Ieri il vertice a Roma tra Mise, Regione e i vertici aziendali

Cevital, si avvicina il forno elettrico per Piombino: e i rifiuti prodotti che fine faranno?

Rossi: «L'incontro è stato positivo, confermate cose importanti per l'immediato e per il futuro»

[18 Febbraio 2016]

Nelle comunicazioni ufficiali diffuse dal ministero dello Sviluppo economico e dal portavoce del presidente toscano Enrico Rossi, non ci sono riferimenti alle cifre messe ieri sul tavolo dal patron di Cevital, Issad Rebrab, per gli investimenti a breve nel polo di Piombino. Dopo circa 8 mesi dall’arrivo in Toscana dell’imprenditore algerino e un piano industriale in forte ritardo sulla tabella di marcia, la prudenza è d’obbligo. Da quanto filtra dall’ultimo incontro romano, però, queste risorse sarebbero già promesse e definite: 120 milioni di euro, da stanziarsi entro marzo per il proseguo dell’attività dei laminatoi e soprattutto per finanziare l’acquisto dell’annunciato forno elettrico.

Quel che è certo è che tutti gli interlocutori riuniti al Mise si sono dichiarati soddisfatti di quanto emerso dall’incontro, e questa è una buona notizia dopo settimane di tensione alle stelle. Dal ministero informano che nel corso dell’incontro Rebrab ha «illustrato la situazione finanziaria e produttiva delle attività siderurgiche del sito nonché le prospettive delle attività diversificate previste dal piano industriale della società», e dopo un esame «molto approfondito» delle stesse il ministro Guidi ha acquisito «l’impegno della proprietà a sostenere il fabbisogno finanziario di Aferpi sia per le attività correnti sia per gli investimenti. Gli impegni presi – sottolineano dal Mise – consentono di prevedere la continuità produttiva e l’avvio degli investimenti per la nuova acciaieria e i nuovi impianti di laminazione».

Il ministro Guidi ha sottolineato la sua preoccupazione per lo slittamento dei tempi previsti, ma si è detta «soddisfatta per gli impegni presi dal presidente della Cevital», mentre questi ha «ribadito l’impegno della società a realizzare il piano di smantellamento delle vecchie attività del sito ed il conseguente avvio dell’attività logistica prevista dal piano».

«L’incontro è stato positivo, Rebrab ha confermato cose importanti per l’immediato e per il futuro», ha confermato da parte sua il presidente Rossi (nella foto), che conferma la sua «fiducia sulla serietà e sulla credibilità di questo imprenditore. Nell’immediato – ha proseguito Rossi – si chiarisce che Aferpi non ha debiti né problemi finanziari per la prosecuzione dell’attività. Questo fa giustizia di tante affermazioni, timori e preoccupazioni che abbiamo sentito dire. Per quanto riguarda la realizzazione del forno elettrico, Aferpi conferma la volontà di realizzarlo quanto prima, scegliendo tra le tre proposte che sono state presentate quella più adeguata alla realtà di Piombino».

Marzo è alle porte, e gli impegni finanziari annunciati ieri troveranno presto conferma o smentita dai fatti; l’arrivo del forno elettrico pare finalmente avvicinarsi, e per Piombino questa è certamente un’ottima notizia. In questo momento cruciale, tutti sono chiamati a fare la loro parte per promuovere uno sviluppo finalmente sostenibile della città; una volta arrivato il forno elettrico non saranno certo terminati tutti gli interrogativi, anzi se ne apriranno di nuovi. Pena il ritrovarsi (ancora una volta) impreparati, è bene fin da ora non nascondersi uno dei più ingombranti: quando finalmente a Piombino si tornerà a produrre acciaio, gli ingenti quantitativi di rifiuti e scarti di processo che fine faranno?

Come già argomentato in passato, anche adottando le migliori tecnologie ad oggi disponibili sul mercato, la produzione di acciaio tramite forno elettrico ha un rapporto prodotto-scarto che va da 1 a 0,15-0,20 (contro una media di 1 a 0,40-0,45): ciò significa che, se si arriveranno a produrre quei 2 milioni di tonnellate/anno di acciaio inizialmente annunciati, sempre ogni anno dovranno essere trattate 300 mila tonnellate di relative scorie (inertizzando e smaltendo in sicurezza altre migliaia di tonnellate di Paf, polveri di abbattimento fumi). Di questo si è parlato all’incontro di ieri tra Mise, Regione e Cevital?

Non è dato sapere se l’argomento fosse all’ordine del giorno o meno. A Piombino, per affrontare concretamente il tema sta già prendendo corpo il progetto Rimateria, un progetto fondamentale per il territorio anche se a Piombino non si dovesse malauguratamente più produrre un grammo d’acciaio: 800 ettari rialzati di 10 metri dal piano di campagna, zeppi di rifiuti provenienti dalle attività produttive del territorio accumulatisi negli anni, sono già lì a dimostrarlo. Ottimo dunque che ieri sia tornata alta l’attenzione in merito alle prospettive economiche dell’acciaio a Piombino, ma non si dimentichi che ci sono anche altri bilanci: pure l’ambiente vuole la sua parte.