni a più elevato grado di benessere»

[19 Giugno 2019]

La Banca d’Italia ha presentato ieri a Firenze il proprio rapporto annuale su L’economia della Toscana, che per il 2018 mostra una crescita economica debole sul territorio, con segnali di peggioramento nella seconda parte dell’anno connessi col deterioramento del quadro macroeconomico nazionale e internazionale. L’incertezza sulle prospettive di crescita continua a condizionare negativamente le aspettative formulate dagli operatori per l’anno in corso, ma non di solo Pil vive l’uomo. Per restituire un quadro più articolato del contesto economico, sociale e ambientale presente sul territorio, Bankitalia ha dunque dedicato un focus al benessere equo e sostenibile, facendo leva sugli omonimi indicatori Bes pubblicati dall’Istat: i risultati mostrano che «le misure di povertà e di disuguaglianza, insieme ad altri indicatori di tipo economico, sociale e ambientale, pongono la Toscana tra le regioni a più elevato grado di benessere».

È bene precisare che un buon risultato rispetto alla media nazionale non consente purtroppo neanche alla Toscana di sedersi sugli allori: l’ultimo report elaborato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) testimonia come l’Italia resti molto lontana dagli obiettivi che si è impegnata a raggiungere siglando l’Agenda Onu per il 2030, e in ampio ritardo anche rispetto ai progressi degli altri Paesi europei. Una situazione che richiama a un maggiore impegno pure da parte della Toscana, dove negli ultimi anni alcune dimensioni dello sviluppo sostenibile sono migliorate ma altre peggiorate.

Ciò non toglie che, come testimonia Bankitalia, in «Toscana nel 2017 (ultimo anno disponibile) il benessere è risultato in linea o superiore a quello medio italiano per tutte le dimensioni ad eccezione della sicurezza», in quanto «la Toscana presenta il più alto tasso regionale di furti in abitazione e una percentuale di borseggi tra le più elevate d’Italia». Questo è però «l’unico indicatore composito che mostra un divario negativo rispetto alla media italiana», peraltro in un contesto nazionale di per sé molto rassicurante: l’emergenza sicurezza esiste solo nella propaganda politica, dato che in Italia dal 2008 gli omicidi sono calati del 43,9%, le rapine del 37,6%, i furti del 13,9%.

A parte questo punto “critico”, dunque, la Toscana mostra in particolare una performance superiore a quella nazionale negli ambiti paesaggio e patrimonio culturale, salute, istruzione e formazione, occupazione, reddito e disuguaglianza e condizioni economiche minime. Di seguito riportiamo integralmente le osservazioni Bankitalia nel merito.

La Toscana risulta la terza regione, dopo le province autonome di Trento e Bolzano, in termini di condizioni di salute della popolazione. L’ottima performance regionale è legata a un’aspettativa di vita in buona salute (alla nascita e a 65 anni di età) tra le più elevate, frutto tra l’altro di corretti stili di vita, come evidenziano alcuni indicatori elementari.

Quasi tutte le misure riguardanti l’istruzione e la formazione pongono la Toscana ampiamente al di sopra della media italiana e in linea con le regioni del Nord. L’indicatore composito è migliorato dal 2010 al 2017 di quasi 12 punti percentuali, tra gli incrementi più elevati nel periodo. Tra i punti di forza vi è una bassa percentuale di NEET, mentre le competenze degli studenti sono sostanzialmente in linea con quelle medie del Centro, anche se al di sotto di quelle del Nord.

I due indici compositi che descrivono il mondo del lavoro evidenziano per l’occupazione una performance nettamente migliore rispetto alla media italiana e per la qualità del lavoro un divario sempre positivo ma molto meno marcato. Tra gli indicatori del mercato del lavoro relativamente meno favorevoli spicca la presenza di un’alta percentuale di occupati sovraistruiti, cresciuta dal 2010 di quasi cinque punti percentuali, comune peraltro a tutte le regioni del Centro. Ciò riflette anche la scarsa domanda da parte delle imprese di personale qualificato (cfr. L’economia della Toscana, Banca d’Italia, Economie regionali, 9, 2018), principalmente connessa con la ridotta dimensione aziendale e con il posizionamento in settori a minore intensità di innovazione (cfr. il riquadro: Industria 4.0 del capitolo 2).

Il paesaggio e il patrimonio culturale della Toscana presentano uno degli indici compositi più elevati tra le regioni italiane, ancorché in riduzione; vi influisce, tra l’altro, un livello elevato di spesa comunale per la cultura. L’ambiente, per contro, registra una performance in linea con quella italiana: ad alcuni indicatori al di sopra della media si contrappongono altri nettamente al di sotto, come la qualità dell’aria urbana o la dispersione idrica.